23 Dicembre 2014 ARTICOLI

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Itinerario super natalizio alla Galleria Sabauda

Dopo le micro-mostre di quest’estate, in cui sono stati proposti al pubblico pezzi scelti della collezione, finalmente la nuova Pinacoteca Sabauda si è ricomposta e da 4 dicembre dispiega le sue (oltre) cinquecento opere negli spazi ampi, luminosi, infiniti (!!) della cosiddetta Manica Nuova di Palazzo Reale.
La Sabauda per la Pirì è un luogo del cuore. Tante e tante volte ne ha percorso le sale della vecchia sede, Palazzo dell’Accademia delle Scienze, ammirando, oltre ai pezzi esposti, la strepitosa architettura, un vero gioiello di museologia realizzato negli anni Cinquanta da una grande firma del settore Piero Sanpaolesi.

Il passaggio dal vecchio al nuovo le ha lasciato addosso un po’ di nostalgia e soprattutto il timore che nonostante la presenza di veri capolavori, l’infilata di tante sale bianche e simili possa scoraggiare i non esperti dall’intraprendere la visita.
Per chiamare all’arte i bambini e gli adulti dal cuore bambino, La Pirì ha pensato di proporre un itinerario super natalizio, andando a rintracciare sala per sala, le sole opere cha raccontano il Natale e individuandone tredici, dal quattrocento al settecento.

01-Adorazione-dei-Magi1) Pittore anonimo dell’alto Reno, Adorazione dei Magi, 1420-1440
Questa tavoletta racconta uno degli episodi più favolosi e più amati della Natività. Dal lontano Oriente sono arrivati i tre re. Il più anziano, levatasi la corona, rende omaggio al piccolo Gesù con un dono prezioso. Fatica a mantenere l’equilibrio e si sostiene con una gruccia. Proprio lì dove essa poggia Giuseppe, ha distrattamente abbandonato il soffietto e il piccolo braciere rischia di spegnersi. Alle spalle di Maria l’asinello e il bue sono minuscoli e non sembrano in grado di fornire calore alla Sacra Famiglia. Maria tuttavia siede tranquilla sul letto nuziale, avvolta da un abito ricco di pieghe. Due pastori assistono alla scena. L’atmosfera fiabesca, la coesistenza di dettagli realistici con altri del tutto fantastici (es. il letto in mezzo alle rocce), lo sfondo dorato e lavorato con punzoni, sono elementi caratteristici del “gotico internazionale”, uno stile pittorico che interessò tutta l’Europa con una tale omogeneità di risultati che ancora oggi moltissime opere sono rimaste di dubbia attribuzione.

2) Martino Spanzotti, Adorazione dei Magi, 1480 circa
02-Adorazione-dei-MagiMartino Spanzotti, pittore ampiamente rappresentato sia qui in Sabauda, che a Palazzo Madama, che alla Pinacoteca dell’Accademia Albertina fu il rinnovatore della pittura piemontese nella seconda metà del Quattrocento. Questo piccolo dipinto rappresenta anch’esso il momento in qui il re più anziano, a capo scoperto, rende omaggio a Gesù, in questo caso baciandogli il piedino. L’altro re gli tiene il copricapo e intanto scambia due parole con il compagno di viaggio. La datazione al 1480 è stata ricavata confrontando questa scena con quella di medesimo soggetto raffigurata a Ivrea, sull’imponente “tramezzo” (parete divisoria) della chiesa di San Bernardino.

3) Maestro dell’Adorazione di Torino, Adorazione dei Magi, XIV-XV secolo
03-Adorazione-dei-MagiQuesta tavola strepitosa offre al nostro sguardo molto più di una Adorazione dei Magi. Il suo anonimo autore, di formazione fiamminga, sa rendere in punta di pennello i particolari più minuti e intrecciare con grande armonia diversi momenti della narrazione. Partendo da sinistra possiamo leggere con coerenza tutta l’opera: l’annuncio ai pastori, la natività, l’adorazione dei re. Sullo sfondo il racconto prosegue con Erode che ordina la strage degli innocenti; la fuga in Egitto della Sacra Famiglia e l’esecuzione del tremendo crimini da parte dei soldati di Erode. Anche l’osservatore più curioso troverà qui pane per i suoi denti: stoffe, particolari preziosi e animali esotici: tre cammelli e persino un elefante!

