8 Luglio 2024 ARTICOLI

Giorgia Cozza

Giorgia Cozza è una giornalista specializzata nel settore materno-infantile, i numerosi manuali per genitori di cui è autrice sono un punto di riferimento ormai consolidato per le coppie in attesa di un bimbo e per le neofamiglie.

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Recensione del libro per bambini: Dentro me

Autore
Alex Cousseau
Illustratore
Kitty Crowther
Casa Editrice
Topipittori
Anno prima edizione
2008
Pagine
48
ISBN
978-8889210314

Ho letto questa storia con il mio bambino di nove anni e quando ho chiuso il libro mi sono sentita un po’ smarrita. “Cosa voleva dirmi? Di cosa parlava esattamente?”. Non so se rileggendo ho colto a pieno il messaggio, mi resta l’impressione che ci sia qualcosa ancora, qualcosa di più. Al mio bambino è piaciuto subito. Vuol dire che l’autore parla bene la lingua dei bambini. Quindi ve lo propongo.

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Un paese dentro di me, la capitale è il mio cuore

 Io non sono sempre stato io. Prima di essere me, non ero dentro me. Ero altrove. Altrove è tutto tranne me”. Comincia così con una lingua un po’ misteriosa che è caratteristica di questo libro, la storia del protagonista. Chi è il protagonista? Si intuisce sia un bambino perché sembra piccolo rispetto al resto del mondo e alle creature che incontra. Ma con quell’abito nero e il cappuccio nero, non somiglia molto a un bambino. A un certo punto della storia, però, lo conferma.

“Solo poi, sono diventato veramente io” continua il racconto. “Ho scoperto un paese. La sua capitale è il mio cuore”. Gli alberi – ci sono tanti alberi -, sono i sogni del piccolo protagonista. E il paese, spiega, si trova dentro di lui.

Non mi piace la realtà, così com’è

 E qui la situazione si fa ancor più interessante. Perchè il piccolo protagonista ci racconta che dentro di sé, lui non era il re. “Almeno, non ancora”. Anzi, aveva “nemici e guai” dappertutto. E dentro di lui era… la notte.

Il bambino avrebbe voluto essere il re per “decidere cose impossibili”. Avrebbe voluto che ci fossero ovunque uccelli e fuochi di artificio e che tutto “andasse più veloce”. A lui, la realtà così com’è, non piace.

Un orco che mi somiglia dentro di me

E ora, attenzione. “Dentro me, c’era qualcuno che non mi voleva. Un orco”.

L’orco, spiega il bambino, gli somigliava, ma era più grande di lui, più grosso, con le labbra blu. Il piccolo protagonista andava a trovarlo ogni sera, sulla sponda di un fiume di sangue. E ogni sera, facevano rimbalzare un sasso ciascuno sulla superficie dell’acqua. In palio: la vita! “Chi vinceva, poteva mangiare l’altro”.

Il bambino è abile in questo gioco, ha sempre vinto. Ma non è mai riuscito a mangiare l’orco, perché somigliava a lui. Allora lo spingeva ogni sera nelle acque rosse del fiume di sangue e l’orco spariva, fino alla sera dopo. Il problema, secondo il piccolo protagonista, era che “nessuno parlava”. Lanciavano i sassi e tutto finiva lì.

Avrei dovuto parlare, ma mi mancavano le parole

E qui lui dice una cosa che mi sembra importante: “Avrei dovuto dire qualcosa, ma mi mancavano le parole”. Le parole dentro di lui non esistevano proprio. Non ancora. L’orco usava la bocca non per parlare, ma per mangiare i bambini. E la bocca del bambino…. “era una porta chiusa su un segreto”.

Cercava ovunque le parole, ma non le trovava. Dentro al bambino c’erano lui, l’orco che gli somigliava e il paese silenzioso.

Un segreto dentro l’orco

Finché un giorno il bambino ha un’idea. Se il segreto non era dentro di lui, allora poteva essere dentro l’orco. Quella sera il bambino va a giocare al fiume, lancia un sasso tondo (che non avrebbe mai potuto rimbalzare) e quindi perde volontariamente per farsi mangiare.

