Per non avere il rammarico ed evitare quell’insidioso ritornello nella testa che suona: “Se avessi fatto qualcosa visto che ne ho le competenze!” quando i pargoli avranno 15 anni e magari non ameranno le lingue straniere così come vengono tradizionalmente proposte dal sistema scolastico (per approfondimenti vedere F. Antinucci – La Scuola si è rotta – ed Laterza) vediamo cosa si può fare fin da subito. Per subito si intende dalla nascita, perché non è mai troppo presto per iniziare ad esporre i nostri figli alle lingue straniere, come abbiamo già spiegato nel’articolo Il bilinguismo: un regalo prezioso per tuo figlio e in Apriamo le nostre case al bilinguismo non madrelingua.
Addirittura i manuali di psicologia evolutiva pongono l’inizio dell’apprendimento del linguaggio a partire dall’ultimo trimestre di gravidanza (per approfondimenti Galardi A. – Aristarchi Quadrio A. Lo sviluppo delle competenze: il ciclo della vita, ed Vita e Pensiero; Della Vedova A. La vita psichica prenatale: breve rassegna sullo sviluppo psichico del bambino prima della nascita in Psycomedia)
Di conseguenza non è in discussione “quando” iniziare, piuttosto sul “come” introdurre una seconda lingua ai nostri figli.
Abbiamo due opzioni:
- Conosciamo una seconda lingua ad alto livello, diciamo quasi per qualunque motivo e ci sentiamo in grado di parlare sempre in quella lingua a nostro figlio? Bene, allora facciamolo e, al pari delle famiglie con genitori parlanti lingue madri diverse, possiamo adottare il principio OPOL (one person one language) in modo da aiutare a dare un criterio organizzativo a nostro figlio per i due diversi idiomi.
- Conosciamo una seconda lingua ad alto livello, ma non ci sentiamo pronti per intraprendere il percorso OPOL? Allora dobbiamo trovare dei momenti in cui esponiamo i nostri figli alla seconda lingua, trovandole degli spazi dedicati durante la giornata. Di seguito riprendiamo alcuni consigli pratici che abbiamo già fornito in passato qua e là:
- Innanzitutto cantare, cantare sempre: attraverso i ritornelli i bambini impareranno con facilità le strutture fraseologiche e la fonetica (i suoni delle parole); questo rimarrà loro per sempre.
- Guardare i cartoni animati sempre e solo nella seconda lingua: i bambini, ma anche gli adulti, hanno bisogno di esercizio di extensive listening (ascolto prolungato).
Se ci pensate bene, infatti, un bambino inizia a produrre le prima parole in lingua madre intorno ai 12 mesi, ecco per tutto il tempo precedente ha sempre e solo ascoltato! Fate lo stesso ragionamento per la seconda lingua e proponete quotidianamente video o canzoni in quella lingua.
- Dotatevi di libri illustrati per bambini nella lingua che volete trasmettere loro e leggeteli insieme senza mai tradurre, osservando le figure esattamente come fareste con un libro in italiano: essi dedurranno il significato dalle immagini e vi stupirete di quanto saranno competenti. Noi adulti, avvezzi alla lettura, abbiamo perso un po’ la capacità di “leggere per immagini”.
- Inventatevi dei giochi da fare esclusivamente nella seconda lingua, senza tradurre mai. Partite da quelli semplici: possono essere i cubi impilabili o un semplice memory, quelli saranno i vostri giochi in lingua straniera per tutta la famiglia.
- Condividere la seconda lingua in famiglia è essenziale per massimizzare l’efficacia dell’apprendimento anche laddove il bambino frequenti corsi scolastici, extrascolastici o abbia l’opportunità di interagire con coetanei che parlano un idioma differente. Ciò in quanto l’apprendimento viene favorito e rinsaldato dalla relazione affettiva esistente tra i membri della famiglia.
Quindi, osate farete di sicuro del bene allo sviluppo cerebrale e linguistico di vostro figlio!
See you all in the next adventure!