Due buoni vicini di casa
“Sam e il signor Bibo sono buoni vicini di casa. Il Signor Bibo abita al piano terra; nel tempo libero raccoglie le foglie, passeggia nel bosco e colleziona francobolli.
Sam abita al piano di sopra; nel tempo libero se ne sta sdraiato sull’amaca, a leggere, a pensare e a guardare il signor Bibo”. Inizia così questa storia che ha per protagonisti due vicini di casa (direi un orso e un ghiro, ma non ne sono sicurissima, però molto belli entrambi) che abitano nello stesso albero. Sam e il signor Bibo vanno molto d’accordo, ma una volta non era così.
Un giorno il signor Bibo era nervoso…
Un giorno il signor Bibo era molto nervoso e se l’era presa con Sam. Lo aveva trattato in modo sgarbato e con le sue parole lo aveva mortificato. Così Sam aveva deciso di andarsene. All’inizio il signor Bibo era contento di non sentire più rumori dal piano di sopra e di non essere più disturbato. Ma presto si era accorto che il suo vicino gli mancava.
Un rilegatore e un compositore di racconti
Ma facciamo un passo indietro. È importante spiegare che lavoro facevano il signor Bibo e Sam. Il signor Bibo era un rilegatore. “Il signor Bibo con tanta pazienza mette in ordine i fogli, li taglia, li cuce e crea libri nuovi”. E veniamo a Sam. Sam è un compositore. Ma non di musica. Di racconti. “Il suo studio è pieno di lettere e parole sospese. Sam con molta attenzione le prende e le mette al posto giusto per creare storie nuove”.
Il signor Bibo si accorge di una cosa
Quando Sam va via, il signor Bibo termina di rilegare tutti i libri che gli avevano portato e poi prova a comporre storie nuove. “Ma non riuscì a combinare nulla. Il tempo passava e i fogli rimanevano tutti bianchi”. Ed è così che il signor Bibo comprende quanto fosse importante il lavoro di Sam. La nostalgia del suo vicino gli fa desiderare di rivederlo. “Chiuse gli occhi e cercò tra i suoi pensieri le lettere giuste per scrivere qualcosa che lo facesse tornare”.
La parola giusta
Dopo tanto tempo il signor Bibo trova la parola giusta, quella che potrebbe far tornare Sam. Appoggia le lettere vicine per comporre la parola e la soffia via, sperando che raggiunga il suo amico. Sam sta viaggiando su una nave quando sente arrivare le lettere (sapeva riconoscere il suono delle lettere volanti da molto lontano), le afferra e le riordina. Quando legge la parola sorride, perchè quella è la parola “che cancellava ogni litigio”. Scusa. La parola giusta… Sam torna a casa e la storia si chiude con un bel lieto fine.
L’importanza delle parole
Credo molto nel potere delle parole. Forse per questo ho amato tanto questa storia. Quando il signor Bibo tratta male il povero Sam in un momento di nervosismo, vediamo quanto le parole possono ferire. E la ricerca della parola che riesca a far tornare indietro l’amico, richiama l’attenzione sull’importanza di chiedere scusa. Un messaggio che ho apprezzato e che mi sembra utile per lettori di ogni età.
Una storia di libri e racconti
La parola giusta è una storia decisamente originale, l’immagine del compositore di racconti ha un che di magico. Le parole, ma anche i libri sono protagonisti, insieme ovviamente ai rapporti personali, all’amicizia, al rispetto. Ma il punto forte (ancora più forte) per me sono le illustrazioni, poetiche e delicate.
Un bel messaggio per lettori di ogni età
Non è una storia semplicissima: per capire che lavoro fanno i due protagonisti, se il bimbo è piccino dovrà prestare molta attenzione e magari potrà servire una spiegazione da parte di chi legge. Ma l’amicizia, il litigio, la riappacificazione, sono comprensibili anche per i piccoli, dai 3 anni circa. I dettagli non scontati rendono godibile il libro anche per lettori più grandi (e per i genitori).
Giorgia Cozza