8 Giugno 2009 ARTICOLI

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La famiglia ricostituita: una scommessa

Le recenti statistiche ci raccontano di un fenomeno in ascesa: l’aumento delle separazioni, con conseguente aumento delle famiglie ricostituite (famiglie composte da due partner e da almeno un figlio di uno dei due, nato da una precedente relazione). Tra i diversi aspetti che connotano questa particolare condizione familiare, due ci sembrano particolarmente interessanti: la gestione dei confini tra le diverse relazioni all’interno della nuova famiglia e l’accettazione della fine della famiglia originaria (la famiglia composta da due partner a dai figli avuti insieme).

Nella famiglia ricostituita sono presenti più sotto-sistemi di relazioni, rispetto alla famiglia originaria, che devono essere riconosciuti, ai quali bisogna dare un ordine, senza sovrapposizioni, e a cui bisogna concedere dello spazio dedicato.
Innanzitutto è importante dar spazio alle relazioni pre-esistenti la famiglia ricostituita, in particolare al rapporto genitore/figli nati dalla precedente relazione e tra fratelli. Contemporaneamente, però, vanno incoraggiate le nuove relazioni tra fratelli acquisiti e tra “fratellastri”, tenendo conto delle diverse età. Così come vanno incoraggiate le relazioni dei figli con l’altro genitore biologico e con la sua famiglia d’origine.

La nuova coppia dovrà ritagliarsi i suoi spazi esclusivi: certamente non dovrà penalizzare i figli, ma dovrà dimostrarsi salda nel voler salvaguardare dei momenti soltanto suoi. Così come la nuova famiglia ricostituita avrà bisogno di momenti da passare tutti insieme, per incominciare a costruire e a rinsaldare, successivamente, una nuova identità familiare.

Ci sono dei tempi di maturazione da rispettare riguardo alle nuove relazioni, poiché è molto importante che i reciproci avvicinamenti avvengano con spontaneità: è preferibile, infatti, un atteggiamento educato e rispettoso, in luogo ad un atteggiamento forzatamente e falsamente affettuoso. Inoltre è rilevante ricordare che sono gli adulti, più che i bambini o i ragazzi, ad impostare il rapporto: questi ultimi, infatti, ricoprono una posizione più favorevole rispetto al nuovo partner del genitore, che ha bisogno di farsi accettare, ma non possiedono la capacità adulta di gestire un rapporto. Sarà quindi l’adulto a dover andare incontro per primo.
Il nuovo partner dovrà fare attenzione, altresì, a non mettersi in sovrapposizione con il genitore del bambino, e dovrà cercare di porsi, quindi, non come “sostituto genitore”, ma come altro adulto di riferimento.

Se non potrà assumere un ruolo genitoriale, nondimeno il nuovo partner avrà il diritto di stabilire insieme al compagno/a le regole del menage familiare, laddove ci sia una convivenza: in questo caso, infatti, è la coppia adulta (non i figli minorenni) ad avere il diritto e la responsabilità di decidere le “regole di casa”.
È importante che non si crei antagonismo, né una scala gerarchica di priorità rispetto all’amore del genitore/partner: l’amore per i figli e l’amore per il partner hanno nature diverse, appartengono a sfere diverse, entrambe fondamentali, e sono da considerarsi prioritarie, in maniera diversa, tutte e due. L’ideale sarebbe trovare il giusto equilibrio tra lo spazio da dare alla dimensione genitoriale e a quella affettiva/sentimentale, facendo eventualmente prevalere l’una o l’altra in momenti specifici che richiedono un maggior investimento.

Un altro aspetto interessante da sottolineare, per quanto riguarda queste recenti forme di famiglia, è la gestione del lutto riguardo alla famiglia originaria.
È difficile per tutti, genitori e figli, accettare la fine di quella particolare e unica dimensione che è la famiglia originaria, composta dai genitori biologici e dai loro figli. La caratteristica più peculiare di questa condizione è il forte senso di appartenenza di tutti i membri della famiglia: per quanti conflitti ci possano essere, i familiari si rispecchiano naturalmente nelle relazioni con i propri congiunti. In una famiglia ricostituita le nuove relazioni saranno acquisite, e sarà necessario crearle ex novo, con tutte le difficoltà connesse. Ciò nondimeno tali relazioni potranno essere ugualmente o maggiormente gratificanti delle precedenti, ma resterà sempre un minor senso di appartenenza.

È importante che i membri della famiglia ricostituita siano consapevoli che la nuova condizione non sarà del tutto assimilabile a quella della famiglia originaria, ma che sarà qualcosa di differente, e che comunque, se ben gestita, potrà a sua volta essere un buon terreno dove poter crescere ed evolvere.

Dott.ssa Maria Cristina Peyrani


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