25 Novembre 2010 L'ESPERTO RISPONDE

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Il mio bambino è lagnoso

Salve a tutti,
volevo fare una domanda: sono mamma di un bambino di nove mesi che si lagna dalla mattina alla sera!!!
Passa dal riso al pianto in un secondo e si lamenta nel vero senso del termine in continuazione… premetto che è in salute e non sembra accusare nessun dolore fisico; allora mi chiedo: sbaglio qualcosa io nella sua gestione?
Cerco sempre di stargli vicino, gioco con lui, lo faccio uscire, ma sembra che niente gli vada a genio!!!
Arrivo alla sera stremata, e sono veramente sotto stress!! quella lagna continua me la sogno pure di notte!! aiuto!!! è normale?
Altri bambini sono così o il mio è un caso disperato?

grazie in anticipo!

 

Cara mamma,
il tema della “lagna” è piuttosto ricorrente in qualunque contesto bambinesco… nel senso che molto spesso i bambini sperimentano questo atteggiamento nella propria famiglia, ai giardinetti o nei luoghi educativi.

Ritrovarne la causa è impresa difficile, ma non impossibile.

Quando abbiamo escluso che possa derivare dagli stimoli primari come il benessere fisico (il reflusso gastro-esofageo, i denti, etc.), la fame, il sonno, la temperatura corporea, i suoni dell’ambiente circostante allora possiamo ipotizzare che si tratti di approccio al mondo esterno del temperamento del bimbo stesso.
Nel senso che i bambini, soprattutto nella tenera età della tua creatura, approcciano per tentativi al mondo esterno muovendosi sulla modalità stimolo-risposta partendo dall’imitazione dell’adulto di riferimento.

Può essere utile allora osservare il nostro atteggiamento nelle relazioni con altri adulti e nei contesti sociali che ci vedono protagonisti: dalla panettiera, in auto, al telefono, ai giardinetti, etc.
Questo non significa necessariamente che siamo noi a lagnarci, ma che il bambino ha osservato la nostra risposta alle lagne altrui e mette in atto il medesimo stimolo per verificare su di sé quella nostra risposta… paziente e disponibile.

Molte volte si possono osservare bambini che si tengono compagnia attraverso una melodia lenta, ripetitiva, continua e per noi noiosa, ma non sono manifestazioni di protesta o malcontento: il bambino porta semplicemente dentro di sé questa indole ed il nostro compito potrebbe essere quello di mostrare “altri” approcci alla relazione proprio per non arrivare a fine giornata esauste e stressate.

L’utilizzo della fascia di stoffa si è dimostrato un valido strumento: la posizione verticale procura sollievo nei casi di reflusso e facilita la digestione in quanto i movimenti della mamma fanno muovere tutto il corpo del bambino; il calore corporeo è costante e non subisce sbalzi; il profumo e la vicinanza della mamma rassicura e mantiene costante la presenza; migliora la comunicazione fra mamma e bambino riducendone il pianto; la visione del mondo circostante stimola lo sviluppo psico-fisico, motorio, visivo, in modo armonico e crea condivisione… a nove mesi possiamo cominciare a portarli sul fianco e sulla schiena.

Passando attraverso l’ascolto dei nostri figli e creando empatia riusciamo a trovare il canale per raccontare loro i nostri limiti ed il modo in cui preferiamo ricevere richieste d’attenzione e d’amore.


(…) e fu lentezza e lentezza
e sopore e –risvegliàta – immensa
floridezza e lenta lenta vita
assaporata
ma sempre poca – sempre a poco a poco –
sempre senza – senza tetto né letto –
senza
prepotenza: terribilmente
solo e solo amore (….)

Tratto da un articolo scritto da Francesca Matteoni Da: La scelta, la sorte (1994-1997), (Firenze: Gazebo, 2001). La poesia è inclusa nel volume antologico: A parole – in immagini. Antologia poetica 1963-2007, appena uscito per le edizioni Gazebo.

Portare i bambini di Grazia De Fiore ed. Coleman Editore
“Crescerli con amore” di Hilary Flower ed La Leache League

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