2 Maggio 2014 ARTICOLI

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Il corpo femminile: quarta parta

Argomenti che tratterò in questo articolo: la prostata femminile e il punto G.


La prostata femminile è una zona sensibile non ancora correttamente indagata, rimasta a lungo in penombra, probabilmente perché rientra nella definizione di ghiandola parauretrale. È un organo pienamente funzionante e dal 2001 il nome prostata femminile è un termine riconosciuto a livello internazionale, accettato anche dalla medicina tradizionale. È più piccola di quella dell’uomo, circonda l’uretra ed è posizionata all’interno della parete vaginale anteriore, ovvero verso l’addome. Premendo sulla prostata si può avvertire una leggera voglia di urinare. La superficie della prostata è increspata e raccoglie ghiandole e canali. Le ghiandole periuretrali o di Skene si possono riempire di fluido, in risposta all’eccitazione sessuale e in particolare in seguito alla stimolazione vaginale interna, presumibilmente stimolando il punto G. Il rigonfiamento del tessuto circostante l’uretra dipende dalle ghiandole, che si riempiono di fluido e dal tessuto circostante erettile che si solleva (costituito dallo stesso tessuto del corpo spugnoso che è quello che nell’uomo consente l’erezione del pene). Il fluido prodotto è simile per composizione chimica ed ormonale a quello secreto dalla prostata maschile (quello in cui viene diluito lo sperma) e come per gli uomini, una volta secreto passa nell’uretra e da qui può venire espulso in seguito alle contrazioni ritmiche dei muscoli pelvici che avvengono durante l’orgasmo. Uno studio condotto da alcuni scienziati presso l’Università dell’Aquila nel 2002 ha riscontrato una grande variabilità della microanatomia degli organi sessuali femminili, per cui la grandezza delle aperture delle ghiandole periuretrali varia in modo considerevole da donna a donna, fino a quasi scomparire o a sfociare nell’atrofia in alcune donne. Questo allora potrebbe spiegare l’assenza del fenomeno eiaculatorio in molte donne.

Il punto G (o punto Gräfenberg)sarebbe un punto particolarmente sensibile della parete anteriore della vagina e dovrebbe far provare alle donne degli orgasmi più intensi. Dovrebbe trovarsi sopra l’orifizio vaginale in direzione della parete addominale lungo l’uretra, quindi al centro del tessuto ghiandolare della prostata. Da ciò si evince, che per punto G probabilmente si intende la prostata femminile, quindi un’area e non un punto. D’altronde, gli scienziati, quando ne parlano, si riferiscono ad una zona o regione e non ad un punto. A livello scientifico la situazione è controversa. Una ricerca, in cui sono state esaminate con metodo scientifico 110 biopsie ricavate da 21 donne, ha dimostrato che non esiste una zona con una maggiore densità di innervazione nella vagina. Nel 2008, il professor E. Jannini, titolare della cattedra di sessuologia medica presso l’Università dell’Aquila, ha pubblicato i risultati di uno studio in cui dimostra, solo in alcune donne, la presenza del punto (meglio zona) G. Si tratta di uno studio criticato da molti scienziati, perché dalle ecografie non si riesce ad evidenziare una struttura anatomica identificabile come punto G.

 

Bibliografia utile

Bibliografia di approfondimento

Camaioni L. (1993), Manuale di psicologia dello sviluppo, Il Mulino, Bologna;

Henning A.M., Bremer-Olszewski T. (2013), Make love, L’ippocampo, Milano;

Veglia F., (2005), Manuale di educazione sessuale, volume 2, Erickson, Trento;

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