18 Giugno 2013 ARTICOLI

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Torino è come la pizza!

Ragazzi, avete messo le scarpe comode? Quelle fresche, slarghe e con le dita fuori? Forza, andate a prenderle e convincete anche la mamma, o chiunque vi accompagni, a attrezzarsi a dovere.

Come “perché”? Perché da oggi cominciamo a passeggiare per la nostra bella città.

Forse a voi sembrerà di conoscerla già bene, di sapere già tutto e mi direte “Guarda che io a Torino ci sono nato!” Oppure “Io vivo a Torino da ben otto anni!”.

Avete ragione, accidenti.

Quando si abita in una città, quando si è nati lì, sembra di sapere già tutto. Ma vi dimostrerò che non è così. Che ci sono moltissime cose di Torino che non sapete. Io stessa molte ancora non le so e, quando le scopro, Torino mi piace ancora di più.

Insomma alla fine Torino è un po’ come la pizza.

La mangiamo da quando siamo nati (o quasi) ma ogni volta ci sorprende e soprattutto non ci stufa mai. Come la pizza anche Torino può essere condita in moltissimi modi.

C’è la Torino dei coraggiosi esploratori, quelli che al posto del babaccetto metterebbero nel lettino una mummia egizia; quella delle romanticone, che anche in ciabatte si sentono un po’ principesse; e quella dei piccoli eroi del tipo: “Garibaldi mi fa un baffo”, che girano la città cercando negli antichi muri le palle di cannone.

Ma Torino non è solo questo, è anche scienza, mistero, gianduiotti, grissini, arte pazza e architetture che toccano il cielo. Insomma, Torino è millegusti.

E noi? Da dove vogliamo partire?

Perché se è vero che le avventure più belle non finiscono mai, è anche vero che da qualche parte devono pur cominciare!

Forse potremmo cominciare proprio dal nome: perché la nostra città si chiama Torino? È solo una questione di “tori” o c’è qualcos’altro?

Tranquilli, i tori c’entrano! Altrimenti il toro rampante non sarebbe il simbolo della nostra città; le fontanelle a cui ci dissetiamo avrebbero un’altra forma e soprattutto non cercheremmo la fortuna pestando le parti basse del toro pavimentato in piazza san Carlo (all’altezza del caffè san Carlo).

Secondo la leggenda, fu proprio un toro a salvare la città dal terribile drago delle Alpi che uccideva con uno sguardo chiunque trovasse sul suo cammino. Per non morire, bisognava fissare il mostro negli occhi prima che lo facesse lui, ma nessuno aveva il coraggio. Così si scelse un grande toro rosso, gli si diede da bere un bel po’ di vino e lo si mandò contro il drago. Il toro, bello ciucco di vino, fissò il drago negli occhi e lo abbattè a cornate.

Che eroe questo toro: viva il toro! E da allora il toro divenne il simbolo della città.

Però, siccome voi volete sapere tutto di tutto, non posso far finta di niente e vi devo anche raccontare questa seconda versione. Nella lingua celtica, quella di Asterix ed Obelix, per intenderci, la parola thor significa “luogo montuoso”. I Taurini quindi non sarebbero altro che gli abitanti di queste zone montuose anche dette Taurasia.

Uhh che musi lunghi!!! Era meglio quella del drago vero?

Allora vi lascio con altre due bellissime storie sul nome della città, così la volta prossima tornate a leggermi.

1)    TORINO – ERIDANIA. Il coraggioso Eridano, fratello del dio egizio Osiride, 3.500 anni fa decise di lasciare l’Africa, attraversò il mare, superò la Liguria e si fermò proprio qui dove fondò una città. Un terribile giorno però, nel corso di una gara di carri, finì nel grande fiume che l’attraversava (il nostro Po). Da allora (e per molti secoli) il fiume venne chiamato Eridano e la città in cui scorreva venne detta Eridania.

2)    TORINO – FETONZIA. Questo nome fa un po’ ridere ma la storia un po’ meno! Il povero Fetonte era figlio del dio del Sole. Ogni mattina vedeva il padre salire nel cielo con il sole nel carro e sempre più si convinceva che guidare il giorno,dall’alba al tramonto, fosse un gioco da ragazzi. “Eddai papi, fammelo guidare. Tipregotipregotipregooo!”. Il papi cedette al capriccio e successe il disastro: prima Fetonte salì troppo nel cielo e infuocò le stelle della via Lattea, poi si avvicinò troppo alla terra e desertificò la Libia! “Ahi! – urlò Gea, la dea della Terra – Mi stai scottando”. Zeus non ci pensò su due volte e zac scagliò un fulmine contro Fetonte che cadde giù, giù, giù, e sapete dove finì? Proprio dove il nostro Po si incontra con la Dora. Così la città prese il nome di “Fetonzia”.

E voi, come l’avreste chiamata la nostra bella città?

Fateci sapere, intanto noi pensiamo alla prossima storia da raccontarvi.

“Torino Millegusti”, illustrazione di Daniela Mittino in esclusiva per TorinoBimbi.


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