20 Luglio 2014 L'ESPERTO RISPONDE

Flavia Cavalero

La dottoressa Flavia Cavalero è psicologa e psicoterapeuta. Cura la parte “psi” del sito www.psicomamme.it, svolge l’attività nel suo studio in via Bruino, 3 a Torino e si occupa di psicoterapia individuale e di gruppo nell'ottica del raggiungimento e del mantenimento del benessere psicologico. Riceve su appuntamento, tel. 333/3628327

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Un bambino molto vivace, oppositivo e anarchico

Salve, sono una mamma di 40 anni con un bimbo di quasi 5 anni (a settembre). Federico è un bambino solare ma è sempre stato un po’ problematico, soprattutto dai due anni in poi.
I primi 4/5 mesi della sua vita è stato un po’ sballottato da una casa all’altra a causa del fatto che abbiamo avuto un trasloco un po’ problematico. Successivamente al compimento dell’anno ho ripreso a lavorare in maniera continuativa e lui è stato allevato da mia mamma e mio papà che abitano nella stessa casa con noi.

E’ stato svezzato regolarmente a 5 mesi anche se ha continuato con l’allattamento al seno fino al compimento dei due anni, mangiando di tutto. Ai due anni ho ritenuto che poteva bastare l’allattamento (era diventato solo più un gioco) ma sono iniziati i problemi. Innanzi tutto ha cominciato a mangiare solo più pasta in bianco e hamburger di tacchino e ha continuato fino ai 4 anni dai quali ha cominciato a reintrodurre un po’ più di varietà (ma sempre pochissima carne e svariati periodi di quasi digiuno).

Poi sono cominciati comportamenti oppositivi molto forti (ha una determinazione incredibile) con spiccato senso a non seguire le regole e a prevaric  are (inizialmente ho attribuito il “quadretto” ai “terribili Two” e quindi mi sono detta aspettiamo che passi, ma a 5 siamo proprio un po’ oltre). Ai tre anni è andato alla scuola materna. Per il primo semestre andava volentieri e l’unico problema era che (a parte mangiare pochissimo) non siamo riusciti a togliere il pannolino nell’estate (nel senso che lui stava senza ma era indifferente farla in bagno o addosso) e quindi si sporcava spesso.

A Natale ha avuto un po di influenza ed è stato a casa un mesetto. Al ritorno a scuola ha cominciato a non volerci più andare in compenso non se la faceva più addosso. Già a febbraio le maestre mi dissero che mio figlio era un bambino molto intelligente ma che non voleva rispettare le regole, a volte menava i compagni e non voleva fare i “lavoretti”. Nell’estate è andato ai centri estivi dove mi hanno detto che era super vivace, ma niente di più. Abbiamo cercato di stargli molto vicino in ferie e di impegnarci sul rispetto delle re  gole io e il padre. Al secondo anno di materna non ha quasi mai manifestato di non voler andare a scuola anche se lasciarlo al mattino è sempre un po’ problematico ma fattibile. Nel primo semestre le maestre erano notevolmente più contente del suo comportamento, ma nel secondo ha ricominciato a essere “anarchico” peggiorando di mese in mese.

Un’altro atteggiamento che gli viene attribuito e quello di comportarsi come un “Cartoons”, inoltre fa spesso discorsi senza la minima logica, fa difficoltà ad orientare i fatti nel tempo (ogni giorno passato è ieri anche se è il fatto è occorso un mese fa), non si riesce ad insegnargli nulla perché “io lo so come si fa, sciocchina”.

Oggi sta andando ai centri estivi e anche li mi hanno detto che deve essere messo spesso seduto perché si comporta male con gli altri e non segue le regole di comportamento minime (l’animatrice che me lo ha detto è una persona che conosco e so essere una che mette pochissime regole).

Le ho provat e tutte, pazienza e  dialogo, punizioni, qualche sculacciata. Ma niente a volte e lui che mena me (e li mi partono le sculacciate). Voglio solo che sia sereno, ultimamente mi sembra che cominci ad essere emarginato per questo comportamento. Inoltre da poche settimane se succede un fatto che non dipende direttamente da lui o è palesemente non volontario si mortifica (es. giocava con una bimba a rincorrersi e abbiamo detto a ad entrambi di fare attenzione che sull’asfalto ci si fa male, poi la bimba è caduta da sola perché si è inciampata, lui si è messo a piangere dicendo che era colpa sua che dovevo metterlo in punizione, “che meritava di stare in cameretta” perché era colpa sua; e nonostante io gli dicessi che non si preoccupasse, lui, niente insisteva con la stessa testardaggine di quando insite perché vuole una cosa). Sarebbe opportuno avere un sostegno psicologico per entrambi?

Io sono sfinita.

Daniela

Buongiorno Daniela, i terrible two sono abbondantemente passati come lei stessa afferma ma a Federico pare che non interessi molto e continua con la sua fase oppositiva che sembra peggiorare piuttosto che evolversi verso una maggiore disciplina.

Dal suo racconto mi immagino suo figlio come un Giamburrasca, un bambino molto vivace che ha qualche difficoltà a gestire l’irruenza. Sarebbe importante capire se questa irruenza e questa opposizione alle regole sono determinate dalla rabbia oppure se il bambino è alla ricerca di attenzioni che in questo modo riesce ad ottenere anche se non sono esattamente quelle che lui ricerca. Così facendo la sua rabbia aumenta sempre di più perché crea un circolo vizioso da cui non riesce ad uscire. Lui “si mette in mostra” per ricevere attenzioni, riceve ciò che non ricerca (sgridate, punizioni), la rabbia aumenta e il comportamento peggiora perché è un tentativo per essere ancora più visto … e così via.

Lei parla di “sballottamenti” vari dovuti ad un trasloco, al lavoro, insomma a questioni di ordinaria amministrazione che, in effetti, possono generare delle conseguenze sui bambini che non amano molto i cambiamenti. Credo però che questi cambiamenti possano causare conseguenze lì per lì, se vengono quindi accolte ed affrontate, solitamente passano piuttosto in fretta. Federico sembra segnalare invece un disagio più continuativo, qualcosa che può avere a che fare con le relazioni.

Credo che la domanda con cui lei chiude la lettera sia quella giusta, consulti uno psicologo che possa aiutarla a gestire la situazione perché il suo sfinimento non giova né a lei né a Federico.

Un caro saluto

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