1 Novembre 2016 L'ESPERTO RISPONDE

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Bambino sempre triste, che fare?

Buon giorno mi chiamo Ivana e ho 26 anni… Ho due figli uno di tre anni e tre mesi (Francesco) e una bimba di sette mesi (Samantha). Il problema che ho riguarda il grande, Francesco, in quanto è un bambino molto particolare. Non sono l’unica a definirlo particolare ma anche la maestra dell’asilo, la pediatra di famiglia e la famiglia stessa. Mio figlio da quando è nato era sempre nervoso… Non dormiva mai ed è stata dura… Ora finalmente dorme tutta la notte e fa anche il pisolino pomeridiano… Da circa un anno ha iniziato a comportarsi come un bambino estremamente infelice. Non gli faccio mai mancare nulla né a livello sentimentale che materiale. Qualche piccolo gioco glie lo concedo ma lo stesso si innervosisce. È un bambino che si innervosisce per nulla, si arrende alle piccole difficoltà (anche se piccole per noi x lui saranno enormi), piange e si lamenta sempre, i sorrisi sono rari, anche se ci sono, non mangia da solo ma vuole essere imboccato, quando si innervosisce x qualunque cosa incomincia a dare testate ovunque (muri, spigoli, divano)… Se lo portiamo al parco sembra che lo portiamo ad una discarica… Non lo vedo mai felice… È sempre triste… Non parla molto (ci prova ma non ha un grande linguaggio ma comunque ci fa capire “massa sassi assai nella tatà, mamma pipì mamma cacca mamma giù checco”). Quando scendiamo si allontana dai bambini e non si fida di nessuno solo della mamma del papà e dei nonni materni… Quei paterni non li calcola e nemmeno la cuginetta sopporta… Proprio ieri sera l’ho portato alle giostre e c’era un bimbo, francese, lo guarda è incomincia a gridare e tremare e diventare tutto rosso per il nervoso… Tipo Ulck quando si trasforma x intenderci… Ora ha iniziato l’inserimento all’asilo poche settimane ma è una tragedia… Piange quando lo lascio e quando lo vado a prendere lo trovo in disparte e piange quando mi vede… Con la sorellina sta diventando più monello cosa che non ha mai fatto… Prima mi aiutava a cambiare pannolino a farle bagnetto a darle la pappa.. Con l’inserimento all’asilo lo vedo ancora più triste e amareggiato e non vuole nemmeno mangiare…  e dice che ha mal di pancia.. Prima mangiava volentieri primo secondo frutta merenda e poi di nuovo la cena completa. La pediatra mi ha dato delle Ma è una fatica farle prendere… Questo suo essere così triste si sta ripercuotendo sulla famiglia… Perché noi genitori ci chiediamo cosa abbiamo sbagliato… Samantha non è così ride sempre è serena… Non so cosa mi consiglia di fare? Continuo a mandarlo all’asilo? Cosa posso fare quali metodi posso adottare per fagli cambiare questo suo essere triste e nervoso? Non lavoro quindi sono sempre presente e ho molta fiducia in lui anche se delle volte mi fa perdere la pazienza. Soprattutto quando da le tuzzate ai muri x sfogare nervoso e si fa male… poi la maestra non mi racconta mai bene bene cosa fa, secondo me lo lasciano in disparte.  Xke come si avvicina qualche bimbo grida e li fa scappare tutti… Grazie

Cara mamma Ivan,

le difficoltà inerenti il suo bambino sono presenti sin dalla nascita, per cui sarebbe stato opportuno chiedere aiuto già prima in riferimento al problema del sonno, al fatto che “da quando è nato è nervoso”, …

L’aver iniziato da circa un anno a comportarsi come un bambino estremamente infelice, potrebbe coincidere con l’attesa e poi la nascita della sorellina (Francesco avrà capito già durante la gravidanza che stava capitando qualcosa di importante, e spero che voi genitori gliene abbiate parlato con termini a lui comprensibili e accogliendo i suoi timori e preoccupazioni).

Come comportarvi:

–          quando “si innervosisce” e “incomincia a dare testate ovunque” va calmato, non sgridato perché potrebbe innervosirsi ancora di più; questo suo malessere va contenuto attraverso l’abbraccio, al fine di accogliere le sue angosce e restituirgliele bonificate. In altre parole con l’abbraccio deve trattenere il suo bambino (senza fargli male) finché si calma, fungendo così da contenitore delle sue angosce. Lasciarlo se proprio non vuole essere tenuto in braccio e procedere per tentativi, ma stargli vicino, facendogli avvertire la sua presenza rassicurante. Il contenimento, però, non si esaurisce nell’abbraccio che si offre al bambino quando questi attraversa una crisi di pianto, di rabbia o quant’altro, ma deve arrivare nel momento del bisogno, che il bambino esprime con i mezzi che ha a sua disposizione: capricci, urla, pianti, … Non esiste il capriccio, il pianto fine a se stesso: ogni crisi rappresenta un bisogno, che va compreso e considerato dall’adulto di riferimento.

–          Il bambino a tre anni e tre mesi è perfettamente in grado di mangiare da solo e non va imboccato. Spieghi con dolcezza al bambino che è capace di mangiare da solo e inizi con lui un percorso, possibilmente breve, che lo porterà a non essere più imboccato (inizia a mangiare la pasta e poi ti aiuto a finire, e man mano l’aiuto si riduce). Sia ferma e risoluta: se deve iniziare a mangiare ciò che ha nel piatto da solo, lo deve fare, non ceda se lui non acconsente, ma sempre con dolcezza e comprensione.

Da quanto scrive il bambino ha difficoltà di socializzazione, fatica a rapportarsi con gli altri bambini, per cui sconsiglio di ritirarlo dall’asilo. Le consiglio di chiedere un colloquio alla maestra per sapere come Francesco si comporta a scuola, per esporre i suoi dubbi e perplessità e per fornire informazioni su Francesco utili alle maestre stesse.

Per quanto concerne le difficoltà di linguaggio, si informi presso il pediatra se è il caso di far visitare il bambino da una logopedista.

La situazione è piuttosto complessa e se non dovesse vedere dei miglioramenti in breve tempo, le consiglio di rivolgersi ad uno psicologo per una consulenza. Sicuramente la seduta vis à vis le permetterà di spiegare meglio la situazione che state vivendo e ciò permetterà al professionista di individuare il percorso a voi più consono.

Saluti dalla psicologa

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