Il primo aspetto da considerare quando un bambino manifesta difficoltà nel sonno è identificare la causa dell’ansia che potrebbe scatenarla. È essenziale esaminare le situazioni stressanti legate alla vita del bambino, al suo sviluppo o alla sua famiglia, che potrebbero influenzarlo direttamente.
Dormire da soli
Collocare un bambino in una stanza buia per dormire da solo può essere interpretato come una risposta negativa alle sue richieste di vicinanza e conforto. L’idea di separare i bambini dalle madri durante la notte, spostandoli in una “cameretta”, specialmente nei primi mesi di vita, è tipica di alcune culture ma può causare disturbi del sonno. Questa pratica non ha fondamento medico o educativo e può portare a difficoltà nell’addormentarsi e a risvegli con crisi di pianto.
Variazioni individuali
I bambini non sono tutti uguali; alcuni possono richiedere meno vicinanza e dormire da soli fin da subito, mentre altri potrebbero farlo più tardi. La differenza risiede nei loro caratteri, in gran parte influenzati dalla madre. I bambini con tendenze ansiose, che somigliano alla madre o nascono in periodi difficili per la famiglia, potrebbero necessitare di più comfort durante i periodi di ansia da separazione, manifestando difficoltà nell’addormentarsi.
Supporto per le mamme
Per aiutare un lattante a dormire, è fondamentale iniziare fornendo supporto alla madre. Il padre, una zia, le nonne o un’amica che si offre di prendersi cura del bambino per consentire alla madre di riposare o aiutarla nelle attività domestiche possono rappresentare un efficace rimedio contro l’insonnia del lattante.
Quando preoccuparsi del sonno del bambino
Per valutare se la quantità di sonno del bambino è adeguata all’età, è importante descrivere al pediatra la routine giornaliera del bambino. Segnali di sonno di scarsa quantità o qualità si manifestano con irrequietezza, difficoltà a concentrarsi o a interagire con gli altri, fino a disturbi di crescita nei casi più gravi.
Disturbi del sonno nei bambini
È cruciale evitare rimedi “fai da te” per i disturbi del sonno dei bambini. Prodotti da banco contenenti sostanze farmacologiche come la melatonina devono essere evitati senza consultare il pediatra. Spesso, il problema non è nel bambino ma nell’ambiente circostante, con abitudini e contesti che non favoriscono l’autonomia nel sonno.
Consolidare la routine del sonno
È utile instaurare una routine del sonno sin dai primi giorni di vita del bambino. Anche se non esiste una routine unica, alcune strategie comuni includono evitare attività stimolanti nel pomeriggio, proporre un bagno prima o dopo cena, evitare il latte dopo il pasto serale, e creare un ambiente tranquillo per l’addormentamento.
Gestire i risvegli notturni
È consigliato che la stessa figura aiuti il bambino ad addormentarsi per consolidare la routine. Evitare schermi, musica ad alto volume e luci accese è fondamentale. I risvegli notturni devono essere gestiti senza l’uso di bevande, cercando di rassicurare il bambino con la presenza del genitore. Questo schema di comportamento sarà appreso dal bambino notte dopo notte, favorendo l’autonomia nell’addormentarsi.
Disturbi del sonno nei neonati
I neonati non distinguono tra giorno e notte, quindi svegliarsi ogni 3-4 ore è normale. Se il bambino cresce regolarmente e può essere consolato, non si tratta necessariamente di un disturbo del sonno. Sostituire il latte materno con il latte artificiale non prolunga il sonno e potrebbe comportare perdite dei benefici dell’allattamento materno.
In conclusione, non esiste una soluzione predefinita per i disturbi del sonno dei bambini; ogni caso richiede un trattamento personalizzato, discusso con il pediatra, con un consulente del sonno e con tutta la famiglia.
Foto di Minnie Zhou su Unsplash
