Sono diversi i libri di puericultura che affrontano lo stesso argomento ma la particolarità di “Così calmo il mio bambino” è quella di ritenere che le diverse spiegazioni siano tutte attendibili ma prendano in considerazione solo un aspetto del problema e che spesso ciò che è sbagliato sono i tempi o le reazioni da parte dei genitori.
Christine Rankl fornisce un “cocktail di elementi calmanti” a cui i genitori possono attingere ma sottolinea che ognuno dovrà trovare la giusta dose, creare il proprio, in base agli aspetti relazionali che così tanta importanza hanno per uno sviluppo armonioso.
Personalmente, sono rimasta colpita dal passaggio in cui si spiega che il pianto può essere il modo con cui il neonato si “stordisce” per liberarsi dall’eccesso di stimoli a cui è sottoposto, messi in atto proprio nel tentativo di tranquillizzare.
Inoltre, più volte si invitano i genitori che non riescono a trovare una strada che consenta a tutta la famiglia di vivere con un investimento emotivo equilibrato i primi mesi di vita del bambino, a rivolgersi ai centri o agli specialisti che possano fornire un aiuto.
Troppo spesso le madri, considerandosi fallite, non chiedono aiuto e soprattutto non esprimono il loro disagio, alimentando una spirale di difficoltà.
Per chi conosce la Leche League”, la sezione austriaca ha detto di questo libro “Nella giungla di manuali di puericultura questo libro si distingue piacevolmente da altri”.