Cara mamma,
grazie per averci scritto. Da quello che ci racconta, per quanto riguarda lo sviluppo del linguaggio, il suo bimbo, con i suoi tempi, sta facendo i suoi progressi. Lei ci dice che il problema è che urla.
Andiamo più a fondo e approfondiamo questo suo comportamento. Sicuramente una cosa importante da sottolineare è che lo sviluppo del linguaggio è uno degli alleati per iniziare a ridurre un po’ questo suo comportamento, che non è affatto preoccupante. Le parole diventano un alleato importante perchè se il bambino inizia a padroneggiarle può esprimere il suo disappunto e questo assume un significato estremamente importante. Se ci pensiamo, infatti, i bimbi piccoli che non hanno ancora sviluppato il linguaggio sono bimbi che utilizzano molto la fisicità, per esempio ricorrendo all’uso delle mani e utilizzano l’urlo e il pianto per dare voce ai propri bisogni.
Il ruolo dell’adulto è di fondamentale importanza ed è duplice: da una parte esprimere il proprio disappunto per quello che sta facendo il bimbo in modo autorevole e non autoritario. Se si urla, il bambino utilizzerà sempre la stessa modalità. Dall’altra, provare a dire al bimbo “puoi dire che sei arrabbiato oppure che non sei d’accordo anzichè urlare”.
I bimbi non imparano subito ad utilizzare il linguaggio emotivo, è importante aiutarli a familiarizzare con le emozioni e con questo tipo di linguaggio e questo ruolo appartiene agli adulti.
Le parole poi le troverà lei, ma potrebbe dire al suo bimbo: “non sono affatto d’accordo quando urli così, se sei arrabbiato puoi dirlo.”
Via via che aiuta il suo bimbo a prendere contatto con una forma diversa di linguaggio, vedrà che questo comportamento fastidioso si attenuerà.
Un altro accorgimento importante è quello di evitare di sottolineare spesso che urla; i bimbi hanno le antenne e si sintonizzano su ciò che dà fastidio all’adulto e su ciò che può attirare attenzione. Se ci pensa, l’urlo richiama molto l’attenzione dell’adulto perchè rimanda alla paura, al pericolo, all’ira.
E’ importante che il bimbo impari a ricevere attenzione esprimendo le sue emozioni e dandone voce attraverso gesti e parole più consone.
Quello che le abbiamo detto fino ad ora riguardava più l’urlo espresso come forma di disappunto. Un discorso diverso merita l’urlo espresso con i fratelli o amici. In questo caso l’urlo fa proprio parte di dinamiche di gioco tra coetanei ed è soprattutto presente nei momenti di gioco fisico. In questi casi quando supera un certo livello di tolleranza è bene intervenire, provando a chiedere di diminuirne l’intensità. Un’altra strategia è quella di proporre ai bimbi di fare altre attività come aiutare la mamma in cucina e fare attività quotidiane e pratiche. Queste attività impegnano molto i bambini e offrono loro occasioni per sperimentare alcune forme di autonomia e condivisione di ciò che fa l’adulto. Inoltre, i bambini conservano sempre un bel ricordo di questi momenti piacevoli trascorsi con il genitore dove “giocano a fare ” le stesse cose che fa un adulto.
Sperando di esserle stato d’aiuto, la salutiamo.