28 Gennaio 2016 ARTICOLI

Giorgia Cozza

Giorgia Cozza è una giornalista specializzata nel settore materno-infantile, i numerosi manuali per genitori di cui è autrice sono un punto di riferimento ormai consolidato per le coppie in attesa di un bimbo e per le neofamiglie.

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Recensione del film: Teneramente folle

Teneramente folle
Titolo originale
Infinitely Polar Bear
Autore
Maya Forbes
Casa di produzione
Paper Street Film Bad Robot Productions
Anno di produzione
2015

Un film che conquista, toccante e ricco di spunti di riflessione, per chi sta vivendo l’avventura di genitore (e non solo).

Storia di una malattia non facile

Questa la storia, non facile e non banale, che la giovane regista Maya Forbes, nota come sceneggiatrice televisiva, ha saputo raccontare in modo efficace, diretto, scevro di sentimentalismo ma ricco di sentimento: Cam (interpretato da Mark Ruffalo) e Maggie (Zoe Saldana), si conoscono all’università negli anni sessanta, si sposano e diventano genitori di due bambine Amelia e Faith. I primi anni insieme si intuisce siano stati felici, perchè è una coppia che si ama molto, ma Cam soffre di disturbi maniaco-depressivi e i sintomi della sindrome bipolare si acuiscono con il tempo fino a sfociare in una crisi che rende necessario un ricovero in clinica. Cam ha perso il lavoro e Maggie deve farsi carico da sola del mantenimento delle figlie: la situazione non è delle migliori, trovano casa a Boston in un piccolo appartamento, ma sono poveri e non possono permettersi una buona scuola per le bambine. Maggie deve fare qualcosa… E decide di tornare a studiare per completare la sua formazione in modo da poter trovare una lavoro migliore. L’università però si trova a New York, dovrebbe trasferirsi insieme alle bambine, oppure…

Un papà e due bambine

Maggie propone al marito di occuparsi lui, per diciotto mesi, delle figlie. Lei tornerà a casa tutti i fine settimana, ma nel resto del tempo Amelie e Faith resteranno con il padre. È una grande responsabilità, che non manca di spaventare Cam, ma lui accetta e inizia così la sua vita di padre single con due bambine.

Momenti felici, di gioco, spensieratezza, e grande allegria, si alternano a momenti di crisi, bisogno di evadere, arrabbiature del padre e delle figlie. Anche sul fronte dei rapporti sociali il bilancio è un po’ altalenante: Cam ce la mette tutta per intrattenere buoni rapporti con i nuovi vicini, ma il suo comportamento “originale” sorprende e intimorisce chi non lo conosce. Con i bambini e i ragazzini questo uomo geniale e bizzarro se la cava meglio: la sua originalità, che spesso mette in grande imbarazzo le figlie, piace ai bambini del quartiere a cui insegna a cucinare dolci e dà lezioni di difesa personale.

Un finale dolce-amaro

Il tempo scorre veloce, Maggie completa gli studi ma non riesce a trovare un lavoro a Boston, e di nuovo deve decidere se trasferirsi insieme alla figlie a NewYork o…

Non vi sveliamo il finale per non rovinarvi la sorpresa. Vi anticipiamo solo che non si tratterà del “classico” lieto fine, di quelli proprio perfetti in cui tutti sono completamente felici e contenti, ma è una finale che ha un suo perchè e probabilmente è proprio quello giusto per questa storia.

Essere genitori: una grande avventura

Questo film offre uno sguardo intenso, lucido e realistico sulla genitorialità. È vero che il protagonista è un personaggio particolare poiché soffre di un disturbo psicologico, ma nel suo rapporto con le figlie ci sono molti tratti che sono comuni: da quelli positivi dell’amore e del legame che unisce il padre alle sue bambine, a quelli più difficili quando le riserve di pazienza e di energia si esauriscono e il nervosismo e la stanchezza fanno pronunciare parole di cui poi ci si pente.

Il personaggio della madre poi, vive un’odissea tutta sua, un po’ secondaria rispetto alla storia del padre, ma ugualmente “forte”: Maggie è una donna determinata e coraggiosa che si trova costretta a separarsi dalle sue bambine per garantire loro un futuro migliore. È una strada difficile quella che sceglie, ma sicuramente una strada segnata dall’amore. Notevole la scena del colloquio di lavoro, in cui Maggie viene scartata, nonostante l’ottimo curriculum, dopo aver detto di avere due figlie… Un tema quanto mai attuale, anche in Italia!

La famiglia protagonista

Grande protagonista in questo film è la famiglia: tra incomprensioni, momenti difficili, incertezze e fatica, il filo conduttore che muove tutti i personaggi è sicuramente l’amore. Bella la scena in cui la figlia maggiore spinge i genitori e li fa avvicinare affinchè si abbraccino, rappresenta bene il desiderio comune a tutti i bambini di avere dei genitori che si vogliono bene.

Tra i vari momenti in cui Cam fa del suo meglio per essere un buon padre (un po’ imprecando, un po’ dando di matto, ma con grande buona volontà), non manca di commuovere quella in cui confeziona una gonna da ballerina di flamenco per la piccola Faith. Un’impresa non da poco, eppure Cam… ci riesce. Come sempre, perchè, dobbiamo dirlo, alla fine questo papà “teneramente folle” quando deve fare felici le figlie ce la mette proprio tutta.

Un film autobiografico

Ho letto che il film è autobiografico. Il papà della regista, affetto da disturbo bipolare, per un periodo si era preso cura da solo delle sue due bambine. Quando ho guardato il film, non lo sapevo. Ma appena l’ho scoperto ecco che sì, aveva senso: perchè quello che ci racconta la malattia, ma soprattutto il genio, la follia e la tenerezza di questo padre è uno sguardo particolare… lo sguardo di una figlia che ha amato intensamente il padre.

Un film per genitori

Da guardare con i figli solo se grandicelli, perché la storia ha i suoi momenti forti e il linguaggio è spesso poco adatto a dei bambini, Teneramente folle è un bel film, toccante, che colpisce.

Trailer ufficiale


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