24 Ottobre 2013 ARTICOLI

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I dipinti di papà Renoir: Itinerario per bambini alla mostra di Torino

“E quando mi ricapita? – Pensava la Pirì mentre si preparava ad uscire.

Per una volta aveva organizzato tutto e si era presa due ore tonde, tutte per lei.

Le era arrivato, inaspettato, l’invito per l’inaugurazione della mostra su Renoir, alla GAM, e non vedeva l’ora di buttarsi tra quei capolavori, arrivati freschi freschi dal Musée D’Orsay e dal Musée de l’Orangerie di Parigi.

Arrivata in via Magenta, però, ha dovuto fare i conti con la realtà.

Gli organizzatori, questa volta, erano stati fin troppo generosi.

Davanti ai suoi occhi si stendeva una sorta di magma umano; una specie di blob composto da millemila invitati tra cui spariva persino il puntino rosso fuoco del suo cappotto!

Che fare? Scappare (primo istinto) o resistere, contando i minuti restanti?

Ne aveva ancora una sessantina da spendere quando finalmente è entrata nella Sala 1.

Un minuto per ogni capolavoro in esposizione. Dite che sono pochini?

Dipende. Se viaggiate con i pupi al seguito potrebbero sembrarvi un’eternità!

La Pirì ha visitato la mostra immaginando di avere le sue adorate zavorre appese alle calze ed ecco, dalla prima all’ultima sezione, il percorso che ne è venuto fuori.

SALA 1: LA BOHEME

Frédéric Bazille,  l’Atelier di rue de La Condamine, 1870

Anche i pittori sono stati ragazzi!

Bazille e Renoir lavoravano entrambi in questo stanzone e, tra una pennellata e l’altra, ospitavano gli amici.  Nel quadro potete riconoscere Manet, piccolino e con il cappello. Ha trentotto anni e al suo stile nuovo e forte si ispirano i giovani pittori. Per questo Bazille, il ragazzone alto, gli ha ceduto il pennello e gli lascia correggere il suo quadro sul cavalletto. E davvero accadde così, perché il ritrattino di Bazille all’interno del dipinto fu realizzato proprio dal grande Manet!  Sulla sinistra c’è pure Monet, e, a destra, al pianoforte verticale, siede Edmond Maître intellettuale, poeta, musicista ma soprattutto amico e compagno di viaggio degli Impressionisti. Renoir è nel sottoscala, sta parlando con lo scrittore e giornalista Emile Zola. Con un gruppo così, tra una chiacchiera e l’altra nascevano idee strepitose e anche se i soldi erano pochi… quanti erano i sogni?

SALA 2: NOI ADORIAMO DONNE DI RENOIR

Auguste Renoir, La Liseuse, 1876

Guardate questa fanciulla. C’è qualcosa di davvero particolare nel modo in cui Renoir l’ha ritratta. Certo la tecnica è quella impressionista a pennellate veloci e anche lei, la protagonista, è presa direttamente dalla realtà proprio come amavano fare gli Impressionisti. Ma è la luce che rende il quadro speciale. State attenti! Sembra sprigionarsi magicamente dal libro ma in realtà il percorso che segue è questo: entra violenta dalla finestra, colpisce le pagine bianche e torna di rimbalzo sul volto della ragazza. Come se si trovasse in un set fotografico, la fanciulla ha una luce bianca sia sul volto che alle spalle (e non a caso la fotografia nasce proprio in quegli anni).

SALA 3: IL MESTIERE DEL PAESAGGISTA

Il sentiero nell’erba alta, 1876-1877.

I paesaggi in mostra sono dieci.  Sono così veri, nelle loro luci e nei loro colori che sembra di poterci saltare dentro, come fanno i bambini nel film di Mary Poppins! Dipingendo “en plein air”, all’aperto con il cavalletto piantato nei campi di grano i pittori impressionisti inseguono le luci e le ombre, cercando ostinatamente (pensate a Monet e alle sue decine e decine di Cattedrali di Rouen!) di cogliere l’attimo.  “Si perde mezza giornata per lavorare un’ora – si lamenta Renoir – si termina un dipinto su dieci perché il tempo cambia. Si lavora sotto il sole a un effetto di luce ed ecco che arriva la pioggia”.

SALA 4: L’INFANZIA

Ritratto di Pierre, 1885 (dalle collezioni della GAM).

Renoir diventa papà a quarantaquattro anni e raffigurerà centinaia di volte i suoi tre maschietti: Pierre nato nel 1885, che da grande farà l’attore; Jean, nato nel 1894, che diventerà un famoso regista e produttore cinematografico; e il piccolo Claude detto “Coco” nato nel 1901, di cui è esposto il ritratto in abito da clown del 1909. Tra i bambini in mostra, anche Julie Manet, nipotina del grande pittore (1887).

