Il film prende spunto dal romanzo settencentesco I viaggi di Gulliver di Jonathan Swift divertendosi a giocoare con i concetti grande e piccolo.
Racconta del protagonista, Lemuel Gulliver, non un dottore come nel romanzo, ma un fattorino della posta impegato in un grande giornale.
Ogni giorno Lemuel Gulliver, da unici anni, fa il suo giro con in carrello pieno di posta e di pacchi da consegnare ai redattori e ai direttori. La sua vita scorre senza entusiamo, senza una metà, vivendo alla giornata e sognando di almeno parlare con la caporedattrice della sezione viaggi del giornale.
Ad un certo punto tutto cambia, e si trova imbaracato per un viaggio al triangolo della Bermuda, su incaricao della bella redattrice, senza neppure renderse conto.
Durante il viaggio una tempesta lo porterà a naufragare su un’isola abitata da omini piccoli piccoli: i Lillipuzziani. Qui dopo un primo incontro / scontro con il piccolo popolo industrioso, millantantando di essere quello che non è, diveta l’idolo locale.
Tra le molte cose che il nostro Gulliver inventa, dice di essere il presidente del suo paese e racconta la sua vita attingendo pesantemente e senza senso dalla storia del cinema in più spaccia per propri i riff di chitarra dei Guns n’ Roses.
Il protagonista incarna l’adulto sempre infantile che può finalmente esserlo!
Ma i guai sono in arrivo..
Film apprezzabile anche da un pubblico adulto per la presenza delle numerose citazioni cinematografiche che spaziano in oltre trent’anni.
Buona visione e buon divertimento!