7 Marzo 2012 ARTICOLI

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Occhi e denti

Cari genitori, ultimamente ripenso a quanto spesso andassi dal pediatra per la mia figlia grande e a quanto non ci vada praticamente mai per la secondogenita.

Il punto è questo, per il primo figlio ci si allarma sempre molto e molto più del necessario. Si eseguono controlli anche per sciocchezze e al primissimo campanello d’allarme, percepito di solito quasi sempre solo dalle madri, chissà perché…, ci si fionda a prenotare il primo minuto libero del medico o in sala d’attesa, in mezzo a focolai di germi e virus non meglio determinati.

Per Anna era più o meno così. Elena è stata talmente poco dal pediatra che quasi non lo conosce e nutre un’insolita diffidenza nei suoi confronti.

Il pediatra, allo scoccare dei tre anni della mia figlia più grande, mi aveva caldamente invitata a prenotare due visite specialistiche di fondamentale importanza: oculista e dentista. Prenotai l’oculista, e ne fui molto contenta, dal momento che il medico si rivelò un uomo capace e intelligente (e non meno importante, padre di tre figli!) che mi disse di stare tranquilla, tenere sotto controllo gli occhi di mia figlia soprattutto una volta iniziata la scuola elementare. Farò così. Poi mi misi in contatto con il dentista, il quale, essendo un dentista di fiducia, mi disse senza troppi fronzoli che tre anni o quattro, a meno che non ci fossero evidenti patologie, erano troppo pochi per portare un bimbo dal dentista e che la verifica della salute dei denti nei bambini si fa in casi estremi. Così abbiamo evitato la visita dentistica.

Ora Anna ha quattro anni, ci vede bene e per quanto riguarda i denti, be’ ce la mettiamo tutta per tenerli pulitissimi, sempre, anche se la cosa non è proprio immediata. Inoltre il dentista mi ha detto che bisogna dare il fluoro ai propri figli, a oltranza. L’ho guardato come si guarda un pazzo. Sì, mi risponde che il fluoro è fondamentale e più i bimbi ne assumono, meno problemi di denti avranno in età più avanzata.

Allora ricomincerò a comprare e a somministrare il fluoro alle bimbe.

Ultimamente è successo che Anna, nelle sue giornate notoriamente tranquille e rilassate, si è rotta due denti. Uno, incisivo centrale superiore, si è scheggiato sui bordi, l’altro, incisivo laterale inferiore,  si è proprio rotto ed è rimasto più o meno rotto a metà. Il nostro dentista ha visitato Anna a casa, ci ha detto che potrebbe succedere tutto e niente, dipende dall’entità della botta. Botta, per altro, di cui nessuno sa nulla. Neppure Anna, a momenti, la quale un giorno con fare molto casuale e sciolto mi ha detto che aveva battuto la bocca contro il compagno Matteo, ma le maestre e Matteo non ne sanno nulla. Misteri dell’infanzia.

Fatto sta che il dentista ci ha detto che se il danno non è grave, quindi osservare bene sempre i denti della bimba, può tenersi il dente rotto, che non preclude la masticazione e comunque non è dentatura permanente, per ora. Ci ha detto che a volte il danno non è grave, ma l’effetto che provano i bimbi dal dentista è talmente esagerato che si preferisce non sottoporli a una visita in studio finchè non sia davvero indispensabile.

Così, Anna si tiene il dente rotto, mi sta bene, continua a cadere due o trecento volte al giorno, mi sono raccomandata mille e più volte di fare attenzione alla bocca, che è uno strumento delicato e fondamentale, ma le mie parole volano al vento.

Questo ovviamente vale anche per Elena, che ha solo un anno e una manciata di denti. L’incisivo centrale superiore, però, l’ha rotto subito, appena spuntato. Come? Mordendo un tavolo di cristallo. Ma si può?


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