Julia Donaldson, quando ha deciso di scrivere le vicende di questo personaggio, aveva inizialmente pensato a una tigre, ma si era subito scontrata con la difficoltà di trovare parole da rimare. Cambio di programma, dunque, ed ecco il Gruffalò che fa rima con tante cose: “no”, “si salvi chi può” e così via.
Poi è arrivato Alex Scheffler che, seguendo le descrizioni di Julia, ha dato le fattezze al mostro narrato nella storia.
Sì, c’è un mostro in questo racconto e anche bello spaventoso. Di quelli che non si fanno mancare artigli affilati e occhi minacciosi per spaventare il malcapitato di turno. Ma c’è soprattutto un topo furbetto che, nonostante la debolezza e la vulnerabilità tipica di chi ha la sua stazza, usa l’ingegno per sopravvivere.
E di astuzia c’è ne vuole tanta se vivi in un bosco dove, dietro a ogni albero, si nasconde un potenziale predatore. Per sfuggire agli appetiti di serpenti, volpi e civette di passaggio, il piccolo roditore s’inventa una storia. Deve andare a cena dal Gruffalò e non ha tempo per intrattenersi con i suoi affamati interlocutori che se lo vorrebbero pappare in un solo boccone.
Inevitabile la curiosità. Chi sarà mai il Gruffalò? Ma come, risponde il topo, davvero non lo conosci? E via una sfilza di temibili dettagli sulla pericolosità di questa bestia che, chi legge lo intuisce subito, è solo immaginaria. Il topino, però, è così un abile narratore che i predatori si convincono di essere essi stessi delle prede e scappano senza pensarci due volte, risparmiando così il roditore.
Cosa succede, però, se la fantasia si materializza, se quelle bugie, a fin di bene intendiamoci (in fondo si tratta di sopravvivenza!), diventano realtà? Se il topo, insomma, si trova davvero davanti il Gruffalò, tale e quale a come l’ha descritto, riuscirà a scamparla?
Ovvio che sì, ma non vi svelerò come per non togliere nulla allo stupore di questa piccola mente geniale che, a suon di battute e con la collaborazione involontaria degli altri animali, insegna una grande lezione: nella vita l’aspetto non è tutto. Contano, per fortuna, anche altre qualità.
Nell’edizione 2013 che vi presento, dedicata a festeggiare i 15 anni di vita gloriosa del Gruffalò, troverete anche una seconda storia dove, ai due protagonisti principali, si aggiunge una cucciola di Gruffalò che, come tutti i bimbi, è animata da tanta curiosità.
Inutile dire che il ritmo, creato dalle rime e dalle belle illustrazioni, vi faranno innamorare subito di questa storia e non vi stupirete se, come la mia amica Valeria, vi ritroverete a recitare le battute a memoria. (l’articolo di Valeria, alias Robedamamma).
Chiudo questa recensione non a casa parlando di lei perché, se ancora le mie parole non vi avessero convinto del fatto che questo libro DEVE assolutamente esserci nelle vostre librerie, v’invito a leggere il resoconto del suo incontro con l’autrice del libro. Julia Donaldson, smentendo le sue radici british, ha saputo incantare il suo pubblico e ha portato la sua storia fuori dal libro.
Solo i migliori ci riescono.
Marta