SALA 5: LA FORTUNATA RICERCA DELLA DIMENSIONE MODERNA

L’altalena, 1876

Una delle novità più scandalose messe in atto da Renoir furono le sue ombre. Lavorando en plein air aveva notato che se un raggio di sole colpiva una superficie colorata, proiettava un’ombra colorata. Per questo i suoi personaggi diedero l’impressione di avere la pelle coperta di macchie, “come cadaveri in decomposizione” disse addirittura un critico criticone (poi puntualmente smentito e sbeffeggiato dalla storia!). In questo dipinto le ombre giocano sui volti dei protagonisti e la bimba in primo piano ne ha una grande e verde proprio sul collo! Renoir diventerà papà nove anni più tardi e raffigurerà centinaia di volte i suoi tre maschietti: Pierre (in mostra il Ritratto, 1885), Jean e Claude.

Danza in città, 1883; Danza in campagna, 1883.

“La modernità è transitoria mutevole e contingente” diceva Baudelaire nel 1863. Un po’ come le nuvole nel cielo, o le stagioni e le luci, possiamo aggiungere noi!

Dunque la “modernità” è un soggetto perfetto per un pittore “impressionista” o, come diceva Zola (ve lo ricordate nello primo dipinto che abbiamo visto?) “attualista”.

Le tele con le due danze sono specchio della società del momento: elegante e composta quella cittadina, con protagonista la bella pittrice Suzanne Valadon; appassionata e scomposta quella di campagna. La donna di questo secondo dipinto è Aline Charigot, che Renoir sposerà nel 1890. Sorride felice e, nell’impeto della giravolta, perde il cappello!

SALA 6: A PROPOSITO DELLE RAGAZZE AL PIANO

Le Jeunes filles au piano1892

Questo è una delle opere più note di Renoir. Non si sa chi siano le due fanciulle ma il dipinto è tanto ricco di grazia e armonia da essere entrato nella testa delle persone, da diventare come si dice adesso, un’icona. Per questo lo si trova riprodotto in tantissime versioni anche umoristiche (cercatele in rete!). Renoir amava la musica classica: Bach e Mozart tra tutti; cantava molto bene e seguiva con curiosità e interesse le sperimentazioni a lui contemporanee come i Balletti Russi di Diagilev.

SALA 7: BELLO COME UN DIPINTO DI FIORI

“Dipingere fiori – dice Renoir –  mi riposa il cervello”. E’ Aline, sua moglie, a riempire la casa di fiori. Li distribuisce nei vasi a piccoli mazzi e il pittore ne sperimenta le forme e i colori con una libertà impressionane di tocco e di accostamentii. Prendete uno a caso di questi bouquet e provate a elencare su un foglio tutti i colori che riuscite a individuare!

SALA 8: IL NUDO UNA DELLE FORME INSISPENSABILI DELL’ARTE

Eau (Grande lavandaia accovacciata), 1917

Ragazzi, non vi imbarazzate! Il corpo è bello, soprattutto quello delle donne (mamme comprese) così morbido e – nel caso delle modelle di Renoir – così rosa!!! Renoir dipinge nudi fin dall’inizio della sua carriera, poi li abbandona e poi vi ritorna, nella sua fase finale. Sembra voler addirittura tradurre in carne ciò che vede. Per questo facendosi aiutare dal giovane scultore Richard Guino nel 1917 realizza Eau o Grande lavandaia accovacciata, dalle forme piene e rotonde. Per queste donne così naturali e piene di vita, si ispira ai grandi pittori del passato, da Tiziano prende la grazia, la posa; da Rubens la carne e il senso di realtà tanto caro agli Impressionisti:  le donne, quelle vere, sono fatte così!

SALA 9: IL TESTAMENTO DELLE BAGNANTI

Le bagnanti, 1918-1919

Renoir dipinge fino all’ultimo, anche se le mani gli fanno male perché è malato. L’artrite gliele ha deformate e non riesce più a serrare le cose tra le dita. Figuriamoci i pennelli! Così se li fa legare alla destra e incredibilmente va avanti. Senza indecisioni, nonostante la partenza dei figli per la prima guerra mondiale e la morte della moglie (1915).

Senza paura del domani, lascia questo dipinto come premessa per le future ricerche, come se lui fosse eterno, come se davvero – disse Henri Matisse – nel suo mondo “La morte non trovasse posto”

E per finire:

Il Dipartimento Educazione GAM ha preparato per i vostri bambini tre laboratori imperdibili:

– Chapeau Renoir!

– Note di colore

– La vita è un mazzo di fiori

http://www.gamtorino.it/contenuto1.php?pag=80

GAM – Galleria civica d’Arte Moderna e Contemporanea  via Magenta 31 – 10128 Torino (TO)
Info: [email protected] tel. 011/4429518

SUPERQUIZ!

Quali tra questi dipinti di Renoir non è esposto alla mostra di Torino?

A)La Bambina con l’innaffiatoio, 1876

B) Il Pero d’Inghilterra, 1870 circa

C) Giovane donna con veletta, 1870 circa

D) Ragazza con il cappello di paglia, 1908

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Soluzione del Quiz precedente Tra gli intagli barocchi del magnifico portone del Palazzo del Diavolo si nasconde:

b)    Un topino



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