Una storia simpatica e originale. Un riccio e una tartaruga desiderano tanto un abbraccio. Un piccolo libro perfetto per un momento di coccole con i nostri bimbi.
Il piccolo riccio era triste
“Riccio era triste. Triste come solo un riccio può sentirsi. Così triste che solo una cosa avrebbe potuto aiutarlo”. Comincia così la storia del piccolo riccio triste. Il riccio incontra una volpe e le chiede un abbraccio. La volpe risponde “certo”, ma poi dice che deve andare a rovesciare un bidone della spazzatura. E corre via con i rifiuti che volano dappertutto.
Riccio resta solo finché arriva uno scoiattolo. Il piccolo riccio gli spiega che è triste e avrebbe bisogno di un abbraccio. Lo scoiattolo però ha parecchio da fare. “Devo contare tutte le mie noccioline” spiega. Anche se di noccioline ne ha soltanto tre. E ricomincia da capo a contare…
Potresti abbracciarmi? Solo un pochino?
Riccio è di nuovo solo, finché nota una gazza posata sul ramo fiorito di un albero. Il piccolo riccio ora è proprio triste e le chiede: “Potresti abbracciarmi almeno tu? Solo un pochino?” Purtroppo però anche Gazza prende tempo e risponde “Magari dopo aver cantato la mia canzone”. Canzone che, però, è piuttosto lunga. E inizia a cantare: craaa, craaa, craaa…
Il piccolo riccio piange
Ora Riccio è proprio giù di morale. È seduto e piange. Quando arriva il gufo, non gli chiede un abbraccio, ma gli chiede una spiegazione: “Ma perché nessuno vuole abbracciarmi?”. Il gufo gli spiega che abbracciarlo è un po’ complicato a causa degli aculei che pungono. Poi però lo incoraggia: “non preoccuparti, ognuno di noi ha un’anima gemella”.
Riccio è terribilmente triste, si chiede se troverà mai qualcuno disposto ad abbracciarlo.
E poi… poi succede qualcosa di bello. Un incontro speciale. Ma prima…
Giriamo il libro sottosopra
Giriamo il libro. Sì, proprio letteralmente, giriamolo sotto sopra. Incomincia un’altra storia. Che si intitola “Abbracciami” e ha per protagonista una tartaruga. O meglio, una tartaruga triste. Così triste che solo una cosa avrebbe potuto aiutarla…
Tartaruga incontra un tasso e gli chiede: “Potresti abbracciarmi forte forte?” Ma il tasso risponde che ha le mani appiccicose, si volta e ricomincia a mangiare le more dal cespuglio.
Un abbraccio piccolino…
La piccola tartaruge incontra un coniglio. “Tu mi daresti un abbraccio? Per piacere… anche solo piccolino” chiede. Ma il coniglio non è dell’idea. Risponde: “Non ora”. E spiega che sta scavando una buca molto importante. Senza darle un abbraccio ricomincia subito a scavare.
Tartaruga se ne va sconsolata e incontra una rana. Chiede anche a lei se avrebbe tempo per un “rapido abbraccio”, ma lei risponde: “Non oggi” e aggiunge che deve fare un salto “laggiù”.
La piccola tartaruga piange
La tartaruga è sempre più triste e si mette a piangere. Anche lei incontro il gufo e gli chiede se nessuno la abbraccerà mai. Il gufo le spiega che gli animali non hanno voluto abbracciarla per via della sua corazza molto dura. Ma conclude con le stesse parole di incoraggiamento rivolte al piccolo riccio: “non preoccuparti. Ognuno di noi ha un’anima gemella”.
Tartaruga, sempre più sconfortata, si chiede se troverà mai qualcuno da abbracciare. E poi…
Riccio e Tartaruga si incontrano!
Nell’altra pagina, nella pagina accanto, ecco che fa capolino Riccio. Si incontrano e… si corrono incontro. E insieme a loro corriamo alla metà esatta del libro quando finalmente sia il riccio, sia la tartaruga possono avere l’abbraccio tanto desiderato!
Il potere di un abbraccio
Questo libro ve lo segnalo perché mi piace l’argomento, quindi il bisogno di un abbraccio, e per la trovata originale del libro che si legge da entrambe le parti con le storie speculari del riccio e della tartaruga. Per i bambini è divertente questo fatto della storia doppia, è proprio una sorpresa. E ogni volta si può scegliere se iniziare a leggere dalla parte della tartaruga o del riccio.
In questa storia si dà spazio alle emozioni e in particolare si parla di tristezza. Il riccio e la tartaruga sono tristi e proprio per questo vorrebbero un abbraccio.
Questo mi sembra un bel messaggio, si spiega ai bambini (e anche ai grandi) che il calore di un abbraccio ha il potere di farci sentire meglio, non più soli, compresi, accolti.
Manca un po’ di empatia
Purtroppo qui l’abbraccio non arriva. Gli animali del bosco non se la sentono di avvicinarsi a Riccio e Tartaruga a causa degli aculei appuntiti e della durezza della corazza. Qualcuno rimanda a un secondo momento, qualcuno spiega di essere occupato, ognuno ha una scusa per non dare quell’abbraccio. Il piccolo riccio e la piccola tartaruga alla fine sono così tristi che piangono. Forse questa storia può incoraggiare i lettori di ogni età a riflettere sui sentimenti degli altri e sull’effetto che possono avere scelte e decisioni di ognuno.
Leggendo vien voglia di abbracciarli noi questi due poverini, che il modo si trova e non dobbiamo lasciarci spaventare da aculei e corazze.
Ci vorrebbe un amico!
Della risposta del gufo si apprezza l’onestà poiché non cerca scuse, ma spiega chiaramente qual è il motivo per cui la volpe, il coniglio, la rana, il tasso e gli altri non hanno voluto abbracciare i due protagonisti. Non mi ha convinto la parte finale in cui si parla dell’anima gemella, secondo me per avere finalmente l’abbraccio non serve un’anima gemella ma un buon amico che veda e vada oltre le apparenze e le differenze. A parte questo, la storia è molto carina e bello il finale.
Consigliato a bambini di ogni età, il testo è semplice, le illustrazioni sono graziose e immediatamente comprensibili anche per i più piccoli. Anche il formato è originale perché è un quadrato molto piccolo, adatto alle mani dei bambini.
I lettori più grandicelli potranno apprezzare il colpo di scena della doppia storia con l’incontro a metà del libro.
Tenero e originale!
Giorgia Cozza