24 Luglio 2023 ARTICOLI

Giorgia Cozza

Giorgia Cozza è una giornalista specializzata nel settore materno-infantile, i numerosi manuali per genitori di cui è autrice sono un punto di riferimento ormai consolidato per le coppie in attesa di un bimbo e per le neofamiglie.

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Recensione del libro per bambini: Il giardino magico

Autore
Giusy Scandurra
Illustratore
Seby Genovese
Casa Editrice
Algra Editore
Anno prima edizione
2022
Pagine
64
ISBN
978-8893416238

Un cortile che diventa un giardino. Un giardino che accoglie bambini e attività bellissime. E un libro che racconta tutto questo. È un libro speciale quello intitolato “Il giardino magico”, un libro che nasce per aiutare le famiglie a parlare con i bambini della malattia e del ricovero ospedaliero, usando il linguaggio della fiaba, che rasserena. Che scaccia la paura.

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Una mamma che ha bisogno di cure

Il piccolo Andrea non ci voleva andare in ospedale. La mamma ha dovuto promettergli delle carte Pokemon come anticipo del regalo di Natale per convincerlo. Andrea non è malato. È la sua mamma che è malata. “In questo periodo sono successe un sacco di cose strane.
Mamma e papà che partono da soli, la mamma che si taglia i capelli ed esce con cappelli colorati e gli abbracci più stretti di prima” si legge all’inizio della prima delle cinque storie che compongono il libro.

Il re magio al Presepe Vivente

Alla fine Andrea ha accompagnato la mamma nel giardino magico, il giardino del reparto di Oncologia dove i bambini possono giocare tra loro e partecipare a presepi viventi, ricerche delle uova Pasquali, recite in costume… Andrea accetta di interpretare uno dei re magi per la festa di Natale, con un mantello rosso e un cofanetto in mano.
Durante le prove fa amicizia con gli altri bambini, inizia a divertirsi e pensa che “in fondo l’ospedale non era un posto così terribile”.

Nel giardino segreto a caccia di uova

La protagonista della seconda storia è Matilde che ha cinque anni. Lei scopre il giardino magico perché a essere malata è la sua nonna. Matilde va in ospedale con lei in occasione della caccia al tesoro con in palio tanti ovetti di cioccolata. “Una signora gentile con un
camice bianco mi ha detto: ‘Lasciamo la nonna a riposare sulla panchina rossa. Ti aiuto io a cercare le uova. Lei è un po’ stanca”. La signora gentile era una psicologa del reparto e aveva portato con sé anche la sua bambina. Matilde ha fatto una bella scorta di uova e la nonna è stata molto contenta.

Una panchina rossa e una recita

Nella terza storia incontriamo un altro Andrea. Questo bambino arriva al giardino magico accompagnando la mamma che per fortuna non è malata, ma organizza tante belle attività per i pazienti ricoverati. In occasione di San Valentino, nel giardino magico si parla di amore ma anche di violenza sulle donne (c’è una panchina rossa che ricorda tutte le vittime), grazie alla partecipazione di cinque attori che interpretano “brani tristi e brani allegri”. Andrea conclude la recita insieme agli altri bambini recitando una poesia.

Il giardino della “casa dell’oncologia”

Anastasia è una bambina che è da poco stata accolta dalla sua nuova famiglia. La mamma affidataria in passato è stata operata e ha continuato a frequentare il giardino magico, partecipando a progetti e attività di umanizzazione dell’ospedale.
Nell’ultima storia le protagoniste sono due, Agata e Giulia, le loro mamme – una dottoressa e una psicologa – “sono grandi amiche e lavorano in ospedale”. Le due bambine interpretano gli angeli nel presepe vivente, recitano per San Valentino, vanno a caccia di ovetti per Pasqua, aiutano negli addobbi e nei preparativi, perché “il giardino della casa dell’oncologia è un posto che tutti curano, facendo grande attenzione a non sporcare”.

La storia di un reparto speciale

Questo libro racconta una storia vera. La storia di un giardino magico, ma prima ancora la storia di un reparto che ha voluto diventare una “casa dell’oncologia” dove le persone si sentono accolte, amate, in famiglia.
Autrice delle cinque storie, è una dottoressa, la direttrice del reparto di Oncologia Medica dell’ospedale Cannizzaro di Catania. Giusy Scandurra è un’esperta di tumore dell’ovaio, dell’utero e della mammella ed è lei che ha voluto il giardino magico, trasformando un
cortile incolto in uno spazio verde dove i bambini sono benvenuti, si divertono, giocano, curano le piante. E dove si può stare insieme alla mamma, alla nonna, alla zia, anche se sono malate, anche se quello è un ospedale.

Tempo insieme e ricordi felici

Guadagnare tempo e costruire ricordi felici. Sono i due obiettivi che mi do ogni giorno insieme alle persone che lavorano con me” ha spiegato la dottoressa Scandurra. “Ho ben presente il limite del mio lavoro e la sofferenza nei reparti di oncologia: non tutte le terapie  portano a una guarigione, non tutte le pazienti tornano alla loro vita di prima. Lo sforzo che abbiamo fatto, con azioni semplici e concrete, è quello di portare la vita dentro la malattia e dentro al reparto, per fare in modo che i bambini possano trarre tutta la gioia possibile dal tempo condiviso. Ricordare l’ospedale come un luogo in cui siamo stati felici, dove abbiamo visto la nostra mamma benvoluta, circondata di attenzioni, è un’esperienza molto diversa dalla paura di un luogo in cui non si può entrare, un luogo che esclude e ci lascia soli con i nostri pensieri”.

Uno strumento per parlare di malattia

Questo libro, che racconta l’esperienza positiva di un reparto d’eccezione ed è un progetto di ACTO Sicilia–Alleanza Contro il Tumore Ovarico (con il patrocinio dell’Azienda Ospedaliera “Cannizzaro), può essere uno strumento prezioso per affrontare l’argomento della malattia con i bambini.
Le cinque storie sono molto delicate e trasmettono serenità. Merito anche delle illustrazioni allegre e coloratissime di Seby Genovese, giovane artista catanese, che ha rappresentato i protagonisti come simpatici animali.

Di malattia, ma anche di cura e di amore

“Ho voluto raccogliere la nostra esperienza con semplicità, in un libro breve e colorato” ha concluso la dottoressa Scandurra “perché possa essere uno strumento in più in mano ai genitori per affrontare il discorso sulla malattia. Un discorso doloroso che può e deve parlare anche di amore, di attenzione e di cura.”

Per quanto riguarda l’età di lettura, le storie si possono leggere con bambini dai quattro anni circa e sono adatti anche a bambini più grandicelli.

Giorgia Cozza


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