28 Luglio 2014 L'ESPERTO RISPONDE

Flavia Cavalero

La dottoressa Flavia Cavalero è psicologa e psicoterapeuta. Cura la parte “psi” del sito www.psicomamme.it, svolge l’attività nel suo studio in via Bruino, 3 a Torino e si occupa di psicoterapia individuale e di gruppo nell'ottica del raggiungimento e del mantenimento del benessere psicologico. Riceve su appuntamento, tel. 333/3628327

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I bambini e il rispetto delle regole

Buongiorno sono la mamma di un bambino di sette anni di nome Lorenzo vivace ed esuberante.
La sua vivacità si manifesta nel voler sempre essere impegnato in qualcosa, talvolta anche in quelle attività che sono di competenza degli adulti.
Mi spiego meglio: se Lorenzo vede un adulto impegnato in qualcosa, subito chiede di intervenire per aiutarlo, ha voglia di fare, anche quando si tratta di cose faticose.
E’ un bambino molto creativo, non ama i videogiochi ai quali dedica pochissimo tempo, adora invece inventare e costruire i giochi utilizzando cio’ che trova in casa. Il mio problema è che Lorenzo troppo spesso, anche con gli amici, vuole essere lui a decidere, a dettare le regole.
Se per esempio gioca a calcio con i bambini, tende a tenere la palla, vuole che tutti la debbano passare a lui, ed io continuamente gli dico che si deve giocare insieme, si devono rispettare gli altri.
Questo per me sta diventando un grosso problema, mio marito dice che con la crescita imparerà a gestire queste sue emozioni “eccessive” ma temo che questi suoi comportamenti possano al lontanarlo dagli amici. Ho il terrore, e non esagero, che mio figlio cosi’ facendo possa essere escluso dai gruppi, rimanere da solo anche se a lui invece questo non sembra interessare.
Desidererei sapere come possiamo aiutare nostro figlio a rispettare di piu’ le regole, come fargli capire che non puo’ essere solo lui a decidere.
Grazie.

Cara Marianna, mi sembra che suo marito abbia colto nel segno, probabilmente Lorenzo deve imparare a gestire le sue emozioni che lo confondono un po’.
Il gruppo dei pari può essere vissuto in molti modi, da gregari o da leader, e forse Lorenzo non ha ancora trovato la sua via che vorrebbe fosse quella del leader ma non è ancora pronto a fronteggiarne la complessità.
Capisco che, per lei, l’idea che il bimbo sia escluso dai gruppi non è piacevole, ma questo stesso pensiero non è di aiuto a suo figlio. I gruppi si regolano da soli, le dinamiche interne di autoregolazione fanno sì che chi viene escluso un giorno, venga integrato successivamente. Lorenzo, del resto, ha anche bisogno di conoscere la frustrazione e di imparare a tollerarla.
Rispetto alle regole, mi e le chiedo come vada in casa, se è abituato a rispettare delle regole o se i confini sono labili. Di solito i bambini abituati a dover rispettare delle regole già in famiglia (orari per mangiare, per dormire, per guardare la tv ecc ecc) fanno meno fatica a rispettarle a scuola e nei giochi.
Il consiglio è quello di fare raccontare a Lorenzo il perché dei suoi comportamenti, non al fine di sgridarlo, ma per spiegargli e nominare le emozioni che prova.
Inoltre ritengo sia importante che continui a frequentare il gruppo dei pari, intervenendo poco nelle loro relazioni proprio per aiutarlo a capire da sé le conseguenze del suo comportamento.
Un caro saluto

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