5 Luglio 2021 ARTICOLI

Alda Trifiletti

Dottoressa Alda Trifiletti, specializzata in Glottodidattica Infantile alla Sapienza di Roma titolare del centro linguistico The Bilingual Bridge di San Mauro Torinese, insegna inglese a bambini e ragazzi, strutturando percorsi personalizzati e utilizzando il metodo Hocus&Lotus, Jolly Phonics ecc.. , fornisce consulenze agli istituti scolastici per implementare progetti di bilinguismo.

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Flessibilita’ dell’insegnante, un’arma vincente

Questa avventura sul bilinguismo vacanziera la dedico ad una riflessione sulla combinazione tra metodo di insegnamento, relazione affettiva e adattamento, il cui mix dà come esito un insegnamento efficace delle lingue straniere, ma, senza dubbio, anche di altri insegnamenti.

La riflessione nasce da una recente e bellissima esperienza che ho avuto la fortuna di fare in una scuola primaria attraverso un progetto di potenziamento linguistico.

Una esperienza che mi ha arricchita come persona e come insegnante e che si è aggiunta alla collezione di avvenimenti occorsi negli ultimi 18 mesi i quali hanno rivoluzionato il mondo dell’insegnamento.

C’è chi si è chiamato fuori da questa onda rivoluzionaria che ci ha investiti, studenti e insegnanti, senza preavviso; c’è chi ha provato ad andare oltre.

Ecco, alla luce dell’offerta variegata di attività corsistiche portate a termine quest’anno, alla luce di progetti dentro le scuole, dentro i nidi, le materne, di corsi per bambini strutturati con metodo certificato, di corsi creati ad hoc per gruppi di ragazzini che arrivavano da percorsi differenti, di corsi per ragazzi che si erano prefissati un obiettivo linguistico preciso, di conversazioni per adulti, quello che fa sempre la differenza è la capacità dell’insegnante di adattare la propria competenza linguistica e di insegnamento al gruppo che ha di fronte a sé.

Questo è più evidente quando entri in una scuola dove conosci il programma che gli allievi hanno svolto, ma non conosci loro, non sai come l’hanno assimilato, hai poche ore a disposizione e lavori con un gruppo classe che, generalmente, è abbastanza numeroso.

Tu arrivi, parli con gli insegnanti, ti fai un progetto in testa e poi, sul campo raccogli gli spunti che arrivano direttamente dagli allievi, instauri una relazione che è sempre la base da cui partire, capisci cosa hanno imparato e tari le attività, alcune funzioneranno meglio, altre andranno bene per una classe ma non per la sua omologa, altre ancora bisognerà proprio cambiarle strada facendo.

Ciò che àncora l’insegnante sono i principi dell’apprendimento linguistico, i principi del bilinguismo, il resto è adattamento pratico della capacità di insegnare attraverso un dialogo affettivo. Emerge la persona all’ennesima potenza, declinata nella funzione di insegnante che ha imparato ad adattarsi a contesti diversi, a circostanze diverse ed anche ad obiettivi diversi, soprattutto nel corso dell’ultimo anno scolastico. Non può esistere un modo univoco di fare lezione purché si viaggi sui binari del bilinguismo.

L’obiettivo per il futuro sarà, per quanto mi riguarda, sempre più quello di evolvere, adattando le competenze in funzione dei bambini e dei ragazzi che ho di fronte, ben conscia che, come io sto da un lato, dall’altro lato ci sono loro con le loro peculiarità. Ciò che non può mancare è la voglia di insegnare e la voglia di imparare, in un mix, come dicevo all’inizio, di metodo, relazione e adattamento.

Ricordando sempre che le lingue vanno esercitate tutto l’anno, auguro a tutti buona estate.

See you all in the next adventure


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