4 Novembre 2019 ARTICOLI

Alda Trifiletti

Dottoressa Alda Trifiletti, specializzata in Glottodidattica Infantile alla Sapienza di Roma titolare del centro linguistico The Bilingual Bridge di San Mauro Torinese, insegna inglese a bambini e ragazzi, strutturando percorsi personalizzati e utilizzando il metodo Hocus&Lotus, Jolly Phonics ecc.. , fornisce consulenze agli istituti scolastici per implementare progetti di bilinguismo.

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La preparazione didattica fa l’insegnante, non la sola capacità linguistica

Inizio questa avventura del bilinguismo con una domanda che in teoria parrà banale, ma nella pratica non lo è per niente: a chi dei seguenti professionisti affidereste l’insegnamento della lingua italiana per la classe di vostro figlio? Ad un medico, ad un avvocato, ad un ingegnere o ad un insegnante specializzato in didattica della lingua?

La risposta, direte voi, è scontata. Perché allora quando si tratta di lingua straniera si cerca disperatamente una persona madrelingua senza curarsi della sua preparazione dal punto di vista didattico?

Abbiamo già toccato questo argomento in passato negli articoli: L’insegnante madrelingua è davvero indispensabile? Competenza e metodo. Cos’è importante per un’insegnate? , tuttavia mi pare importante ritornare sull’argomento alla luce di recenti episodi vissuti in prima persona.

Uno fra tutti: un corso di formazione che mi sono trovata a condividere con persone di madrelingua inglese le quali, pur non avevano alcuna preparazione pedagogica e/o didattica, erano in disperata ricerca di idee per insegnare ai gruppi di bambini che varie scuole di lingua avevano loro affidato.
Non vi pare che sarebbe proprio come mandare un ingegnere alla scuola dell’infanzia e dirgli di fare un progetto di lingua per i bambini? Pare coerente e di qualche efficacia?

Per chi ha una solida base didattica nell’insegnamento della lingua straniera, costruita in anni di studio ed esperienza la risposta è ovviamente negativa. Eppure, si continua a credere (limitatamente alle lingue straniere però!) che per insegnare una lingua sia sufficiente saperla parlare. Ancora peggio, è pensiero molto diffuso che insegnare ai bambini sia molto facile e serva una minore specializzazione.

In realtà, è vero l’esatto contrario: più i bambini sono piccoli e maggiore deve essere la specializzazione per poter insegnare loro la lingua straniera con qualche risultato.
Senza avere alcuna nozione delle fasi dello sviluppo cognitivo dei bambini e la capacità restaurazione una buona relazione affettiva con loro è molto difficile pensare di poter insegnare loro alcunché. Serve, inoltre un buon metodo che preveda attività progettate ad hoc.

Inoltre, vi svelo un segreto e lo svelo in particolare a tutti coloro che ritengono molto importante conoscere la grammatica di una lingua straniera, che, statisticamente, sono gli stessi fan sfegatati degli insegnanti madrelingua: lo sapete che le persone nate dagli anni 70 in avanti nei paesi anglosassoni non hanno praticamente MAI studiato la grammatica a scuola? Né relativa alla loro lingua, né relativa a nessun’altra lingua?

Ma come? A scuola in UK e USA non si insegna grammatica? La risposta è NO. Da quando lo studio del latino è stato abolito dai curricula scolastici anglosassoni è sparito anche l’insegnamento della grammatica in maniera esplicita, così come la intendiamo noi.

Concetti per noi banali come la differenza tra le parti del discorso (verbo, nome, aggettivo) potrebbero con ottima probabilità non far parte del bagaglio culturale del madrelingua laureato ad Oxford in Business Admistration che tanto ci piacerebbe come insegnante per nostro figlio.

Pare che i nuovi programmi ministeriali in UK stiano tentando di reintrodurre la grammatica nei curricula degli studenti e volete sapere una cosa? Si devono prima formare gli insegnanti i quali ne sono totalmente digiuni prima di poter ripristinare questo tipo di insegnamento.
Se non altro la procedura UK è logica e lineare: prima si formano gli insegnanti e poi si affida loro l’insegnamento. Come mai qui da noi si va semplicemente a caccia di chiunque sia madrelingua senza alcun tipo di formazione adeguata?

Ultima riflessione: allora cosa serve un madrelingua laureato ad Oxford in Business Administration? O un cuoco di Glasgow? Esattamente a fare quello che facevano nelle scuole di lingue serie quando la sottoscritta era giovane: corsi di conversazione, ma nessun direttore serio si sarebbe sognato di affidare loro corsi dalla didattica più complessa, volta alla preparazione delle certificazioni e, men che meno, corsi per i bambini per i quali è necessaria una preparazione didattica ancora più specialistica.

See you all in the next adventure!


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