2 Dicembre 2020 ARTICOLI

Giorgia Cozza

Giorgia Cozza è una giornalista specializzata nel settore materno-infantile, i numerosi manuali per genitori di cui è autrice sono un punto di riferimento ormai consolidato per le coppie in attesa di un bimbo e per le neofamiglie.

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Recensione del libro per bambini: La befana e il colpo della strega

Autore
Tea Ranno
Illustratore
Lorenzo Santinelli
Casa Editrice
Armando Curcio Editore
Anno prima edizione
2018
Pagine
32
ISBN
978-8868682880

Quando ho letto la trama di questo libro, ho sentito che lo avrei amato. E così è stato. Questa è una storia che ha conquistato forse più me che il mio bimbo, ma che credo valga la pena leggere per lo sguardo “nuovo” che regala a proposito di “bambini buoni” e bambini cattivi”.

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Il colpo della strega

“La Befana guardò fuori. La notte era quella giusta, la scopa era pronta, il sacco – pieno di carbone per i cattivi e doni per i buoni – aspettava davanti alla porta”. Comincia così questa storia dedicata a uno dei personaggi più amati dei bambini, la Befana che nella notte tra il 5 e il 6 gennaio riempie le calze di tutti i bimbi volando di casa in casa sulla sua vecchia scopa. Questa volta però, succede qualcosa di imprevisto. Quando la Befana solleva il sacco per metterselo in spalla, un dolore fortissimo alla schiena la fa piegare in due. La Befana cade a terra piangendo. “Un colpo della strega proprio adesso! Ma perchè?”

E adesso come si fa?

La Befana si chiede quale delle sue amiche streghe le abbia fatto quel brutto scherzo, ma ben presto realizza che non si è trattato di Armida, Frufulla o Lìllipa… Non sarebbe stato possibile dato che sono tutte sue amiche. No, quel colpo della strega, dev’essere opera della terribile Dondomelia. La Befana chiama in aiuto la sua sua nipotina, la fata Tulipandra. Insieme riescono a far arrivare la strega Dondomelia.

Brutta, grigia, coperta di stracci…

La strega Dondomelia ha proprio un aspetto terribile. È molto brutta, tutta nera, e anche molto scorbutica. Quando la fata Tulipandra le chiede perché ha colpito la Befana, la strega risponde di chiederlo a lei.

“A me?” domanda la Befana sbalordita. “Che ho fatto per meritare la tua punizione?” La vecchina dichiara di aver fatto tutto come sempre.

Dondomelia solleva il bastone, quello che usa per infliggere i suoi terribili colpi della strega, ed esclama: “Appunto! E infatti hai sempre sbagliato”.

La Befana è davvero sorpresa, ripassa i gesti compiuti quel giorno: ha fatto la revisione alla scopa, ha comprato i dolcetti e le caramelle e il carbone di prima qualità…

Una tradizione sbagliata

Ed ecco che arriviamo al punto. “Ti pare giusto portare il carbone ai bambini?” chiede la strega.

La Befana, sorpresa, risponde che è la tradizione: “i doni ai buoni, ai cattivi il carbone”.

La strega ora è davvero arrabbiata. La tradizione, secondo lei, è sbagliata, sbagliatissima. Perchè… “Non ci sono bambini cattivi”. Ci sono bambini vivaci, ma non cattivi.

E così si scopre che proprio lei, la strega Dondomelia, da piccola era una bambina vivace e nella calza aveva sempre trovato del carbone. “Ho mangiato carbone per tutta la vita, ed ecco il risultato” spiega, indicando la sua persona.

Il carbone serve, sì. Ma non per i bambini

Quindi la Befana non deve più portare il carbone? Oh no, secondo la strega il carbone bisogna portarlo. Certo che bisogna portarlo! Ma non ai bambini. Ai grandi che si comportano male. “Perchè sappiano che se continueranno a fare le guerre, a uccidere, a inquinare il mare e l’aria, a incendiare i boschi, trasformeranno questo bellissimo pianeta in un solo, enorme pezzo di carbone”.

C’è sempre tempo per rimediare

La storia ha un doppio lieto fine. Da una parte la strega ritira il suo colpo, e la Befana torna a stare bene, si raddrizza, “forte e arzilla come una ragazzina”, si mette il sacco in spalla, inforca la scopa e parte per riempire le calze di tutti i bambini.

Dall’altra, la strega Dondomelia che “sotto tutto quel carbone”, ha un animo buono, ama i bambini e non sopporta le ingiustizie… Non ve lo anticipo per non rovinarvi la sorpresa, ma avrà anche lei il suo lieto fine.

Se i bambini crescono in mezzo ai rimproveri…

Il messaggio tra le pagine di questo libro è forte e chiaro. Non esistono bambini cattivi. È un messaggio che a me piace molto. Ai miei tempi si parlava di lista dei buoni e dei cattivi, ma i bambini fanno il meglio che possono in base alla loro età e alle loro capacità.

Le parole della strega mi hanno fatto pensare alle profezie autoavveranti, per cui se do a un bambino l’etichetta di bambino terribile, pestifero o, appunto, cattivo, tenderà a comportarsi come gli adulti si aspettano da lui. In pratica si creano dei ruoli, che rischiano di diventare gabbie. La strega Dondomelia lo spiega così: “Se i bambini crescono in mezzo ai rimproveri e al carbone, per forza la loro anima diventerà nera”. Un monito per gli adulti affinchè ricordino l’importanza delle parole e delle aspettative.

Un bel connubio tra testo e immagini

Le illustrazioni raccontano bene questo testo. I toni pastello sul marrone e grigio, gli elementi materici, ad esempio per il vestito e il sacco della Befana, che danno un tocco di originalità alle immagini, esprimono bene l’atmosfera della storia. Simpaticissimo il ragnetto che imita tutte le espressioni della strega Dondomelia con tanto di pugnetto alzato in segno di minaccia.

Una storia natalizia un po’ diversa

Una storia un po’ diversa, che si presta ad essere letta con diversi livelli di profondità. C’è anche il riferimento al tema ambientale che, volendo, può offrire uno spunto di riflessione e dialogo in famiglia. Il testo è forse un po’ lungo per i lettori più piccoli, ma si può provare a proporre a bambini dai tre anni (circa) in su.

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Giorgia Cozza


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