L’ispettore più famoso e imbranato del cinema alle prese con un caso in apparenza insolubile.
L’allenatore della nazionale francese di calcio ha appena portato alla vittoria la propria squadra contro la Cina. Il pubblico è in visibilio, i suoi giocatori lo circondano per portarlo in trionfo quando una freccetta avvelenata lo colpisce al collo uccidendolo. Il caso viene assegnato all’ispettore Jacques Clouseau (Steve Martin) ed al suo aiutante Gilbert Ponton (Jean Reno); oltre al killer i due dovranno ritrovare anche il famoso anello con il diamante Pantera rosa, scomparso misteriosamente dalle dita della vittima al momento dell’omicidio.
Al di là della sconfitta nell’inevitabile paragone con gli “originali”, “La pantera rosa” rimane un lavoro abbastanza piacevole, ricco di situazioni comiche, più o meno, riuscite. Quasi a confermare gli effetti negativi del “fenomeno remake” hollywoodiano, il film ha i suoi momenti più esilaranti quando non tenta di ripetere (l’irripetibile) comicità “slapstick” di Sellers e punta invece su quella più facciale e sofisticata di Steve Martin, attore tanto apprezzato negli States quanto sottovalutato da noi (la scena delle ripetizioni d’inglese è eccezionale). A fargli da contorno un cast di tutto rispetto: da Jean Renò (che dovrebbe essere l’alter ego di Cato, il domestico di Clouseau-Sellers) a Kevin Kline passando per la sempre più brava Emily Mortimer e la popstar Beyoncè.