30 Ottobre 2014 ARTICOLI

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Le contessine Fiamma e Bruna

il ballo delle contessine

C’erano una volta un conte e una contessa che avevano due figlie gemelle. Una si chiamava Bruna e aveva i capelli castani. L’altra di nome Fiamma, aveva i capelli ramati. Le due bambine erano molto diverse tra loro, non solo nell’aspetto fisico, ma anche nel carattere.

Fiamma era più accesa e impulsiva, Bruna era più calma e pacata. Fiamma si adattava a fatica alle nuove situazioni, mentre Bruna accettava più di buon grado i cambiamenti e cercava sempre di trovare il lato positivo anche nelle situazioni più difficili.

Quando divennero ragazze quasi in età da marito, il conte si trovò ad attraversare un grave momento di crisi, tanto che fu costretto a vendere molti quadri della sua collezione e alcuni mobili antichi. Sua moglie, la contessa Rebecca, acconsentì di vendere anche il più bel servizio di posate in argento. Ma poiché questo non era sufficiente a colmare i loro debiti, decise di rinunciare anche ai suoi gioielli.

Figlie care sono affranta di dover vendere le mie parure di diamanti, smeraldi e rubini destinate a voi. Terrò solo la collana e gli orecchini con pietre di acqua marina che sono i gioielli di minor valore – spiegò la contessa alle sue figlie. –

Proprio ora che entreremo a far parte del giro delle donzelle al ballo… – disse Fiamma in tono seccato.

– I gioielli non sono tutto nella vita, potrete andare al ballo delle donzelle anche senza le parure di gemme preziose – ribattè la contessa.
Certo madre, non ti preoccupare. – rispose Bruna.
Spero non avrai venduto pure le stoffe in broccato – sbottò Fiamma.
Le stoffe non le ho vendute, ma ora non possiamo più permetterci di pagare i sarti più bravi e costosi della contea – bisbigliò la madre.
Per andare a fare la poveraccia io rinuncio… che vergogna. Gente della nostra levatura caduta così in basso! – sentenziò Fiamma.
Madre impareremo noi a confezionare i nostri abiti. So che Alma, la cuoca, è abile anche nel cucito, le chiederò di insegnarmi le basi… e poi mi metterò io di buona lena con ago e filo. – disse Bruna.
Io mi rifiuto di andare al ballo delle donzelle con un decolleté nudo, senza l’ombra di un gioiello – si infiammò la gemella ribelle.
Fiamma lascio a te la parure di acqua marina, i tuoi occhi verdi appariranno ancora più luminosi!
Grazie Bruna, tanto coi tuoi occhi nocciola l’acqua marina sarebbe poco valorizzata!!! Madre cara, ti chiederei di lasciare a me il tuo abito più bello, visto che noi due abbiamo la stessa taglia. A lei risulterebbe abbondante... – disse Fiamma indicando la sorella.
Sempre a te ogni privilegio? Non è giusto! – ribattè la contessa che iniziava a irritarsi per l’insolenza di Fiamma.
Lascia stare madre. Ho già in mente un bell’abito con una delle tue stoffe e poi penserò a un collier originale che si abbini bene ai miei occhi nocciola.
Il ballo organizzato dai marchesi per le donzelle dovrebbe essere tra una decina di giorni, non c’è molto tempo – disse la contessa.

Dieci giorni dopo
Ragazze siete pronte? Stasera ci saranno i figli del conte Marino, del marchese Biancacci, del duca di Monteverde… tutti intenti ad adocchiare le ragazze ideali da maritare.

Vabbè, pur senza diamanti, con queste acque marine e il tuo abito in pizzo rosso amaranto farò la mia bella figura – disse contessina BrumaFiamma. E dopo un attimo vedendo comparire la sorella, dal fondo della sala, scoppiò in una fragorosa risata.
Bruna indossava un abito in raso color avorio con bordure in velluto e una stola color tortora.
Ma non era stato tanto l’abito a divertire la sorella, quanto piuttosto la sua parure che ornava i lobi delle orecchie e il decolleté. Bruna aveva realizzato una originalissima parure, fatta con i gusci delle noci, che si abbinava in modo perfetto al colore dei suoi
occhi e alle tonalità dell’abito.
Certo, appariva molto strano, che una contessina potesse indossare un gioiello, se così si poteva definire, fatto con materiali tanto poveri.
La contessa Rebecca storse un po’ il naso appena vide Bruna pronta per il ballo delle donzelle di corte. Ma subito dopo la elogiò per la sua dose di fantasia e fece accompagnare le figlie, in carrozza, presso la contea dove si svolgeva la grande festa dedicata ai giovani.
Il figlio del conte Marino, un ragazzo un po’ stravagante che non amava le convenzioni, rimase molto colpito da Bruna che mostrava di essere originale e creativa. Anche la sua acconciatura era particolare e tra i suoi boccoli scuri spiccavano piccole campannelle di fiori d’erica.
Continua ….

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