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La storia che avrei dovuto raccontare
“Questa avrebbe dovuto essere la storia di un drago che cattura una principessa, quando all’improvviso… Arriva un cavaliere che combatte con il drago e porta in salvo la principessa”. Comincia così questo libro che racconta una storia diversa da quella annunciata nelle prime due pagine. La storia è diversa perché – colpo di scena – il drago si è stancato di sdolcinate e frivole principesse e di impavidi cavalieri dalla splendente armatura. Si è stufato, ha lasciato lì, davanti alla sua grotta, principessa e cavaliere e se ne è andato cercarsi un’altra storia, in cui finalmente possa essere lui l’eroe!
Alla ricerca di una nuova fiaba
E così ha inizio la ricerca del simpatico drago che di fiaba in fiaba si offre di aiutare i vari protagonisti. Si offre di salvare l’omino di marzapane dalla volpe. Si offre di salvare il porcellino che sta costruendo una casa di legno dal lupo, si propone di aiutare Cappuccetto Rosso, Hansel e Gretel, Riccioli d’oro, ma… Niente da fare! Tutti rispondono che no, non si può, perché non ci sono draghi nelle loro storie. Il nostro drago se ne va sconsolato quando incappa in Jack del fagiolo magico e soprattutto nel gigante della fiaba, decisamente arrabbiato. “Ucci ucci sento odore di… dragucci?” tuona il gigante. La situazione si è fatta decisamente pericolosa, tanto che il drago cambia idea, non vuole più rimanere in quella storia, ma… Ecco che gli eventi prendono una direzione del tutto inaspettata!
Uno starnuto che spegne il sole
Sì, perché il gigante starnutisce e… spegne il sole! Ora sì che in questa storia c’è bisogno di un eroe! Il drago saprà cogliere la sua occasione? Non vi anticipiamo il finale per non rovinarvi la sorpresa, ma la storia finisce bene, com’è giusto che sia. Con anche una pagina in più (a sorpresa) dopo la parola fine.
Un libro che fa proprio ridere
Vi ho parlato di questo albo illustrato perché… mi ha fatto proprio ridere. Succede a volte che si incappi in quel libro che più di altri sa regalarti un sorriso ad ogni rilettura. A me è successo con questo drago e con questo libro che trovo geniale a partire, come vi dicevo, dalla quarta di copertina, per continuare con le prime pagine che descrivono (grazie a un sapiente mix tra storia e illustrazione) la storia che avrebbe dovuto essere raccontata, ma che non sarà possibile raccontare. Quel drago che stava leggendo tranquillo nella sua grotta e quando sente arrivare l’ennesimo cavaliere si scoccia, butta per terra il suo libro e se ne va, è davvero simpatico.
Dettagli ben riusciti
Così come sono ben studiati tanti dettagli: dalla scarpetta di cristallo di Cenerentola che quando si spegne il sole finisce sulla testa di un coniglio, all’orso che inavvertitamente calpesta i capelli di Riccioli d’oro, al drago che offre ad Hansel e Gretel una cartina con tracciato il percorso per tornare a casa sani e salvi… Dettagli che fanno parte delle illustrazioni e che al bambino più piccolo probabilmente sarà necessario far notare, ma che rendono estremamente godibile la lettura anche per il genitore.
Non posso… O forse posso?
Stavo per scrivere che questo libro a differenza di altri che ho recensito in passato non ha una morale particolare, quando mi è venuta in mente la doppia pagina di grande effetto in cui il drago pensa che non riuscirà a risolvere il guaio del sole che si è spento, si chiede se ce la farà, si convince che forse potrebbe e… Insomma, un bell’esempio di quanto sia importante credere in se stessi.
Un libro che può piacere ai piccoli (dai tre anni circa) perché c’è un drago, perché ci sono i protagonisti delle fiabe più amate dai bambini, perché c’è un gigante dallo starnuto portentoso. E che può piacere ai grandi perché è ben strutturato, ingegnoso e originale.
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Giorgia Cozza