11 Febbraio 2010 ARTICOLI

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Allergie alimentari

Si manifestano in genere entro un tempo piuttosto breve rispetto all’ingestione dell’alimento incriminato, con eruzioni cutanee, dermatite atopica, con dolori addominali, asma e/o rinite, con edemi o gonfiori non imputabili ad altre patologie, con shock anafilattico.

Nella maggior parte dei casi le manifestazioni si accentuano in concomitanza con sforzi fisici compiuti subito dopo l’ingestione dell’allergene, quindi è bene evitare che il bambino allergico faccia sforzi subito dopo un pasto.
Il meccanismo che scatena le allergie alimentari è il medesimo degli altri tipi di allergie: l’allergene, (il cibo, in questo caso), viene captato da cellule in grado di fagocitarlo e di “presentarlo” ad anticorpi detti IgE; antigene ed anticorpo si legano e rompono la membrana di queste cellule (appartenenti alla categoria dei globuli bianchi), favorendo la fuoriuscita di istamina, la sostanza che dà le manifestazioni sintomatologiche.
I test per scoprire le allergie alimentari sono gli stessi già descritti per le altre allergie; di una certa rilevanza è il “prick by prick”, che consiste nel pungere un alimento e poi con lo stesso ago la pelle del bambino (è utile per queglia limenti che non sono compresi nei protocolli di screening).
Una diagnosi piuttosto accurata si può fare con la dieta ad esclusione, che prevede l’eliminazione di una famiglia di alimenti per volta e poi il reinserimento in dosi crescenti da farsi sotto controllo medico.

  • 1. l’alimento che causa allergia va eliminato, anche nelle sue forme nascoste( per questo è fondamentale saper leggere le etichette con molta attenzione); se questo viene eseguito correttamente, si potrebbe verificare a distanza di tempo una scomparsa dell’allergia stessa
  • 2. è bene usare gli alimenti meno allergizzanti come carote, patate, cavolfiori, broccoli, rape, zucchine, finocchi, pere, banane, avena, riso, pollo, agnello, manzo.
  • 3. Non fare uso di alimenti integrali, anche se essi sono degli ottimi alimenti: non vanno bene per il bambino allergico.
  • 4. preferibilmente usare cibi cotti che crudi, in quanto meno allergenici: questo discorso non vale per albume d’uovo, nocciole e pesce, in quanto la cottura non ne trasforma le molecole rendendole immunologicamente innocue.
  • 5. E’ bene che tutta la famiglia abbia ugual menù del bambino allergico, per non provocargli problemi psicologici; al massimo si potrebbe completare il piatto con alimenti diversi per gli altri componenti della famiglia solo all’ultimo momento.
  • 6. E’ importante controllare il cibo sostitutivo sia dal punto di vista del valore nutrizionale, sia dal punto di vista allergico: è infatti possibile che anch’esso provochi allergia, dando una cosiddetta “reazione crociata”: essa si può verificare sia con cibi appartenenti alla stessa famiglia biologica sia ad altre famiglie; ci sono anche reazioni crociate tra pollini ed alimenti: è noto ad esempio che chi è allergico all’artemisia lo è anche al sedano e ad alcune spezie.

Le allergie alimentari rappresentano il 3/4% in età evolutiva e gli alimenti incriminati, nel primo anno di vita, sono il latte vaccino e l’uovo; più avanti ci sono grano, pesce, pomodoro e soia (70-75%). Per quanto riguarda l’allergia al latte di mucca non esiste un alimento sostitutivo ideale; gli alimenti disponibili sono il latte di soia, quello di mandorla o di riso o di avena, di capra (carente però di acido folico) e gli idrolisati proteici spinti (proteine parzialmente digerite e già sminuzzate in amminoacidi), fattibili anche in casa con le carni di agnello e di pollo, ma solo dopo il terzo mese di vita.


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