4) Defendente Ferrari, Adorazione dei Magi, inizio XVI secolo
04Adorazione-dei-MagiDefendente Ferrari fu l’allievo più brillante di Martino Spanzotti (cercalo in Sabauda!). Da lui apprese i principi della nuova arte prospettica rinascimentale e il modo per dare spessore e peso alle figure. Rimase però sempre legato al gusto nordico del dettaglio, alla gioia del raccontare, all’amore per i tessuti e per i particolari preziosi. In quest’opera il corteo dei Magi si snoda partendo da due fiabesche torri bianche merlate e giunge, in un trionfo d’ori, fino alla capanna di Gesù. Aureole, broccati e vasellame, spesso resi in pastiglia dorata, aggettano dalla superficie altrimenti liscia della tavola e mettono a dura prova la nostra voglia repressa di toccare!

Per proseguire il nostro percorso natalizio dobbiamo tornare sui nostri passi, attraversare l’atrio e salire al primo piano.

5)Savoldo, Adorazione dei pastori, 1522/23 – 1527
05Adorazione-dei-pastoriI pastori sono stati i primi a rendere omaggio a Gesù. Fu l’angelo ad avvisarli e loro accorsero donando, prima di ogni altra cosa, il loro cuore. Giovanni Girolamo Savoldo, era nato a Brescia ma negli anni di formazione a Venezia aveva visto all’opera grandi maestri della luce e del colore. Da Giorgione aveva preso il gusto per il paesaggio, dai Fiamminghi le aperture lontanissime dello sfondo; da Tiziano gli effetti di luce e la capacità di rendere le sete, i cui colori spiccano contro la roccia scura centrale.

6) Defendente Ferrrari, Natività, Adorazione dei Magi, Deposizione, 1523
06-nativitaLa piccola pala mostra tre scene legate alla vita di Gesù. La Natività a sinistra, L’Adorazione dei Magi in centro e infine la Deposizione di Cristo nel sepolcro. La firma del pittore è dipinta nella tavola centrale: sul rocchio della colonna infatti si legge il suo monogramma. La data del dipinto, invece, si trova nella prima scena, sulla base del pilastro centrale. La fantasia di Defendente, inesauribile cacciatore di dettagli, lo spinge in questa tavola a inventare copricapi di ogni genere per esempio quello del re inginocchiato che, curiosamente, ricorda un berretto da baseball!

7) Luca Cambiaso, Adorazione dei Magi, 1548-1550
07Adorazione-dei-MagiDi tutt’altro genere l’Adorazione realizzata una ventina di anni più tardi da Luca Cambiaso, grande pittore del cinquecento genovese. In quegli anni il maestro indiscusso, addirittura “divino”, era Michelangelo e la sua fama correva in tutta Italia e fuori. Luca, allora giovanissimo, prende da lì la passione per il “difficile” , per gli scorci, per le figure gigantesche e in poco spazio stipa con grande abilità la scena intera. Lo scatto in avanti dell’irrequieto, piccolo (ma neanche tanto!) Gesù crea immediatamente il senso della profondità.

8) Antonio Semino, Adorazione dei pastori, 1584
08Adorazione-dei-pastoriSempre in area ligure lavora Antonio Semino che, in clima di Controriforma, realizza un’Adorazione dei Pastori semplice e delicata. Dopo anni di lotte religiose e di persecuzioni terribili la Chiesa di Roma era riuscita a mantenere il suo ascendente sui fedeli. Le immagini si erano rivelate uno strumento formidabile di evangelizzazione e dunque i pittori andavano contenuti, nelle loro fantasie! Il quadro di Semino è firmato e datato in basso a sinistra.

9) Aurelio Lomi, Adorazione dei Magi, fine XVI – inizio XVII secolo
09Adorazione-dei-MagiLa pala è firmata in basso a sinistra “Aurelius Lomius divina Benignitate suffultus” (“Aurelio Lomi, sostenuto dalla Divina Misericordia”). Il pittore era di nascita e formazione pisana e dalla tradizione toscana aveva preso il senso della misura e il buon disegno. I colori accesi e pieni di luce li aveva invece ammirati nelle opere del Veronese (cercalo in Sabauda!). La scena è affollata e oltre ai Magi comprende molti altri personaggi e anche i cammelli sullo sfondo!

