16 Febbraio 2016 L'ESPERTO RISPONDE

Flavia Cavalero

La dottoressa Flavia Cavalero è psicologa e psicoterapeuta. Cura la parte “psi” del sito www.psicomamme.it, svolge l’attività nel suo studio in via Bruino, 3 a Torino e si occupa di psicoterapia individuale e di gruppo nell'ottica del raggiungimento e del mantenimento del benessere psicologico. Riceve su appuntamento, tel. 333/3628327

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Fobia scolastica

Buongiorno, mio figlio ha sei anni e mezzo e frequenta la prima elementare. Da circa due mesi ha manifestato un fobia scolastica, i primi periodi (novembre) andava a scuola un po’ con disinganno comunque piangeva relativamente ma restava in classe. Un bel giorno siamo stati contattati dalle maestre perché il bimbo ha avuto una forte crisi sfociata con il pianto associato ad una lieve forma di aggressività, pretendendo la nostra presenza e di andar via a tutti i costi da scuola. All’arrivo a scuola l’ho abbiamo rassicurato ma niente, siamo dovuti ritornare a casa. E’ iniziato un calvario ,a scuola piangeva dopo varie rassicurazioni ed insistenze via a casa. Iter preside, psicologo, assistente sociale, niente.
Dopo circa due mesi e mezzo il bambino non manifesta strani comportamenti a casa, nel contesto famigliare sta bene anzi, ma a scuola niente. Dopo varie consulenze da specialisti il problema della fobia non risolto, ha ripreso ad andare a scuola ma pretendeva la nostra presenza oppure manifestava forte crisi di pianto con un espressione  del viso un po’ strana.
Dopo tante insistenze dal psicologo nessuna risoluzione del caso.
Posso dedurre che sicuramente c’è un’ansia da separazione dalla mamma.
Il bimbo al di fuori della scuola fa attività sportiva non ha  problemi di apprendimento anzi è intelligente ha frequentato normalmente la scuola d’infanzia con la max tranquillità ed efficienza.
Il preside dopo circa due mesi mi ha proposto l’istruzione parentale, perché il bimbo frequentando la scuola ed avendo quelle crisi di pianto potrebbe arrecare problemi ad altri bimbi.
Vorrei precisare che il bimbo quando sta a scuola ed in nostra presenza sta benissimo anzi anche se attribuisco un po’ la colpa alle maestre che non sono in grado di affrontare queste situazioni diverse dalla solita routine, metodi tradizionali, rigide che un sorriso non sanno ed ho insistito anche con le maestre a cambiare atteggiamento con mio figlio: un impresa. Ci tengo a precisare che mio figlio non nessuna patologia grave comportamentale, neppure ha bisogno di sostegno anzi quel poco che fa apprende precocemente: sa leggere.
Vorrei concludere che vorremmo risolvere disperatamente il problema reintegrare mio figlio in maniera del tutto normale senza pretese, non voglio fare critiche sulle maestre perché potrei sembrare un po’ scettico ,sicuramente mi rivolgerò ad un altro psicologo. Sono veramente angosciato.
Chiedo disperatamente un vostro parere.

Buongiorno Fabio, dalla sua lettera è evidente il suo stato di preoccupazione, a questo proposito la prima cosa che mi sento di dirle è che questo stato può facilmente essere trasmesso anche al bambino che lo percepisce e lo fa suo aggiungendolo alla sua ansia. Quindi come prima cosa le consiglio di cercare di affrontare la situazione con la maggiore serenità possibile.

Penso che questa situazione richieda sì l’intervento di uno psicologo, ma di uno che, con sguardo a tutto l’insieme, intervenga su più fronti e non solo con il bambino. Mi sembra infatti che si sia creata una sorta di “contagio” che coinvolga in primis il bambino ma anche la scuola e la famiglia e non credo che sia possibile ottenere alcun risultato agendo solo su una di queste parti.

In prima elementare sono molti i casi in cui i bambini manifestano ansia da separazione ed ognuno lo fa in modo diverso, di solito queste situazioni rientrano piuttosto facilmente utilizzando alcune premure nei loro confronti perchè si tratta di difficoltà e non di un disturbo. In altri casi la situazione è un po’ più complessa, ma non impossibile se si affronta in maniera adeguata e coinvolgendo tutte le parti in causa.

Non mi è possibile approfondire maggiormente il discorso proprio perchè mi manca la possibilità di confronto con le altre persone coinvolte e non ho elementi per esprimermi né per azzardare ipotesi.

Spero di esserle stata comunque utile

Cordialità

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