1 Febbraio 2018 L'ESPERTO RISPONDE

LABirINTO

Le dottoresse Nota e Garritano psicologhe, e Daniela Meschieri, psicologa e psicoterapeuta, propongono percorsi di gruppo, consulenze, valutazione cognitiva, per promuovere il benessere emotivo-cognitivo dei bimbi e dei loro genitori. Per contattarle [email protected] o 340/87.15.241

Tutti gli articoli >  

Home  > L'esperto Risponde  > Scuola primaria a 5 anni? o no? Che scelta fare?

Scuola primaria a 5 anni? o no? Che scelta fare?

Gentili esperti mio figlio di quasi 5 anni, ad aprile prossimo, frequenta la terza classe della scuola materna.
E’ un cosiddetto anticipatario e pertanto abbiamo deciso di lasciarlo a scuola materna anche per il quarto anno, il prossimo 2018-2019, in modo che la sua iscrizione alla primaria avvenga a 6 anni compiuti e non a 5 come avrebbe diritto di fare.
E’ stato sempre difficile il distacco da mamma e papa’, la mattina per andare a scuola: sin dal nido, dal quale l’ho ritirato per iscriverlo appunto da anticipatario alla materna, pensando che piangesse perché si annoiava, visto che la composizione della classe era per la maggior parte di bambini più piccolo di lui.
Anche l’inserimento alla materna è stato lungo e travagliato: è un bambino molto attaccato a noi.
Comunque sono passati quasi tre anni e la cosa si era stabilizzata.
Ora, al rientro dalle vacanze di Natale, ha avuto una ricaduta e ha ricominciato a dire che non vuole più andare a scuola, piange la mattina quando lo lascio e piange anche a metà mattinata facendosi prendere dallo sconforto.
Mi dice che si annoia e che vuole stare con noi che probabilmente lo facciamo divertire di più. Certo, con noi non vive la competizione con i compagnetti, può fare capricci che con le maestre non si permette (perché è un bambino che tiene molto a non deludere gli adulti e quindi con loro è molto ubbidiente) e, visto che la classe è di età mista, può anche essere vero che le attività proposte lo annoino, dato che ora lui e altri sono i più grandi della classe.
E’ un problema per me. Non so come aiutarlo. Credo a lui che si annoia perché conosco la scuola e le insegnanti e, con tutta la buona volontà fanno fatica ad essere interessanti ogni giorni per così tanti bambini di età diversa, in classe sono 29 bambini di età compresa tra i 3 e i 6 anni.
Non vorrei neanche anticipargli l’iscrizione a scuola al prossimo anno scolastico perché credo che a 5 anni e 4 mesi, forse la prima elementare è troppo impegnativa, ma anche l’idea di costringerlo a frequentare questa scuola per altri due anni mi fa pensar e che forse non sto capendo il suo messaggio.
Che pensate? Help. Mi serve una parola da professionisti.
Grazie

Cara mamma,

grazie per averci scritto.

Dal racconto che ci fa, risalendo indietro con gli anni, ci salta subito all’occhio una caratteristica del suo bimbo: la difficoltà nei momenti di separazione da mamma e papà.

Alcune informazioni non sono presenti e non ci permettono di darle una risposta esaustiva. Per esempio non è chiaro da dove provenga la noia; è il bambino che la esprime? gli insegnati sottolineano che il bimbo sembra annoiato durante le attività proposte? Inoltre ci mancano informazioni sul parere degli insegnanti. Le consigliamo innanzitutto di approfondire la tematica scuola con le insegnanti, che sono le figure più vicine al bimbo, nei momenti che non è con voi. Sarebbe interessante capire come vedono il bimbo, che tipo di rapporti ha con i pari, se patisce molto il momento del distacco dalle figure famigliari, che cosa succede successivamente, ovvero se poi gioca e si interessa ad un’attività, se si fida degli insegnanti e se si sente sicuro e a suo agio nell’ambiente scuola.

È infatti importantissimo capire se il disagio manifestato dal suo bimbo è legato ad una difficoltà di separazione dalle figure genitoriali. Nella maggioranza dei casi, è proprio così, soprattutto se ripercorrendo la storia del bambino, si ritrova una certa “sensibilità” verso il tema della separazione (il bimbo protesta attivamente nel momento in cui saluta il genitore, non si lascia consolare, piange molto). In genere la risposta dei genitori, di fronte a queste difficoltà, è la riduzione dei momenti in cui il bimbo viene lasciato ad altre figure; questo comportamento, che avviene naturalmente nei genitori, è controproducente e va a rafforzare l’idea che ha il bambino di sè: “non posso e non riesco a stare senza mamma e papà”.

L’atteggiamento migliore è quello che valorizza e incrementa i momenti di separazione, trasmettendo al bambino che sia lui sia i genitori possono stare lontani per qualche tempo e che non succede niente. Sui bimbi grandicelli come il suo, si può verbalizzare, che quando sente la mancanza può pensare a lei e pensare che mamma o papà torneranno a prenderlo.

Un atteggiamento sereno del genitore al momento della separazione e la fiducia nei confronti delle persone che si occuperanno di lui, sono gli ingredienti essenziali per il benessere emotivo del bimbo durante i suoi momenti di esplorazione ed indipendenza.

Chiedi all'esperto

Vuoi fare una domanda ai nostri esperti? fa la tua domanda compilando il form, selezionando come argomento quello più pertinente alla tua domanda

INVIA DOMANDA
Categoria:

Iscriviti alla nostra Newsletter

Ogni settimana, tra giovedì e venerdì, ti arriverà una mail informativa sugli appuntamenti, le opportunità e le offerte del territorio.

Iscriviti