10) Denis Calvaert, Adorazione dei pastori, inizio XVII secolo
10Adorazione-dei-pastoriDenys Calvaert, che era originario da Anversa dove aveva studiato pittura di paesaggio, si trasferì in Italia a ventidue anni. Qui, si pefezionò nel disegno e arricchì la tavolozza con i colori della pittura veneta. Nel 1574 aprì una scuola molto prestigiosa, in grado di competere con quella ben più famosa dei Carracci. In questo dipinto emerge la sua abilità nel comporre le figure su uno sfondo naturale, ricco di lampi e di colori cangianti. Proprio i giochi di luce gli permettono di isolare una porzione della scena in cui collocare l’episodio con l’annuncio ai pastori.

11) Luigi Crespi, Adorazione dei pastori, 1742
11-Adorazione-dei-pastoriTutt’altra atmosfera e tutti altri colori in questa Adorazione dei pastori realizzata da Luigi Crespi intorno al 1740, quando ormai mandava avanti la bottega bolognese del padre. Giuseppe Maria Crespi, infatti, che aveva lasciato opere molto intense usando colori terrosi e lampi di luce dorata (cercalo in Sabauda!) stava divenendo – dramma temendo per un pittore – completamente cieco. In questa come in molte altre opere, Luigi ne ricalca la lezione investendo il piccolo Gesù di una luce accecante che accende e fa brillare anche i fili di paglia. Dalle zone d’ombra invece emergono particolari vagamente inquietanti come le due pecore o il cane che ringhia!

Per trovare le ultime due opere dobbiamo raggiungere la strepitosa Collezione Gualino donata dall’industriale e collezionista Riccardo Gualino alla Pinacoteca Sabauda nel 1930.

12--Adorazione-dei-Magi12) Pietro Solari detto Pietro Lombardo, Adorazione dei Magi, fine XV secolo (attr.)
Figlio di un tagliapietra, Pietro aveva studiato a Venezia e soprattutto a Padova dove, negli anni cinquanta erano passati grandi artisti, tra cui Donatello impegnato nelle sculture per la basilica del Santo. Dal confronto con il grande maestro apprende la tecnica dello “stiacciato”, che consentiva di ricavare nello spessore della lastra di marmo (o di bronzo) sottilissimi piani prospettici con cui dare l’idea della profondità. Per questo aguzzando lo sguardo vediamo emergere dal fondo, bianco su bianco, tanti particolari affascinanti.

13) Luca Signorelli (Cortona, 1445-50 – 1523) Natività di Gesù e Annuncio ai pastori, 1495-99
13Annuncio-ai-pastoriChiudiamo il nostro giropresepe, con la Natività di Luca Signorelli realizzata negli anni in cui, lasciata Firenze in seguito alla morte di Lorenzo il Magnifico, lavorava a grandi cicli di affreschi fuori città. In questa tempera su tela si contrappongono le due anime del suo stile: in primo piano la Sacra Famiglia, illuminata da una luce fredda e cristallina (che diventerà caratteristica constante della “pittura scolpita” di Michelangelo) e sullo sfondo l’annuncio ai pastori, composto di figurine nervose e scattanti secondo quanto aveva appreso da ragazzo nella bottega del Pollaiolo (cercalo in Sabauda!).

Informazioni essenziali Attenzione! L’ingresso delle nuova Pinacoteca è in via XX settembre 88  a Torino, ma la biglietteria è a Palazzo Reale.

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Compito delle vacanze:
Sono proprio tredici le opere “Natalizie” esposte in Sabauda? O La Pirì ne ha dimenticata qualcuna? Ditecelo voi così, nel caso, le tiriamo le orecchie.

Soluzione superquiz “Quel gran tesoro di Leonardo”:

Cose c’è nella vetrina numero 13 del primo caveau? Un minuscolo disegno con una figura accanto al fuoco e un volo di farfalle.

 


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