21 Giugno 2016 L'ESPERTO RISPONDE

Avv. Maria Ferrara

Titolare dello Studio professionale MF Legal Office che offre assistenza e consulenza legale sia in ambito giudiziario che conciliativo, con particolare riferimento al diritto di famiglia. Appassionata del proprio lavoro e “preda” di un guizzo creativo che la porta alla ricerca continua di nuove esperienze. Riceve su appuntamento nel suo studio di Via Baltimora, 90 a Torino tel. 011/197.193.38

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Impugnare una donazione

Buongiorno, mia suocera vedova con capitale di €4.500.000 ha donato valore comm €1.000.000 immobili con valore catastale €140.000 ai due figli della figlia e altro valore commerciale €1.000.000 immobili così suddiviso: €200.000 valore catastale al figlio (mio marito) e €100.000 valore catastale a mio figlio. Resta ancora un capitale di  €2.500.000 da dividere.
In pratica mia cognata non ha preso nulla per sua volontà e inoltre dall’atto sembrerebbe noi aver preso di più, anche se la stima era uguale. Alla morte di mia suocera mia cognata potrebbe impugnare la donazione e prendersi a metà dell’immobile stimato € 200.000 donato a mio marito? E’ possibile  sistemare la cosa? la quota di legittimità rientra? Mi può cortesemente ragguagliare, ringrazio e cordialmente saluto Elena

Gentile lettrice,

le donazioni fatte in vita che ledono la quota di legittima possono essere impugnate dagli eredi (dopo la morte del donante) attraverso una specifica azione giudiziaria detta di “riduzione”.

Però,  attenzione, stabilire se una quota di legittima sia stata lesa  non è cosa  semplice, soprattutto quando di mezzo ci sono degli immobili.

Occorre fare un’accurata valutazione del patrimonio residuo del defunto (mobiliare e immobiliare) e degli atti dispositivi che egli ha compiuto quando ancora era in vita.

Solo una volta capito se la quota di legittima sia stata lesa e stabilito altresì di quanto sia stata lesa, allora l’interessato potrà valutare l’azione giudiziaria.

Esiste sempre la possibilità di trovare un accordo fra le parti coinvolte onde evitare processi lunghi e costosi per tutti. In genere i professionisti intavolano delle trattative che, se ben condotte, possono portare a buoni risultati.

In ogni caso, tutti i discorsi vanno rimandati a dopo la morte del soggetto disponente e la valutazione cambierà a seconda che egli abbia fatto testamento o meno.

Le donazioni sono atti che vanno ponderati molto bene sia da chi li dispone, sia da chi li riceve, perché sono atti impugnabili sotto tanti profili. Se si tratta di immobili poi, bisogna considerare che la vulnerabilità dell’atto di donazione, ben conosciuta alle banche e ai notati, può incidere sulla commerciabilità del bene.

Spero di esserLe stata d’aiuto.

Cordialmente

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