14 Marzo 2016 ARTICOLI

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Ma non è troppo piccolo per imparare una seconda lingua?

bilingue a tre anni

“Insegni l’inglese al nido? Ma non sono troppo piccoli?” Quante volte noi insegnanti magiche Hocus&Lotus, ma anche genitori, operatori, insegnanti che credono nei vantaggi di quel bilinguismo infantile e tempestivo troppo spesso ancora chiamato ostinatamente “precoce”, ce lo siamo sentiti chiedere?

Per rispondere a questa domanda e cercare di sfatare le false credenze che tutt’oggi ruotano intorno al bilinguismo infantile dedico questo articolo all’importanza dell’apprendimento delle lingue (tutte le lingue anche più lingue contemporaneamente) nella fascia di età zero-tre anni.

Parecchie volte in questa rubrica è stato detto quanto sia fondamentale iniziare ad esporre i bambini a lingue diverse il prima possibile (per tutti qui e qui), ora ci focalizzeremo sui processi di apprendimento specifici di questa fascia di età, talmente peculiari da essere irripetibili nel corso delle successive tappe di crescita/apprendimento.

Gli psicologi dell’età evolutiva ci insegnano ormai da anni che l’essere umano viene al mondo con una spiccata capacità comunicativa, frutto anche degli scambi con l’esterno avvenuti nel corso della vita intrauterina.

Per quanto concerne il linguaggio il neonato è in grado di discriminare tutti i suoni di qualunque lingua. Tale ampiezza di spettro percettivo si riduce inesorabilmente e abbastanza rapidamente a partire dall’undicesima settimana di vita; il cervello tenderà via via a riconoscere e successivamente portare a riprodurre i suoni cui è stato esposto con maggiore frequenza fino ad arrivare a non riconoscere e rendere anche molto difficoltosa la riproduzione di suoni percepiti raramente.

Questa “età dell’oro” per l’apprendimento del linguaggio dura circa tre anni. Durante tale arco temporale l’apprendimento di una o più lingue avviene in modo assolutamente naturale in rapporto al tempo di esposizione ricevuta, in quanto le facoltà cerebrali deputate allo sviluppo del linguaggio immagazzinano le lingue ascoltate in modo tale da renderne successivamente automatica la produzione (per approfondimenti in materia uno per tutti il neurolinguista Franco Fabbro www.francofabbro.it). Con qualche accorgimento e bilanciando opportunamente i tempi di esposizione i neonati imparano senza sforzo una, due, tre lingue ecc…

Infatti, al momento della nascita tutte le lingue sono alla pari per il bambino e le capacità di produzione che verranno sviluppate in ciascuna di esse saranno frutto delle esperienze ed interazioni quotidiane vissute dal bambino stesso con le persone che lo circondano. Questo, se ci pensiamo bene, è uno degli innumerevoli miracoli della vita: impariamo a parlare solo perché interagiamo quotidianamente con nostri simili; ed è vero per una, due, enne lingue diverse.

Ma se inizio ad esporre i bambini alla seconda lingua in momento successivo? E se lo faccio dopo i tre anni cosa succede?

Si perdono gran parte dei vantaggi sopra descritti. Infatti più ritardo nel tempo l’esposizione alla seconda lingua più sarà evidente la differenza di competenza linguistica tra gli idiomi nel bambino: le due lingue non saranno più alla pari in termini di comprensione e produzione.

Più ci allontaniamo dalla fascia di età zero-tre anni e più sarà diverso il fisiologico immagazzinamento nel nostro cervello della seconda lingua rispetto alla lingua madre, fino ad essere “archiviata” in un’area cerebrale differente con differenti caratteristiche ai fini della produzione (non più automatica come ad esempio la prima lingua).

Entrambi i fattori sopraelencati portano il bambino a preferire la lingua in cui sono più competenti, di conseguenza diventa essenziale il lavoro sulla motivazione in modo che venga accettata la seconda lingua. Con i bambini sotto i tre anni le cui capacità comunicative anche in lingua madre sono più limitate, il processo di introduzione e accettazione di un nuovo idioma risulta nettamente più semplice.

Ecco perché insegno inglese al nido! Introdurre una seconda lingua prima dei tre anni è essenziale se vogliamo massimizzare senza sforzo consapevole le capacità di acquisizione del linguaggio da parte degli adulti di domani

See you all in the next adventure!


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