Ora che è terminato il corso di nuoto proposto dalla piscina comunale in accordo con la scuola dell’infanzia, Anna è un po’ triste. Dal momento che io sono ancora abbastanza presa dal lavoro, non riesco sempre a organizzarmi in modo tale da portarla a nuotare.
Però sto cercando di trovare momenti liberi dedicati al guazzetto. Perché?
Perché fa bene. In primis rinfresca e visti i giorni di canicola e afa, meglio nell’acqua che fuori. L’acqua svolge una funzione tonificante e dà una reale sensazione di benessere.
Altre ragioni, non meno importanti, sono l’attività fisica e l’azione de-stressante (si dice?) che un bel bagno in piscina offrono. Se siete degli habitués dei giardini, sapete bene che con certe temperature proprio non si può stare in giro. Invece in piscina questo problema è in parte risolto, basta rimanere a mollo, portarsi un cappellino e ungersi bene di protezione solare. I bimbi non sudano come fontane, non rischiano colpi di calore (credetemi, lo abbiamo provato da poco e non è affatto piacevole!) e si rilassano.
Certo, la parola rilassarsi applicata a una quattrenne non è proprio corretta al 100%, ma c’è da dire che, una volta fuori dall’acqua, i nervi infantili sono assai più sciolti.
Ecco perché mamma e papà han deciso di compiere piccole spedizioni periodiche con entrambe le figliole presso piscine pubbliche non ben precisate, anche perché le piscine di Torino sono ottime. Un paio d’ore d’acqua salvano la giornata dal caldo e dalla noia. E anche un po’ dalla pigrizia, visto che la sottoscritta adora la piscina, ma detesta tutto quello che è preparazione pre e post bagno.
D’estate è più accettabile preparare le bimbe per il bagno e se anche i capelli restano bagnati, ci pensa il sola ad asciugarli. Così la vivo con molta meno fatica e mi godo due ore di gioco puro con le mie figlie e mio marito, una vera attività da famigliola che fa felici tutti.
E dopo un paio d’ore così, ditemi se poi non avete tutti un sonno mostruoso…
