3 Maggio 2013 ARTICOLI

Lucia Barolo

La dott.ssa Lucia Barolo, Psicologa e Neuropsicologa, svolge valutazione e riabilitazione neuropsicologica per i disturbi cognitivi, sostegno per disagi del bambino e dell’adolescente; attività di parent training; attività di consulenza tecnica di parte legate a separazioni e divorzi, affidi e valutazioni delle capacità genitoriali; interventi di supporto e sostegno alla genitorialità; attività di sostegno psicologico alle coppie con bambini con difficoltà cognitiva e fisica. Riceve su appuntamento presso il suo Studio di Torino e presso lo Studio Emovere, viale Angeli 26/bis – Cuneo cell. 339-3163133 - [email protected]

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Disturbi di apprendimento scolastico (DAS)

Ci sono bambini che faticano a studiare, ad apprendere per avere un risultato scolastico soddisfacente. In alcuni casi si tratta di ragazzini che non dedicano sufficiente tempo allo studio, ma vi sono anche alunni che presentano un vero e proprio disturbo neuropsicologico che impedisce loro di apprendere il linguaggio scritto in modo automatico.

Quando parlo di Disturbi dell’Apprendimento mi riferisco a situazioni ben definite, che solitamente riguardano un aspetto specifico dell’apprendimento e che si manifestano con modalità circoscritte. “Si tratta di disturbi nei quali le modalità normali di acquisizione delle capacità in questione sono alterate già nelle fasi iniziali dello sviluppo. Essi non sono semplicemente una conseguenza di una mancanza di opportunità di apprendere e non sono dovuti ad una malattia cerebrale acquisita. Piuttosto si ritiene che i disturbi derivino da anomalie nell’elaborazione cognitiva, legate in larga misura a qualche tipo di disfunzione biologica. Come per la maggior parte degli altri disturbi dello sviluppo, queste condizioni sono marcatamente più frequenti nei maschi.” (OMS, 1992)

Il DAS presenta 4 caratteristiche fondamentali:

  • è un disturbo che riguarda soggetti con quoziente intellettivo cognitivo nella norma;
  • è un disturbo che riguarda soggetti con prestazioni scolastiche significativamente più basse rispetto ai risultati attesi in base al Q.I. cognitivo; la discrepanza tra potenzialità cognitive e prestazioni effettive è elevata;
  • non sono individuabili cause evidenti di tipo emotivo e/o ambientale;
  • non sono ravvisabili deficit di tipo sensoriale o neurologico tali da spiegare da soli il processo di apprendimento deficitario.

I DAS si suddividono in specifici: quando i problemi evidenziati riguardano solo settori molto circoscritti (ad es. dislessia); misti quando le difficoltà riguardano più settori di apprendimento (ad es. sindrome dislessica); generalizzati quando le difficoltà riguardano quasi tutte le abilità scolastiche (in tal caso si parla anche di soggetti borderline cognitivi).

Se un alunno è affetto da un Disturbo dell’Apprendimento Scolastico (DAS) non ha quindi un ritardo o un’insufficienza mentale che non gli consente di imparare come i suoi compagni, ma ha una condizione neuropsicologica particolare: sin dalla nascita questo bambino non ha le strutture neurobiologiche adeguate per imparare a codificare il linguaggio scritto in modo veloce e corretto. Complessivamente i DAS interessano circa tra l’8 e il 10% degli alunni, con una maggiore prevalenza della dislessia (spesso associata alla disortografia), rispetto alla discalculia.

I DAS sono disturbi neuropsicologici evolutivi perché dipendono da una predisposizione innata del soggetto, e non sono causati da un evento avverso (lesione cerebrale) che può causare una perdita parziale o completa delle capacità di lettura, scrittura e calcolo, anche in età adulta. Inoltre, diverse ricerche di genetica hanno dimostrato che esiste un’elevata familiarità per i DAS; infatti molto spesso i genitori dei bambini che ricevono questa diagnosi riportano che anche loro a scuola faticavano a leggere o a scrivere. Sono stati individuati anche alcuni geni responsabili dei DAS, in particolare della dislessia, che sono localizzati in diversi cromosomi. Naturalmente la diagnosi di DAS non si fa in base all’analisi genetica, proprio perché l’eziologia è molto complessa e sono coinvolti numerosi geni.

Una diagnosi di DAS può essere effettuata da un Neuropsichiatra Infantile o da uno Psicologo esperti di Apprendimento. Il clinico deve accertare che le prestazioni ai test di apprendimento siano significativamente inferiori (di circa 1-2 anni di scolarizzazione) rispetto a quanto ci si aspetterebbe in base al livello cognitivo e al benessere socio-affettivo del ragazzino. Durante la valutazione diagnostica è necessario prendere in considerazione anche gli aspetti emotivi (come reagisce il bambino ai fallimenti, alle critiche, alle provocazioni), gli aspetti motivazionali (in quali attività riesce ad impegnarsi di più) e gli aspetti interpersonali (per verificare se il suo disturbo gli crea un disagio significativo nei rapporti con i pari).

Per la valutazione dello stato degli apprendimenti esistono dei test appositamente costruiti e tarati sulla popolazione italiana, tra cui la lettura di brani e di liste di parole, il dettato di racconti, la lettura e la scrittura di numeri, l’esecuzione di calcoli scritti e a mente, e il recupero dalla memoria delle tabelline.

Una volta accertato che si tratta di un vero Disturbo dell’Apprendimento Scolastico è necessario mettere in atto un piano terapeutico complesso che coinvolga l’alunno, gli insegnanti e anche i genitori. Con l’alunno si possono applicare dei programmi specifici per l’esercizio delle competenze deficitarie (lettura, scrittura o calcolo) in cicli di trattamento di 4-6 mesi, preferibilmente prima dei 10 anni di età, meglio se in due sedute settimanali di circa mezz’ora. Con gli insegnanti è opportuno concordare una serie di adattamenti delle attività didattiche per non sovraccaricare l’alunno di attività per lui particolarmente difficoltose (lettura di lunghi brani, verifiche scritte o con domande aperte), privilegiando altre attività, soprattutto tramite verifiche orali, usando schemi e tabelle, permettendo di utilizzare sussidi mnemonici per le regole grammaticali, la tavola pitagorica. Infine anche i genitori devono essere coinvolti perché devono essere consapevoli delle caratteristiche di proprio figlio, dei punti di forza e di debolezza, di come porsi nella gestione delle attività scolastiche (soprattutto i compiti pomeridiani) e cosa poter pretendere e prevedere del percorso scolastico.

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