Potremmo immaginare, come un tempo facevano le famiglie benestanti, di avere un precettore che impartisca, fin dalla più tenera età, lezioni o attività individuali? Potremmo immaginare per i nostri figli attività sportive svolte in assoluta solitudine eccezion fatta per la presenza dell’istruttore?
Se la mia considerazione vi pare strana, se non addirittura assurda, allora perché, al pari della questione riguardante l’insegnante madrelingua di cui abbiamo parlato nell’articolo La preparazione didattica fa l’insegnante, non la sola capacità linguistica, vediamo incrementare, oserei dire in modo ostinato, la richiesta di lezioni individuali di lingua straniera fin dalla più tenera età?
Si pensa erroneamente che il rapporto “one to one” con il solo insegnante favorisca l’apprendimento.
È vero l’esatto contrario: in gruppo si apprende meglio e ci si annoia meno.
Si apprende meglio perché, oltre che dall’insegnante, in una sana dinamica di gruppo, si apprende anche dai propri pari. Un gruppo, ben gestito, fornisce una spinta motivazione di cui la lezione individuale è priva.
Questo è vero per tutte le età, ma sicuramente è fondamentale per i bambini per i quali è abbastanza improbabile pensare a lezioni individuali.
Tuttavia, anche per gli adolescenti e i ragazzi risulta auspicabile e maggiormente efficace un apprendimento nell’ambito di un gruppo, sia da un punto di vista didattico, sia relazionale e psicologico.
Le lingue sono mezzi per comunicare, nel momento in cui ci si isola dal gruppo si perde in interazione e confronto, sempre! Non basta imparare a comunicare con l’insegnante, bisogna imparare a confrontarsi con altri membri del gruppo, ascoltare, capire, osservare i progressi propri ed altrui, nell’ambito di un obiettivo linguistico comune.
Personalmente, nel mio lungo percorso di apprendimento ed approfondimento delle lingue straniere non ho mai seguito lezioni individuali, ritenendole molto meno motivanti.
Allora come mai, spesso i genitori richiedono lezioni individuali per i loro figli?
Le motivazioni che spesso vengono avanzate sono:
- Mio figlio ha un blocco e non riesce a parlare in lingua straniera: di sicuro non è rifiutando il confronto che faremo il bene del ragazzo, ma è proprio imparando a stare nell’ambito di un contesto corale che si aiuta a sbloccare certi meccanismi; questo è vero in qualunque contesto di apprendimento e massimamente laddove imparo un mezzo per comunicare.
- Si pensa spesso che “avere un insegnante tutto per sé” sia la chiave per un apprendimento efficace; in realtà un insegnante consapevole della propria didattica, perché la differenza è sempre lì, sa gestire il gruppo in modo da favorire al massimo l’interazione e stimolare comprensione e produzione linguistica di ciascun membro.
- Il timore che i ragazzi parlino italiano tra loro. Questo è inevitabile e, mettiamolo bene a mente, a meno che non si mandi il proprio figlio da solo in contesto linguistico totalmente straniero, i ragazzi tra loro parleranno italiano. Tuttavia, in una dinamica di gruppo bene gestita in full immersion da un insegnante competente e consapevole, ci sarà poco tempo per le chiacchiere in italiano.
A questo punto, sorge spontaneo chiedersi quando sia auspicabile optare per lezioni individuali. Se fosse per me direi mai, tuttavia quando da adulti si hanno esigenze lavorative particolari richiedenti un percorso personalizzato in tempi ristretti, oppure risguardanti ambiti linguistici specifici o, ancora, approfondimenti peculiari.
See you all in the next adventure!
