Tutte le sere, la stessa storia…
Il mio papà è grande e forte, ma tutte le sere, si ripete la stessa storia. Comincia sempre così: “non voglio andare a letto!”
Entra subito nel vivo la storia di un bambino e di un papà che è una storia un po’ a rovescio, perché è il bambino che deve mettere a letto il papà ed è il papà che non vuole mai andare a dormire. A narrare è il bimbo: “Allora, io cerco di convincerlo con le buone”. E spiega al papà (che ha un’espressione tristissima) che è tardi e bisogna fare la nanna per essere in forma il giorno dopo.
Un papà che fa i capricci
Un’altra storia!
“Ancora un’altra storia! Ti prego, una soltanto!”. Il papà stringe il bambino tra le braccia e lo supplica, con i suoi “occhioni dolci da cane bastonato”. Il bimbo non riesce a dire di no, e così scelgono un’altra storia. Però, finita la seconda storia, il papà chiede di raccontarne un’altra!
Quando è troppo è troppo… Il bambino ora è irremovibile, è ora di andare a letto. Il papà si infila sotto le coperte (con sempre il cappello in testa!) e il bimbo pensa “forza, ci siamo quasi…”.
Perchè un papà che fa storie per andare a letto – si legge nel testo – è parecchio stancante.
Un papà che ha paura del buio
Poco dopo, quando anche il bambino è nel suo lettino, ecco che il papà arriva in punta di piedi, sussurrando. Non ce la fa proprio ad addormentarsi da solo. E così il bimbo si arrende e accetta di rimanere con lui finché non si addormenta. Il papà sembra addormentato. È il momento per il bambino di tornare nel suo letto, ma quando sta per spegnere la luce… Scopriamo che il papà ha paura del buio!
La storia si chiude con la luce del corridoio che resta accesa finché questo papà-bambino non si addormenterà.
Una fiaba originale
Una fiaba all’incontrario, dove il papà, con tanto di cravatta e capello, fa storie e si lamenta perché non vuole andare a dormire, chiede una storia e poi un’altra e un’altra ancora, non riesce ad addormentarsi senza avere qualcuno accanto e infine… ha paura del buio. A ruoli rovesciati è il bambino a occuparsi del papà e a gestire con grande pazienza le sue richieste e resistenze.
Le illustrazioni sono originali, sui toni dei grigi e dei beige, immediatamente comprensibili.
Un papà che ispira simpatia
Una lettura simpatica per grandi e piccini, che potrebbe essere di aiuto per i bambini che hanno delle difficoltà con il momento della nanna. Qui anziché immedesimarsi nel bambino, ci si immedesima in questo buffo papà che rispecchia le fatiche dei più piccoli.
Da parte sua il bambino offre un ottimo esempio di pazienza, poiché accoglie il disagio del papà e sa dosare con una certa sapienza regole e concessioni. È bello che il bisogno di avere qualcuno accanto per prendere sonno venga accolto e normalizzato, così come il timore del buio.
Rassicurante!
Per quanto riguarda l’età di lettura, è una storia che si può leggere con bimbi dai 3 anni circa (ma anche due anni e mezzo) e che può far sorridere anche i bambini più grandi.
Giorgia Cozza