E se quell’asteroide non avesse colpito la terra?
Cosa sarebbe successo se il famoso asteroide accusato di aver determinato la scomparsa dei dinosauri, avesse cambiato rotta? Se i dinosauri non si fossero estinti? Il viaggio di Arlo ci offre una sua originale interpretazione di questa realtà possibile, catapultandoci in un mondo dove i dinosauri coltivano i campi e allevano bestiame, mentre gli uomini preistorici si esprimono a gesti e comunicano con versi e ululati.
Il protagonista della vicenda è un giovane dinosauro, Arlo, che lavora nella fattoria della sua famiglia insieme al fratello e alla sorella. Caratteristica peculiare di Arlo è la paura, paura delle galline a cui deve dare da mangiare, paura della tempesta, paura di quello che non conosce… Proprio a causa del suo carattere, Arlo non è ancora riuscito a meritarsi l’onore di lasciare la sua impronta sul silo che custodisce le provviste per l’inverno, accanto a quella dei genitori.
La storia di un’amicizia
Quando il buon padre affida ad Arlo l’incarico di catturare il “parassita” che attinge alle loro scorte per l’inverno, la storia entra nel vivo e il dinosauro incontra per la prima volta il bambino preistorico, un piccolo selvaggio con gli occhi grandi e i capelli arruffati, a cui più avanti darà il nome di Spot. Arlo, spaventato lascia scappare il bambino, e così il padre si lancia all’inseguimento, ma mentre padre e figlio sono sulle tracce del piccolo, una tempesta li coglie di sorpresa e il papà perde la vita…
Le strade di Arlo e Spot ben presto tornano ad incrociarsi e ha inizio un lungo viaggio in cui il bambino primitivo aiuta il dinosauro conquistandosi pian piano il suo affetto. I due si trovano ad affrontare nemici senza scrupoli, come gli pterodattili che si nutrono di cuccioli che si sono persi a causa di una tempesta, o i velociraptor che hanno rubato il bestiame della famiglia di tirannosauri. Ma l’ostacolo più arduo da superare è senz’altro la natura, una natura potente e selvaggia, che ha un ruolo di spicco in tutta la narrazione.
Oltre la paura…
Non vi anticipo altro, se non che, di avventura in avventura, i due amici conquisteranno il loro lieto fine. Arlo affronta e vince le sue paure e può permettersi uno sguardo nuovo, più sicuro e sereno, su quanto lo circonda, proprio come aveva detto il padre all’inizio della storia: “Vedi, a volte devi superare le tue paure per riuscire a vedere la bellezza che ti circonda”.
Da vedere anche con i figli più grandi
Il film è emozionante e tocca temi importanti, dall’amicizia, al rapporto con i genitori, alla crescita personale, all’esperienza della perdita e del lutto. Ai bambini piaceranno i personaggi, tanti dinosauri buoni e cattivi, che si muovono su scenari naturali di grande impatto e realismo. Per quanto riguarda l’età a cui consigliare la visione, alcune scene “forti” potrebbero – credo – spaventare i più piccini, penso alla lotta con il serpente (molto realistico e molto… feroce), o agli pterodattili che catturano il piccolo Spot. Qui tocca ai genitori, valutare in base alla sensibilità dei propri bambini. D’altro canto, il film può piacere anche ai “grandi”, ai ragazzini e ai genitori, che avranno modo di apprezzare l’animazione di panorami preistorici mozzafiato e l’originalità di alcune scelte narrative
