Ovviamente la prima risposta che ci viene in mente è: comunicare.
Quando pensiamo alla comunicazione, in genere, ci viene in mente la comunicazione orale, anche perché il primissimo step di apprendimento linguistico che ci riguarda come esseri umani è proprio la comprensione e l’espressione orale.
Di conseguenza, quando si parla di apprendimento della lingua straniera, come abbiamo ribadito più volte, dobbiamo fare i conti con il fatto che le lingue sono strumenti di comunicazione prima che materie scolastiche e come tali vanno trattate qualunque sia il livello di partenza dello studente vale per tutte le età, adulti compresi. (Per approfondire: L’inglese è una lingua, non una materia!)
Se per i bambini e i ragazzi questo aspetto appare più evidente, nonostante, in generale, un certo tipo di apprendimento scolastico lasci ancora abbastanza a desiderare dal punto di vista dell’efficacia comunicativa, molti adulti restano ancora un po’ spiazzati da tale approccio. ( Per approfondimenti potete consultare gli articoli: Il castello costruito sulla sabbia: lo scollamento tra didattica tradizionale e lingua “vera” e Prima comunichiamo e poi “grammatichiamo”: cambiare l’ordine del processo non porta efficacemente all’obiettivo).
Infatti, quando vengono proposte agli adulti sessioni di conversazione di gruppo, la prima reazione è chiedere quale sia il livello e come si faccia a parlare quando si è da troppo tempo fuori esercizio.
Si pensa subito alla necessità di un ripasso generale, soprattutto a livello grammaticale.
In realtà, il modo migliore per “sbloccare” la comunicazione è proprio conversare come se ci si trovasse a contatto con persone che non conoscono la nostra lingua ed alle quali dobbiamo dire qualcosa. Ovviamente, trattandosi di conversazioni alle quale è presente l’insegnante, si avrà tutto il supporto linguistico di cui si necessita in termini di strutture fraseologiche e vocabolario.
Tuttavia, è opportuno abbandonare l’idea della classica lezione frontale in cui si prendono solo appunti per un’idea di lezione in cui l’obiettivo primario è ascoltare gli altri, capire e interagire parlando. Ciò può avvenire al di là del livello linguistico, perché ciascuno graduerà la propria espressione verbale in base alle proprie competenze esattamente come succederebbe se davvero ci si trovasse di fronte a persone straniere, col vantaggio però di essere guidati dall’insegnante. Così facendo si potrà imparare anche dagli altri interlocutori, si potranno mettere a confronto difficoltà comuni e, soprattutto, è l’unico modo per rimuovere eventuali blocchi e/o rendere più fluida e fluente la conversazione.
Per chi proprio non osa buttarsi in una conversazione collettiva, si può prevedere qualche lezione individuale con l’insegnante dove, in ogni caso, l’obiettivo primario rimane quello di parlare, ma successivamente questa lingua dovrà essere utilizzata, per forza di cose, anche con interlocutori diversi.
Avere la patente e poi non guidare mai l’automobile non pare un obiettivo ragionevole, in quanto risulta privo di utilità, indipendentemente dal fatto che si guidi per una strada di campagna, di città o in tangenziale. Allo stesso modo le lingue servono per comunicare e soltanto attraverso l’esercizio costante e continuo si potrà migliorare e pensare di poterne fare effettivo utilizzo all’occorrenza.
See you all in the next adventure.
