Cara Cristiana le rispondo innanzitutto presentandole una teoria che è ancora un fondamento per gli studi sullo sviluppo del pensiero infantile che è quella di Piaget. Secondo questo importante teorico, lo sviluppo concettuale si divide in tre stadi:
· Lo stadio preoperatorio dai due ai sei anni; il bambino sa combinare tra di loro le parole e sa comunicare, ma il pensiero non è ancora del tutto flessibile in quanto non riesce a collegare tra di loro i concetti. Il suo pensiero è di tipo egocentrico e vede il mondo solo ed esclusivamente dal suo punto di vista.
· Lo stadio delle operazioni concrete va dai sette agli undici anni; il bambino riesce a compiere ragionamenti logici e a collegarli ad azioni concrete. Inizia a saper compiere operazioni e a impiegare i concetti di numero. Sa distinguere gli oggetti intorno a lui ed ha un’idea di spazio e tempo, sebbene sia ancora legato alla concretezza degli oggetti.
· Lo stadio delle operazioni formali va dagli undici ai quindici anni; il bambino completa il suo sviluppo mentale, acquisendo il pensiero logico e astratto. Non si deve più riferire alla realtà concreta, per compiere operazioni mentali complesse.
Questo per dirle che non è sempre così facile fare una scelta, non lo è nemmeno per noi adulti in verità.
Il ruolo dei genitori è fondamentale perché aiuta la formazione dell’autostima. Genitori dubbioso sulle qualità dei figli , molto apprensivi e molto controllanti, non aiutano questo percorso. Il bambino deve poter esplorare e sbagliare sapendo di poter contare sull’aiuto dei genitori senza avere in cambio dei rimproveri.
Pillole di suggerimenti:
– In tutto ciò può essere molto utile il gioco in cui può sperimentare, andare per tentativi ed errori, senza alcun timore
– Può essere molto utile qualsiasi attività che possa svolgere prima insieme a lei e poi da sola, evitando il suo intervento.
– Se è giusto farle notare che fa qualcosa di sbagliato è altrettanto giusto lodarla nell’altro caso
Un caro saluto
dott.ssa Flavia Cavalero