7 Novembre 2013 ARTICOLI

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Sotto un cielo di baci

Si parte, si torna, e Torino non è più la stessa! È successo tutto in questi pochi giorni di pausa.

Nel fine settimana di Ognissanti molti sono andati via; altri si sono goduti l’arrivo sonnacchioso dei primi freddi; altri ancora, i più intrepidi, attivi e valorosi, hanno aperto la porta di casa e sono usciti a provare le mille iniziative offerte dalla città.

Nel frattempo, tra un dolcetto e uno scherzetto… trick or treat smell my feet… tric… pum… bam… sono spuntati cavi, cavetti, sono stati montati ponteggi, sono stai issati quintali di neon e altri materiali.

Poi qualcuno ha fatto “CLIC” e ha acceso la luce.

Meglio ha acceso le meravigliose, fantasmagoriche, mirabolanti (altri aggettivi?) Luci d’Artista.

Lo spettacolo è ogni volta entusiasmante, ogni volta uguale e ogni volta diverso.

C’è la sensazione calda e rassicurante del ritrovare una luce che già conosciamo e di cui ricordiamo le precedenti collocazioni, e poi la sorpresa, per l’effetto inedito, dovuto alla mutata posizione.

Infine, anche quest’anno le luci create apposta per il Natale in arrivo: Cultura=Capitale dell’artista cileno Alfredo Jaar che illumina l’ingresso della Biblioteca Nazionale Universitaria (una delle biblioteche più importanti d’Italia) e i gelati luminosi di Vanessa Safavi (Ice cream light) sotto gli archi di piazza Bodoni.

La Pirì deve ancora fare tutto il giro, ma domenica, rientrando da Milano, si è imbattuta inaspettatamente in una delle sue luci preferite.

Arrivando da corso Valdocco, ferma al semaforo con via Garibaldi, ha guardato distrattamente fuori dal finestrino. Era già buio e tutta la strada era pervasa di una soffusa luce rossa.

Come un’infinita serie di archi, le luci di Luigi Stoisa proteggevano il passeggio dei torinesi e dei loro ospiti. L’opera si intitola “Noi” e venne realizzata da questo artista di Giaveno nel 2006.

Lui e lei, due sagome stilizzate, si avvicinano finché le teste si toccano e leggermente si incrociano.

E’ un bacio! Per La Pirì, romantica indefessa, è decisamente un bacio!

Stoisa, d’altra parte ha lasciato in città un’altra opera intensa e deliziosa: la fontana “Abbraccio infinito” (1999) nel cortile Molasso (via Borgo Dora 29). Chiunque voglia bere, deve appoggiarsi al fianco di lui o a quello di lei, entrando a far parte dell’opera e di conseguenza del cerchio di amore messo in moto dai due personaggi.

Allo stesso modo le coppie luminose di Stoisa, che si ripetono identiche da corso Valdocco a piazza Castello, sono simbolo dell’Amore, da millenni è uguale e diverso, e coinvolgono silenziosamente chi passeggia  per questa via, in assoluto una delle più antiche di Torino.

Duemila anni fa, via Garibaldi già esisteva e si chiamava  Decumanus maximus, asse principale (insieme al cardo maximus, l’attuale via san Tommaso e via Porta Palatina) della neonata di Augusta Taurinorum. Da un lato finiva con la Porta Praetoria (non più esistente); dall’altro con la Porta Decumana (tuttora riconoscibile nelle torri che spuntano dalla facciata di Palazzo Madama).

Con la caduta dell’Impero romano, la strada prese il nome di Strata Civitas Taurinis e nel medioevo, quando era incessante il passaggio dei carri carichi di mercanzie giunti dalla porta Segusina (Porta Susa), venne dedicata a sant’Espedito, protettore dei commercianti.

Ma la denominazione più comune, che resta invariata per oltre tre secoli (fino al 1882) è  “Contrada Dora Grossa” e deriva da un curioso progetto messo in atto da quel Testa di Ferro di cui abbiamo già parlato qualche mese fa (“Cavalli in città”).

Tra i vari provvedimenti volti a fare di Torino una capitale moderna, Emanuele Filiberto nel 1573 aveva ordinato la realizzazione di una rete di canali che scorrendo lungo i vicoli della città, ne raccogliesse il sudiciume.

Il canale che scorreva lungo l’attuale via Garibaldi, aveva una portata maggiore degli altri, era una “doira” = canale, piuttosto “grossa”. Da qui il nome “Doira grossa” decisamente poco poetico per una strada che vide sorgere nel Settecento palazzi tra i più lussuosi della città, che fu la prima ad essere dotata di marciapiedi e di un fondo lastricato!

Via Garibaldi, ad oggi la via pedonale più lunga d’Europa con i suoi 898 metri, è stata anche la prima via della città a venire pedonalizzata. Era il 1978 e ci furono proteste violentissime! La zona sarebbe morta, nessuno sarebbe più entrato nei negozi, i bar avrebbero chiuso.

Trentacinque anni dopo, molte altre strade del centro sono state bandite alle auto: via Lagrange, via Carlo Alberto, piazza Bodoni, la meravigliosa piazza San Carlo e il commercio non ne ha certo patito, anzi!

Sono fiorite attività, locali, ristoranti, per i turisti e per i torinesi stessi che hanno finalmente imparato a camminare!

Sotto le luci d’artista, poi, ogni passeggiata ha un nuovo gusto: mattoni scuri e neon colorati; Castellamonte, Vittone, Juvarra…. Casorati, Buren, Paolini.

Un po’ antico e un po’ moderno, proprio come questa nostra bellissima città.

SUPER QUIZ

Lungo via Garibaldi a un certo punto si incontra:

a) Il dio Mercurio

b) Il medico Galeno

c) Il filosofo Socrate

d) Il condottiero Emanuele Filiberto

e) Il veggente Nostradamus

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Soluzione del Quiz precedente Quali tra questi dipinti di Renoir non è esposto alla mostra di

 B) La Bambina con l’innaffiatoio, 1876

 


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