I semi della felicità si coltivano sin dall’infanzia
Il punto di partenza del libro è la notizia che da più di 40 anni la Danimarca è in cima alla classifica dei Paesi più felici (il World Happines Report) stilata dalle Nazioni Unite. Le autrici, Jessica Joelle Alexander, giornalista americana laureata in psicologia, sposata con un uomo danese, e Iben Dissing Sandahl psicoterapeuta danese, si chiedono se il motivo di tanta felicità, oltre ad essere legato ai servizi efficienti e al benessere economico del Paese, possa collegarsi con l’infanzia dei cittadini danesi e, in particolare, con il metodo educativo dei loro genitori. Per rispondere a questa domanda le autrici prendono in esame lo stile dei genitori danesi e ne evidenziano i punti di forza.
L’idea che i semi della felicità siano da ricercarsi negli anni dell’infanzia mi piace e mi convince. Poi, certamente, le dinamiche che possono contribuire alla soddisfazione e alla serenità di un adulto sono numerose e complesse, ma “partire con il piede giusto” può essere d’aiuto!
Lo stile “parent” in sei punti
Le dritte per diventare un buon genitore – parent – si riassumono in sei punti fondamentali: Play, Authenticity, Reframing, Empathy, No Ultimatums, Togetherness and Hygge.
1) Il gioco è fondamentale perché aiuta i bambini a sviluppare molte abilità (resilienza, strategie di adattamento allo stress, negoziazione, autocontrollo) che sono decisamente utili anche in età adulta. Ma perché il gioco possa rivelarsi un’importante palestra di relazioni e competenze, deve essere un gioco “libero”, creativo, autogestito dai bambini stessi. Una modalità di gioco che spesso i nostri bambini, super impegnati tra corsi sportivi e attività organizzate, non hanno modo di sperimentare a sufficienza.
2) Autenticità. Sotto questo “cappello” sono compresi suggerimenti per gestire e accettare le emozioni (tutte, quelle belle ma ancor di più quelle brutte) e indicazioni sulle modalità che sarebbe meglio adottare per lodare i nostri bambini. Il suggerimento è quello di ridurre l’uso dell’aggettivo bravo, per abituarsi pian piano a lodare il percorso che ha portato il bambino ad ottenere un determinato risultato (al posto di un generico bravo, meglio quindi: “Hai lavorato con grande impegno”). Questo è un concetto che da alcuni anni è presente in diversi saggi per genitori, ma che non è facile, nè scontato, perché va contro ad abitudini fortemente radicate.
3) La ristrutturazione è una modalità che permette di cambiare (in meglio) la percezione che i bambini hanno della vita, degli eventi che accadono, delle persone con cui entrano in relazione. La cosa bella è che per mettere in pratica questo passo, i genitori devono allenarsi a cambiare la propria di percezione della vita, e questo in genere comporta una notevole riduzione dello stress. Nel libro si parla di “ottimismo realistico” per sottolineare che l’invito non è quello di vedere tutto rosa anche laddove la situazione non lo concede, ma è quello di trovare qualcosa di positivo in ogni situazione.
4) Grazie all’empatia i nostri figli, futuri cittadini di domani, potranno costruire un mondo migliore, una società più attenta ai bisogni di tutti, più sensibile. Il suggerimento per i genitori è quello di giudicare e rimproverare di meno, cercare le cause di un comportamento, sintonizzarsi con i bisogni e le emozioni dei bambini, farli sentire accolti e compresi.
5) Evitare gli ultimatum può facilitare e “alleggerire” la quotidianità di tutti, grandi e piccoli.. Per riuscirci occorre mantenere la calma, e porsi come genitori autorevoli, (non autoritari) che aiutano i figli a comprendere e fare proprie le regole della famiglia, sviluppando così un buon autocontrollo. In pratica i bambini arrivano a comportarsi in un certo modo perché capiscono che è quello giusto e non per paura di sgridate o punizioni.
6) L’ultimo punto mette in evidenza l’importanza di relazioni più intime, di legami più saldi, di affiatamento tra i membri della famiglia. Le autrici ricorrono al termine danese “Hygge” che non ha un corrispettivo in italiano, ma si riferisce all’atmosfera intima, accogliente e serena che si può costruire all’interno dei nuclei famigliari quando tutti si concentrano non sul proprio benessere personale, ma sul “noi”. Come sottolineato nel testo: “Famiglie serene e un forte sostegno sociale danno vita a bambini più felici”.
E per le neomamme, rete e sostegno
Nel capitolo dedicato all’intimità, c’è un interessante paragrafo in cui si descrivono i servizi a disposizione delle neomamme danesi. Nella settimana successiva al parto, un’ostetrica si reca a casa della mamma per verificare che lei e il bimbo stiano bene, e le consegna i contatti di tutte le donne del quartiere che sono diventate mamme da poco. Questo è Il primo passo per creare una vera e proprie rete di mamme, che si incontrano una volta alla settimana, si incoraggiano e si preoccupano del reciproco benessere.
Una bella idea!
Giorgia Cozza
P.s. Sono usciti anche i manuali Il nuovo metodo danese per educare i bambini e Il metodo danese per giocare con tuo figlio