22 Luglio 2013 ARTICOLI

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L’amico Fritz

Quando arrivò a Torino, nel 1827, Fritz aveva 27 anni. Era giovane, alto e prestante.

Diciamola tutta era davvero un bel pezzo di elefante!  Mohammed Alì, vicerè d’Egitto, non sapeva proprio come sdebitarsi con Carlo Felice, da cui aveva appena ricevuto in dono 100 pecore merinos.

Così ci aveva pensato un po’ su.

“E se gli prendessi un libro?” – Avrà chiesto ai suoi consiglieri.

“Ma no Maestà, chissà quanti ne ha già, lo sa che in Italia stanno sempre a leggere”.

“Allora 1000 scatole di cioccolatini!”.

“Con permesso, Maestà, i cioccolatini a Torino? Guardi che lì, stanno per inventare i gianduiotti”.

“Faccio così, gli mando un grande quadro!”.

“Maestà, cosa dice? Un quadro in Italia! Quelli hanno Michelangeli a palate, lasci perdere”.

“Ma senti un po’, allora… e se gli regalassi un bell’elefante?”

E così fu!

Nove mesi dopo la partenza dall’Egitto, Fritz giunse in città.

“Signor Re – annunciarono un giorno i funzionari a Carlo Felice – è arrivato un altro regalo per lei”.

“Benissimo, benissimo – rispose il re un po’ annoiato – mettetelo sul tavolo insieme agli altri”

“Ehm Signor Re Illustrissimo – replicarono un po’ imbarazzati i servitori, questo sul tavolo proprio non ci sta”.

“E allora mettetelo per terra!”. Ribattè il re, evidentemente seccato.

“Neanche per terra, Signor Re, Maestà Eminentissima, perché, a dirla tutta, non entra neanche dalla porta”

“Ellalà! E che sarà mai??? Un elefante?”.

Un elefante a Torino era qualcosa di inaudito. Sì è vero, qualche tempo prima era passato dalle nostre parti un rinoceronte e a StupiElefante al castello reale di Stupiniginigi da alcuni anni erano stati raccolti vari animali esotici, scimmie per esempio, o struzzi e così via.

Ma volete mettere un vero elefante, grande, grosso e con una proboscide lunga così?

Lo stupore fu immenso: come si fa con una bestiona così? Avrà freddo a Stupinigi? Starà comodo? E cosa potrà mangiare?

Per fortuna Fritz arrivò dotato di un libretto di istruzioni scritto da un importante scienziato del tempo, Andrea Bonelli, allora direttore del Regio Museo di Zoologia dell’Università.

Qui erano contenute le indicazioni per la sua dieta giornaliera composta da: 50 pani al giorno, 24 cavoli lombardi, 4 libbre di burro con 16 di riso cotto, zucchero nell’acqua, due pinte di vino, tabacco da fumare e “fumo di persona fumante” (!!!).

Nel 1830 un’indigestione di castagne rischiò di uccidere il povero pachiderma ipernutrito, ma per fortuna i veterinari lo guarirono con litri di vino di Malaga.

Gli stravizi però non si fermarono qui!

Oltre a mangiare come un porcello, a bere come un cammello e a fumare come un vulcano, Fritz, ascoltava la musica, ballava, vestiva abiti di gran lusso e aveva, nel cortile di Stupinigi, una grande vasca tutta per sé, dotata di scivolo per i suoi bagnetti e i suoi lavaggi!

http://www.comune.torino.it/archiviostorico/mostre/animali_2005/teca8.html

Noi non conosciamo, il destino delle povere pecore lanose in Egitto, ma possiamo dire che  Fritz nei 25 anni in cui rimase presso Torino, prima di impazzire per la morte del suo amico-custode, Fritz fece una vita più che lussuosa!

Una vita da vero nababbo, o meglio una vita da viceré, anzi esageriamo: una vita da re, con buona pace di Mohammed Alì e di Carlo Felice!

Piccolo quiz per voi:

I due Fritz

Oggi a Torino sono conservati sia lo scheletro di Fritz, sia il suo corpo imbalsamato. Vi ricordate dove?

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Soluzione del Quiz precedente Il nonno:

Il vecchio Platano che, si dice, sia stato piantato nel 1715 si trova all’ingresso del parco della Tesoriera. Complimenti a Giovanni e Barbara per aver indovinato!

http://www.comune.torino.it/verdepubblico/2011/alberi11/il-platano-matusalemme-alla-tesoriera.shtm


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