La disgrafia si presenta in forme diverse in relazione agli aspetti eziologici da cui si origina. Le due principali classificazioni del disturbo disgrafico sono le seguenti:
Classificazione delle disgrafie di Ajuriaguerra
• scritture tese: presentano tensione e contrazione del gesto grafico
• scritture molli: presentano rilasciamenti e irregolarità
• scritture impulsive: caratterizzate da gesto grafico incontrollato in corpo e alla fine di parola. Le scritture impulsive possono essere ulteriormente distinte in “molli” o “rigide”
• scritture maldestre: presentano irregolarità e disorganizzazione nella forma dei grafemi e nel movimento complessivo della scrittura
• scritture lente e precise: mostrano una iper-strutturazione delle lettere per un eccesso di precisione
Classificazione delle disgrafie di R. Olivaux
Partendo dalla considerazione che la scrittura ha tre specifiche funzioni: quella di esprimere il pensiero (funzione strumentale), di comunicarlo (funzione relazionale) e di rappresentare la personalità dello scrivente in tutti i suoi aspetti (funzione rappresentativa), Olivaux ha stabilito che quando una di esse è compromessa, possiamo parlare di
- Disgrafia strumentale:
- difficoltà a strutturare il gesto grafico per “fatica” di chi scrive e conseguente lentezza dello scritto
- Disgrafia relazionale:
- illeggibilità per difficoltà di relazione con l’ambiente. Sono grafie caratterizzate da una gestione irregolare dello spazio grafico, da dimensione molto variabile delle lettere, mancanza di pressione o pressione pastosa, ecc.
- Disgrafia sintomatica:
- difficoltà di espressione di sé – “scrittura maschera”- si presentano molto accurate, controllate, artificiose. (L. Tonocci, “Rieducazoine della Scrittura, modalità e criteri”. In: P. Cristofanelli, S. Lena, Disgrafie, 1999, pp. 165-167
Il bambino che presenta disgrafia scrive in modo molto irregolare, la sua mano scorre con fatica sul piano di scrittura e l’impugnatura della penna è spesso scorretta.
La capacità di utilizzare lo spazio a disposizione è, solitamente, molto ridotta; il bambino non, non rispetta i margini del foglio, lascia spazi irregolari tra i grafemi e tra le parole, non segue la linea di scrittura e procede in “salita” o in “discesa” rispetto al rigo.
La pressione della mano sul foglio non è adeguatamente regolata; talvolta è troppo forte e il segno lascia un’impronta marcata anche nelle pagine seguenti del quaderno, talvolta è troppo debole e svolazzante. Sono frequenti le inversioni nella direzione del gesto che si evidenziano sia nell’esecuzione dei singoli grafemi che nella scrittura autonoma, che a volte procede da destra verso sinistra.
Il bambino disgrafico presenta difficoltà notevoli anche nella copia e nella produzione autonoma di figure geometriche ( tende a “stondare” gli angoli e a non chiudere le forme). Anche il livello di sviluppo del disegno è spesso inadeguato all’età; la riproduzione di oggetti o la copia di immagini è molto globale e i particolari risultano poco presenti.
La copia di parole e di frasi è scorretta; sono presenti inversioni nell’attività grafo-motoria ed errori dovuti a scarsa coordinazione oculo-manuale.
La copia dalla lavagna è poi ancora più difficile, in quanto il bambino deve portare avanti più compiti contemporaneamente: distinzione della parola dallo sfondo, spostamento dello sguardo dalla lavagna al foglio, riproduzione dei grafemi.
Le dimensioni delle lettere non sono rispettate, la forma è irregolare, l’impostazione invertita, il gesto è scarsamente fluido, i legami tra le lettere risultano scorretti. Tutto ciò rende spesso la scrittura incomprensibile al bambino stesso, il quale non può quindi neanche individuare e correggere eventuali errori ortografici.
Anche il ritmo di scrittura risulta alterato; il bambino scrive con velocità eccessiva o con estrema lentezza, ma la sua mano esegue movimenti a “scatti”, senza armonia del gesto e con frequenti interruzioni.
La disgrafia è, quindi, una difficoltà di scrittura che riguarda la riproduzione dei segni alfabetici e numerici.
I bambini disgrafici presentano lacune marcate nelle seguenti competenze di base:
- Competenze grafo-motorie
- Competenze di orientamento e integrazione spazio-temporale
- Competenze di coordinazione oculo-manuale e di coordinazione dinamica generale
- Competenze di discriminazione e memorizzazione visiva sequenziale
- Competenze metafonologiche
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