14 Aprile 2018 L'ESPERTO RISPONDE

LABirINTO

Le dottoresse Nota e Garritano psicologhe, e Daniela Meschieri, psicologa e psicoterapeuta, propongono percorsi di gruppo, consulenze, valutazione cognitiva, per promuovere il benessere emotivo-cognitivo dei bimbi e dei loro genitori. Per contattarle [email protected] o 340/87.15.241

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Il trasferimento in un’altra città con un bimbo piccolo

Salve, sono Maria e ho 33 anni. Abbiamo un bimbo di appena 4 anni e da 9 mesi ci siamo trasferiti dalla Sicilia in una cittadina del nord poiché mio marito ha vinto un concorso.
Mio figlio giù dall’età di 11 mesi andava al nido e poi materna fino ai tre anni e mezzo poiché entrambi lavoravamo. Avevamo una vita piena e ricca di amore tra nonni, zii cuginette… e mio figlio non ha mai avuto problemi, anzi le maestre mi dicevano sempre che era un bimbo molto sveglio e sensibile ma sereno.
Da quando siamo qua non accetta nulla. Inizialmente pensavamo fosse normale.
A settembre primo asilo… ad ottobre cambiamo perché non si trovava e la maestra non era adatta, nuovo asilo e sembrava andare un po’ meglio, non appena inizia la mensa mio figlio iniziò a lamentarsi… dice sempre che vuole i nonni e qui non gli piace.
Da una settimana vomita tutti i giorni non appena arriva all’asilo.
Volevamo sapere se stiamo creando uno squilibrio al piccolo che sarebbe disposto di stare da solo purché giù in Sicilia.
La ringrazio anticipatamente
Maria

Cara mamma Maria,
grazie per averci scritto. Cerchiamo di rispondere ai suoi dubbi.
Non abbiamo notizie circa la comunicazione al bambino del trasferimento (quanto prima gli è stato detto? come è stato preparato? cosa rappresenta per voi questo cambiamento?). Il trasferimento in un’altra città rappresenta per tutti, piccini ed adulti, un evento importante perchè è un cambiamento a tutti gli effetti e richiede la capacità e la necessità di trovare un nuovo equilibrio. Il ritrovare un buon equilibrio è l’ingrediente essenziale per riacquistare quella serenità che vedeva nel suo bambino e che era descritta anche dalle maestre.

Dato che ci descrive la situazione come tranquilla prima del trasferimento, è altamente probabile che il disagio che mostra il suo bimbo sia legato esclusivamente all’evento che ha coinvolto tutta la
vostra famiglia e che avrà avuto delle ripercussione emotive anche su voi genitori. E’ sempre difficile lasciare un posto, una casa, dove si è abitati per tanto tempo, una rete sociale, amici e parenti, dei punti di riferimento stabili a cui attingere quando si ha bisogno di condividere affetto e momenti ludici. Proprio per questo, anche se il disagio del suo bimbo è legato unicamente al trasferimento, non deve pensare di avergli creato una squilibrio irreparabile. Di fronte al disagio del piccolo la risposta non deve essere un ritorno alla situazione di prima, lontano da voi. Questo significherebbe trasmettere al bimbo che i cambiamenti sono molto difficili per lui e che non riesce a sostenerli,
tanto da dover “riparare”, ripristinando la situazione iniziale.

Pensi a quanti cambiamenti dovrà affrontare nella sua vita, alcuni magari non così prevedibili come è capitato invece adesso, che ci pare sia stato un trasferimento programmato o comunque non dall’oggi al
domani. Pensi che questo “evento” possa essere l’occasione per aiutare il suo bimbo a familiarizzare con la capacità di adattarsi ad una situazione nuova, con tutte le fatiche che comporta.

Le consigliamo di parlare con il suo bimbo di come vivete voi questo trasferimento e di esplorare con lui che cosa ne pensa con domande del tipo: “cosa ti piace di più della nuova città? cosa ti piace di meno? cosa possiamo fare per trovare nuovi amichetti?”

Il cambio di scuola è un ulteriore cambiamento che ha dovuto affrontare nel giro di poco tempo quindi sicuramente avrà bisogno di più tempo per adattarsi anche alla nuova scuola.

Attraverso il vomito sta somatizzando e comunicando il suo disagio; occorre non sottolineare che vomita perchè sta andando a scuola ma comunicargli che capita a tutti di stare male in alcuni periodi della
propria vita. Il bimbo dovrebbe sentire che succede, che capita e che andrà sicuramente meglio.

Se con questi accorgimenti, dopo qualche mese, il suo bimbo continua a stare male, le consigliamo di richiedere qualche consulenza psicologica per capire più da vicino come aiutare il suo bimbo a ritrovare il suo equilibrio emotivo.

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