Cara Marianna, mi sembra che suo marito abbia colto nel segno, probabilmente Lorenzo deve imparare a gestire le sue emozioni che lo confondono un po’.
Il gruppo dei pari può essere vissuto in molti modi, da gregari o da leader, e forse Lorenzo non ha ancora trovato la sua via che vorrebbe fosse quella del leader ma non è ancora pronto a fronteggiarne la complessità.
Capisco che, per lei, l’idea che il bimbo sia escluso dai gruppi non è piacevole, ma questo stesso pensiero non è di aiuto a suo figlio. I gruppi si regolano da soli, le dinamiche interne di autoregolazione fanno sì che chi viene escluso un giorno, venga integrato successivamente. Lorenzo, del resto, ha anche bisogno di conoscere la frustrazione e di imparare a tollerarla.
Rispetto alle regole, mi e le chiedo come vada in casa, se è abituato a rispettare delle regole o se i confini sono labili. Di solito i bambini abituati a dover rispettare delle regole già in famiglia (orari per mangiare, per dormire, per guardare la tv ecc ecc) fanno meno fatica a rispettarle a scuola e nei giochi.
Il consiglio è quello di fare raccontare a Lorenzo il perché dei suoi comportamenti, non al fine di sgridarlo, ma per spiegargli e nominare le emozioni che prova.
Inoltre ritengo sia importante che continui a frequentare il gruppo dei pari, intervenendo poco nelle loro relazioni proprio per aiutarlo a capire da sé le conseguenze del suo comportamento.
Un caro saluto
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