Un giorno di primavera del 1896
“L’uomo che si alzò dalla sedia e sparò cinque colpi contro lo schermo sapeva benissimo che mirava a un’immagine, a una specie di fotografia in movimento.
Tuttavia non poté resistere alla vista di quel volto che, per pochi secondi, appariva in primo piano. Si alzò impugnando il revolver e per cinque volte tentò di colpire la figura sullo schermo.
Nella sala si creò immediatamente il caos. Donne che strillavano, svenimenti, un fuggi fuggi generale”. Inizia così questo avvincente romanzo che racconta la storia del cinematografo.
Così ha inizio la storia del cinema…
La grande avventura del cinema inizia più di un secolo fa, nel 1895, con una macchina straordinaria inventata dai fratelli Lumière.
Il meccanismo è semplice e geniale a un tempo: un apparecchio trascina la pellicola facendo scorrere sedici fotogrammi al secondo e un fascio di luce attraversa i fotogrammi e li proietta ingranditi per gli spettatori. Gli autori, Anna Vivarelli e Guido Quarzo, hanno raccontato i primi passi del cinematografo dosando sapientemente narrazione e informazioni storiche.
Avventura, amore e scienza
Tra le pagine di questo romanzo, intenso ma agile e scorrevole si intrecciano avventura, sentimenti e scienza. Protagonista è il giovane Marcel, apprendista giardiniere al servizio dei fratelli Lumière, che si innamora perdutamente della loro invenzione e diventa esperto nel gestire le proiezioni.
A villa Lumière, il giovane conosce anche Nina, Antoniette Monfort, diciassettenne dal temperamento determinato e ribelle, e tra i due nasce un sentimento molto forte. La loro storia d’amore, però, nasce in salita: Marcel è solo un apprendista, Nina appartiene a una famiglia molto ricca.
Una fuga densa di colpi di scena
A cambiare tutte le carte in tavola è un’accusa di furto: Marcel, sospettato ingiustamente, è costretto a fuggire e Nina decide di seguirlo. I due giovani si rifugiano a Torino, dove iniziano la loro vita insieme, ma il passato torna a bussare alla loro porta e Marcel si trova ad affrontare nuovi pericoli a causa di una pellicola girata nella stazione di Lione.
Non vi anticipo altro, ma la storia si chiude con il suo bel lieto fine, un matrimonio e un’attività che richiama un pubblico sempre più numeroso ed entusiasta.
Pagine che catturano…
Il punto di forza di questo romanzo è il mix sempre ben dosato di riferimenti tecnici, che permettono al giovanissimo lettore di comprendere come funzionavano le prime proiezioni (i tentativi di montaggio, le immagini in movimento, il fascio di luce) e dettagli storici che regalano uno sguardo sul passato, quando il pubblico accoglieva con meravigliato entusiasmo l’apertura delle prime sale cinematografiche e la magia della “scatola dei sogni”.
Tra sparatorie, fughe e personaggi senza scrupoli si arriva rapidamente all’ultima pagina con la consapevolezza che il futuro non deve essere pensato come una “ripetizione di gesti sempre uguali, bensì come una strada tutta da inventare”. Un bel messaggio per i lettori di ogni età!
Per bambini e ragazzini
A proposito di età. L’età di lettura indicata per questo romanzo è dieci anni. Ma trattandosi di un testo semplice e scorrevole credo si possa proporre anche un po’ prima: se è il genitore che legge per il bambino o insieme a lui, magari alternandosi nella lettura ad alta voce, già dai 6-7 anni circa. Per una lettura autonoma forse è necessario aspettare gli 8 anni circa.
Qualche pagina in anteprima
Sul sito della casa editrice Editoriale Scienza, nella pagina dedicata al romanzo La scatola dei sogni, sono disponibili un breve estratto del libro (per chi volesse dare un’occhiata in anteprima) e il booktrailer del romanzo.
Giorgia Cozza