6 Aprile 2018 L'ESPERTO RISPONDE

LABirINTO

Le dottoresse Nota e Garritano psicologhe, e Daniela Meschieri, psicologa e psicoterapeuta, propongono percorsi di gruppo, consulenze, valutazione cognitiva, per promuovere il benessere emotivo-cognitivo dei bimbi e dei loro genitori. Per contattarle [email protected] o 340/87.15.241

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Bambino di 6 anni che non mi mangia quasi nulla

Buonasera,
le scrivo per un parere non che non ne abbia già sentiti, ma nessuno che abbia portato a risolvere o perlomeno ad attenuare in parte il problema.
Praticamente sono mamma di un bambino di 6 anni che non mi mangia quasi nulla.
Una sua giornata tipo è: colazione alla mattina con latte e biscotti, poi a forzarlo a fare merenda mangia veramente un quadrotto piccolissimo di focaccia e per di più la maestra mi dice che fa anche fatica, alle 12:00 veramente mezza fettina di pollo, pomeriggio nulla, sera pochissimo.
Questo si ripete da 4 anni a questa parte anche cambiando cibo, anzi peggiora il tutto in quanto se qualcosa cambia forma, tipo la pasta, se da corta magari ha una forma diversa neanche l’assaggia. Verdura non ne mangia, frutta non ne mangia.
Mangia solo le solite cose da 4 anni a questa parte.
Ho cercato in tanti modi di cambiare, ma piuttosto non mangia, e così ha cali ipoglicemici.
Diciamo che più che altro è una sua fissa: se i biscotti non sono come li mangia lui, non li vuole e così via…
Cosa mi consigliate? dove sbaglio?
Grazie mille per una vostra risposta.

Gentile mamma,
comprendiamo la sua ricerca costante di una soluzione ad un problema quotidiano, serio e gravoso. Purtroppo, però, posizionarci alla fine di una lunga lista potrebbe creare un effetto opposto a quello che speriamo tutti. Se lei chiede per strada come raggiungere una destinazione ma le rispondono più persone contemporaneamente o in rapida successione, l’effetto è solo quello del disorientamento, per quanto ce la mettano tutta o conoscano la destinazione.

Talvolta, infatti, nel tentativo di poter finalmente tirare un sospiro di sollievo, ci si confronta con tante persone e ciascuna analizza solo un dettaglio della situazione, finendo per offrirle una spiegazione parziale e una soluzione che non può essere esaustiva.

Le chiediamo dunque di fermarsi un attimo, di pensare a quale esperto possa pensare di meritare maggiormente la sua fiducia, a chi affidarsi, che sia il vecchio pediatra o uno nuovo, per esempio, di raccogliere poi tutto quello che è stato fatto e di analizzarlo con calma, cercando di aggiungere un pezzo per volta a quella che deve essere una rete: quali specialisti sono stati incontrati in quattro anni (pediatra, nutrizionista, allergologo, psicologo…)?
Sono state fatte visite specialistiche, fatte diagnosi e esami? Con che risultati? A quando risalgono?
E poi, in questi quattro anni e nei vari tentativi, quando è cominciato tutto, cosa sembra non risolvere il problema ma almeno avere qualche effetto? Cosa determina un peggioramento?
Perché quella che all’esterno è una fissa, da dentro è un equilibrio psicofisico delicato ed in quanto tale è difficile abbandonarlo, se non si riesce a trovarne un altro, paradossalmente anche laddove fosse deleterio a lungo andare.

La ringraziamo per aver condiviso con noi quattro anni di fatica e tenacia.

Le auguriamo davvero in bocca al lupo.

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