Raccontiamo ai nostri figli la nostra storia, servirà di esempio per aiutarli ad imboccare la loro strada, attenzione, non la nostra. La nostra via rappresenterà per i nostri ragazzi la possibilità che la felicità sessuale esiste e che pertanto sarà una meta raggiungibile. Una strada che non è quella del tutto e subito, non è dritta e non è la strada dei divieti; peraltro con questi ultimi e con le limitazioni, si corre il rischio di alimentare il desiderio della trasgressione. Deve essere un cammino che si costruisce poco a poco, marcato dalla ricerca del piacere, delle emozioni, degli affetti, delle relazioni legate alla sessualità. E poi c’è una conoscenza speciale che è quella delle carezze. Ma di queste parleremo in uno dei prossimi articoli.
Mi rendo conto che parlare di sesso con i nostri figli e non solo con loro, non è semplice. Proviamo imbarazzo: e che male c’è? E perché non tentiamo di facilitare il tutto esternando le nostre emozioni, la nostra scarsa disinvoltura, perché non farci su una risata per smorzare questo imbarazzo? Perché non dirlo? Sempre meglio che tentare di nasconderlo, tanto è inutile, non ci riusciamo. Supponiamo che un bambino chieda alla mamma “Come si fa l’amore?” e il genitore in questione ha paura, suda, ha la lingua impastata (non sto esagerando!), il bambino impara che quella domanda non si deve più fare, in quanto i genitori rappresentano per lui dei punti di sicurezza e il piccolo non sopporta una situazione di questo genere. Ancora peggio se il bambino viene ammonito, sgridato o se gli si dice di non fare più quella domanda, perché si corre il rischio di intaccare le sfere della vergogna, del senso di colpa e del peccato.
E quando iniziare a parlare di sesso? Bella domanda … Qual è l’età giusta per spiegare ai nostri figli come si fa l’amore, come si generano i bambini, com’è fatta la vagina, com’è fatto il pene e come funzionano … In realtà non c’è un momento giusto, un’età giusta, se ne parla e basta, come si argomenta dei rapporti tra amici, di sport, di film, di come ci si lava i denti, della scuola … Gli argomenti legati alla sessualità dovrebbero essere discussi in famiglia al pari di altri; perché riservare alla sessualità un trattamento diverso? È chiaro che bisogna prestare attenzione al linguaggio, utilizzandone uno chiaro, misurato per l’età che non dia adito a fraintendimenti e a turbamenti. Quindi, se attribuisco alla sessualità la giusta importanza in termini di argomentazione in seno alla famiglia, ho costruito la mia strada in discesa; se invece non lo faccio e improvvisamente decido che è giunto il momento, allora sì che è veramente complicato: senza rendermene conto mi sono scavato la fossa da solo e anche profonda, perché ho impiegato degli anni a prepararla col mio silenzio, perché ho assegnato alla sessualità una connotazione di riservatezza, meno se ne parla e meglio è. Per di più, se non ne parlo io come genitore, ci pensano i mass media, in particolare la televisione, gli amici che magari si inventano quasi tutto, che raccontano di imprese titaniche spaventando i nostri figli: “Se lui ha compiuto quest’impresa eroica io come faccio, non ne sarò mai capace”.
Dobbiamo pensare che le parole giuste sono già dentro di noi, che la sessualità fa parte della nostra esperienza personale e che quindi sull’argomento siamo preparatissimi. Perché delegare ad altri o rivolgervi ad un esperto, se avete fatto l’amore la sera prima? Converrete con me che non ha senso.
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