20 Novembre 2018 L'ESPERTO RISPONDE

LABirINTO

Le dottoresse Nota e Garritano psicologhe, e Daniela Meschieri, psicologa e psicoterapeuta, propongono percorsi di gruppo, consulenze, valutazione cognitiva, per promuovere il benessere emotivo-cognitivo dei bimbi e dei loro genitori. Per contattarle [email protected] o 340/87.15.241

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Piange tanto con la babysitter

Buonasera,
la mia piccola di quasi 8 mesi è sempre stata molto legata a me e sin dai primi mesi non riuscivo a lasciarla neanche per mezz’ora tra le braccia di altre persone compresi la mia famiglia e quella di mio marito perché piangeva in modo insistente e disperato.
Tra 1 mese e mezzo dovrò riprendere a lavorare e ho scelto una babysitter che potesse accudire la piccola in mia assenza. Abbiamo iniziato da un paio di settimane per 3 volte alla settimana solo al mattino e da 2 giorni viene invece tutti giorni dalle 9 alle 16.
La piccola sembra apprezzare i giochi e le canzoncine della babysitter, ma non appena mi allontano inizia un pianto forte e disperato con tanto di singhiozzi.
Stiamo iniziando appunto il distacco e ogni giorno cerco di mancare 30 min… Poi 1 ora ecc… ma inizia a piangere appena io sono fuori dalla porta e non si calma quasi niente.
La prima volta stava per addormentarsi da quanto era sfinita.
So che l’ansia da separazione è pesante per i bambini e qualcuno può addirittura reagire male alla situazione, ma ho paura che non si abitui e che pianga sempre non potendosi godere nulla e rimanendo triste perché io sarò distante da lei.
Cosa è meglio fare? Come posso abituarla alla babysitter senza stress?
Grazie
mille Nancy

Gentile signora,
la sua bambina sta attraversando una fase specifica dello sviluppo che si chiama in gergo “paura dell’estraneo”. Mentre nei primi mesi di vita, mamma e bambino sono infatti molto legati tra loro, tanto da essere quasi indivisibili, è intorno agli 8-10 mesi, periodo che segue l’inizio dello svezzamento, che inizia a crearsi una maggiore autonomia e lo sviluppo cognitivo permette operazioni più complesse. In questo periodo, il bambino si apre al contesto, capace di porre attenzione a molti dettagli, provando a coordinarsi meglio e distinguendo tra sensazioni differenti, istintivamente la fiducia regola le interazioni con gli altri. Una reazione di pianto è allora inevitabile e testimonia non solo del valore del legame con la propria mamma ma anche della crescita in atto.

La sua bambina sta facendo prove di autonomia, ed è normale che possa esserne spaventata. Spesso, per consolarsi, i bambini utilizzano un “oggetto transizionale”, la copertina di Linus per intenderci, che è un elemento concreto dei momenti condivisi con il genitore, un ricordo per sopportare l’assenza momentanea. È solo con il tempo, che la sua bambina potrà capire che si tratta appunto di un’assenza momentanea e non di una scomparsa definitiva e catastrofica, è con i vari tentativi che potrà imparare che porta mamma dentro di sé, mentre lei non c’è, e che mamma ha scelto per il suo meglio anche affidandola ad una babysitter, perché vuole vederla crescere libera e forte, anche di fronte a situazioni che possono inizialmente fare male, come il distacco a cui costringe il rientro al lavoro.

Lo stress di cui parla è insomma inevitabile ma abbia la fiducia che si ridurrà sempre di più e che la sua babysitter è la miglior scelta che possa fare. Non forzi la sua bambina, si mostri positiva e saluti sempre prima di andar via, ma vada via anche se è difficile e la bambina piange. Ha scelto una persona che possa consolarla, la sua piccola non è né sola né abbandonata, al contrario è una bambina fortunata perché la sua mamma la pensa molto.

Coraggio.

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