20 Novembre 2008 ARTICOLI

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Il bonding

Il “bonding” è un termine inglese che significa “attaccamento”: si riferisce al processo di conoscenza per gradi, che, a partire dalla nascita, avviene tra mamma e bambino.

Il termine nasce dalla fisica e si riferisce ad un fenomeno per cui due particelle si attraggono pur rimanendo separate fra di loro, come la mamma ed la sua creatura, che, pur essendo due entità distinte, sono protagonisti di un processo di attrazione.

Questo percorso di conoscenza è sì di natura psicologica, ma per raggiungere il suo completamento e la sua realizzazione può essere aiutato da qualche aspetto più “manuale”.
Uno di questi è il “tocco“, di cui in passato abbiamo già ampiamente parlato, e che coinvolge la pelle, il principale e più esteso organo di senso.
Non sono di minore importanza in questo processo anche il “calore“, che oltre a dare fiducia e sicurezza, stimola la produzione corretta degli ormoni.

Un cenno va fatto anche agli altri organi di senso:

  1. l’ODORE (il bimbo è in grado ben dopo due ore dalla nascita di distinguere l’odore del latte della sua mamma!)
  2. l’UDITO (il bambino distingue i toni della voce più alti: non avete mai notato come d’istinto i genitori parlano più forte ai loro bambini?)
  3. la VISTA (il neonato vede i contrasti di colore: non per nulla durante tutta la gravidanza l’organismo della mamma si trasforma in modo da creare aree più chiare e più scure- es. il capezzolo e l’areola rispetto al resto del torace-)

Il contatto della pelle aiuta anche nella produzione delle “endorfine“, gli “ormoni del buon umore”.

Il bonding prevede anche una capacita’ di contenimento del bambino, cioè la possibilità che lui senta le braccia dei genitori come una succursale del sacco vitellino che lo ha ospitato per i nove mesi della gravidanza.

Il contenimento deve essere accompagnato da una corretta posizione delle mani, che gli permettano di adottare le posizioni più comode, confortevoli e rilassanti: una posizione che piace molto ai neonati è quella di porre la mano sul culetto ed una sul torace, magari battendo aritmicamente in modo lento la mano posta sul sederino: oltre a fornire calma e sicurezza, si stabilisce un rapporto di fiducia che ci si ritroverà quando il bambino sarà più grande e, nell’immediato, può essere un modo per esprimere al proprio bambino, in un linguaggio che non prevede l’uso delle parole, il proprio sentimento nei suoi confronti.


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