Il bambino pensava di trovare un paese diverso dentro all’orco, ma non era cambiato niente: dentro l’orco era come dentro di lui.

“L’orco era ancora lì. L’orco, io e il fiume di sangue”.

Sono io che decido

A questo punto succede qualcosa. Qualcosa di importante. Il bambino si mette a gridare e grida così forte che dalla sua bocca escono fiamme e il suo paese brucia. Grida così forte che l’orco si inginocchia davanti a lui impaurito e gli dice che ha vinto, che è lui il re.

Dopo aver promesso di sparire, l’orco si immobilizza e si trasforma in una roccia. La sua testa, con la bocca spalancata, appare come una piccola caverna e il bambino entra. Entra e non sa più se è nella grotta o nella testa dell’orco. Ed è lì che il bambino scopre finalmente il segreto. Nella testa dell’orco c’era una nuvola. La nuvola se ne va e arriva l’arcobaleno. E arrivano anche le parole di tutti i colori.

Finalmente vediamo bene il viso del bambino. E la storia si conclude con la frase: “Dentro me, sono io che decido!”.

Servono parole per esprimere noi stessi

Qualche riflessione sparsa. Con umiltà e fatica, perché non so, non credo, di aver capito tutti e del tutto, i messaggi di questo albo. Al piccolo protagonista non piace la sua realtà. Vorrebbe avere parole per cambiarla, ma non le ha. E poi c’è l’orco. Quell’orco che gli somiglia (ma è più grosso di lui) con cui ogni sera si gioca la vita. Ma non cambia mai nulla. E le parole non arrivano. Finchè il bambino trova il suo coraggio e decide di fare qualcosa di inatteso, perde al gioco e si fa mangiare dall’orco. Ma anche dentro l’orco non c’è quella realtà diversa che cercava. E finalmente… la voce arriva. Il bambino urla e urla. Urla così forte che l’orco che prima era dentro di lui e ora l’ha mangiato, si arrende.

Il bambino ha trovato la sua voce e ha urlato così forte da immobilizzare l’orco, costringerlo alla resa, trasformarlo in pietra.

Affrontare gli orchi della vita

E quando nel corso della vita arriveranno altri orchi, il bambino saprà come affrontarli perché ora ha le parole. E come ha dichiarato nella fortissima frase conclusiva, ora è lui che decide.

Una vittoria sulle paure, i mostri interiori, le preoccupazioni che ci fa fiorire, come si vede nell’illustrazione dell’ultima doppia pagina dove finalmente il bambino non è più solo, nel suo paese ora ci sono fiori, uccelli, animali. E, di nuovo finalmente, il bambino sorride. Appare sereno.

Identità, paure e crescita personale

Un albo complesso che porta a riflettere sulla propria identità, sulla crescita personale, sulle sfide che ci troviamo ad affrontare, non all’esterno, ma all’interno di noi stessi. Spesso le più impegnative, le più faticose.

Le illustrazioni sono… strane? Strane ma perfette per questo testo. Un ottimo binomio di immagini e parole che spiazzano, ci lasciano smarriti, in cerca del senso, tentando di capire meglio. Il paesaggio riproduce l’interno del corpo, osserviamo il sistema cardio-circolatorio, a tratti intravediamo vene, arterie, ma anche ossa, costole, la cassa toracica.

Età e modalità di lettura

Come leggerlo con i nostri bambini? Così com’è, senza offrire chiavi di lettura e lasciando che ogni lettore trovi tra le pagine quello che potrebbe servirgli.

Per quanto riguarda l’età di lettura, dai 5-6 anni in su? Non ci sono certezze con questo libro. Il suggerimento è di proporlo e osservare le reazioni del bambino. Se alcune illustrazioni gli causano angoscia o lo spaventano, non resta che rimandare la lettura a un periodo successivo.

Giorgia Cozza

Lettura del libro per bambini: Dentro me


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