La Gang del bosco è il nuovo sicuro successo della Dreamworks, anche presentato fuori concorso al Festival di Cannes, in cui il protagonista, un criceto moderno, deve affrontare l’ossessione più grande del popolo americano: il cibo, un po’ come il cugino preistorico Scrat nell’Era Glaciale.
Il film parla di un gruppo eterogeneo di animali al risveglio dal letargo invernale: un opossum, una tartaruga, una famiglia di istrici, una puzzola, un orso e quant’altro, i piccoli abitanti di un boschetto scampato alla distruzione che decidono ben presto che invece di procacciarsi il cibo da sé è molto meglio derubare i grassi e fissati abitanti del vicinato.
Ne deriva una critica neppure tanto celata della società che più di tutte usa il consumismo alimentare come biglietto da visita e le armi di distruzione con tale leggerezza da metterle in giardino.
Ne è nata una pellicola il cui ritmo non da un momento di tregua e cita a piene mani dai cartoon classici (l’amore tra una puzzola e il gatto, le cadute alla Willy e Coyote).